«Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.»

Marcel Proust nel 1900

Valentin Louis Georges Eugène Marcel Proust ([ˈprust][1]; in francese: [maʁsɛl pʁust]; Parigi, 10 luglio 1871Parigi, 18 novembre 1922) è stato uno scrittore, saggista, critico letterario e poeta francese, la cui opera più nota è il monumentale romanzo Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu) pubblicato in sette volumi tra il 1913 e il 1927.

La sua vita si snoda nel periodo compreso tra la Comune di Parigi e gli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale; la trasformazione della società francese in quel periodo, con la crisi dell'aristocrazia e l'ascesa della borghesia durante la Terza Repubblica francese, trova, nell'opera maggiore di Proust, un'approfondita rappresentazione del mondo dell'epoca in questione.

L'importanza di questo autore, considerato uno dei maggiori scrittori della letteratura mondiale, è legata alla potenza espressiva della sua originale scrittura, ed alle minuziose descrizioni dei processi interiori, legati al ricordo e al sentimento umano; la Recherche infatti è un viaggio nel tempo e nella memoria che si snoda tra vizi e virtù.

Biografia

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La famiglia

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I genitori di Marcel, Adrien Proust e Jeanne Weil

I luoghi dell'infanzia di Marcel, la casa della famiglia paterna a Illiers e quella della famiglia materna in Alsazia, sono molto importanti per capire la sua personalità e la sua opera.

Il comune di Illiers (nel dipartimento della Eure-et-Loir), che ha cambiato il nome in Illiers-Combray in occasione del centenario della nascita di Marcel, una piccola cittadina a 114 km da Parigi e a 25 km da Chartres, sarà tra il 1877 e il 1880 il luogo delle vacanze di Pasqua e, a volte, dell'estate della famiglia di Marcel.

Il nonno paterno, Louis Proust (1801-55), aveva una bottega di spezie sulla piazza del paese di fronte alla chiesa e aveva sposato intorno al 1827 Virginie Torcheaux (1808-89). Nel 1828 era nata Elisabeth, la zia, e nel 1834 Adrien, il padre di Marcel. Egli non menzionò mai nei suoi scritti i nonni paterni, e la casa delle vacanze, che avrà tanta parte nella Recherche, è quella della zia Elisabeth che aveva sposato Jules Amiot, commerciante di stoffe. La casa esiste tuttora ed è stata trasformata in museo.

Adrien Proust (1834-1903), dopo essersi diplomato con una borsa di studio al liceo di Chartres, va a Parigi a studiare medicina: si laurea a pieni voti e inizia una carriera medica di successo come primario e professore universitario; riceve importanti incarichi dal governo per prevenire, mediante le stazioni di quarantena, il diffondersi del colera in Europa e, intorno al 1860-70, diventa un luminare nel campo dell'igiene.

All'epoca di Marcel, Auteuil era un borgo alle porte di Parigi, ora completamente inglobata nella metropoli, luogo di villeggiatura fuori porta per ricche famiglie borghesi. Jeanne Weil (1849-1905), la madre di Marcel, discendeva da un'agiata famiglia ebraica di origine alsaziana, il nonno materno, Nathan Weil (1814-96), era un agente di cambio. La nonna materna Adèle Berncastel (1824-90), amante della musica e della letteratura (appassionata delle lettere di Madame de Sévigné), trasmetterà insieme alla figlia Jeanne, l'amore per la lettura e per le opere d'arte al nipote.

L'infanzia

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Marcel e il fratello Robert

Nel 1873, quando Marcel ha 2 anni, nasce il fratello Robert (1873-1935) che seguirà le orme paterne diventando anche lui un medico di successo. Anche se per tutta la vita nutrì un profondo affetto per il fratello, non c'è traccia di Robert nella sua opera.

Nella Recherche le due località sono sovrapposte, la descrizione della casa della zia Léonie a Combray corrisponde a quella di Illiers ma molte situazioni, come la famosa scena del bacio della mamma, sono accadute ad Auteil, e i personaggi dei nonni e dei prozii sono ispirati a quelli materni.

Tutti gli anni, la famiglia di Marcel prendeva il treno il venerdì santo per passare le vacanze pasquali a casa degli zii. Una parte importante del soggiorno a Illiers erano le passeggiate per le campagne; erano essenzialmente due: una più breve in direzione di Méséglise, che egli poi chiamò la strada di Swann, ed una più lunga, la strada dei Guermantes.

A nove anni, Marcel ha un primo gravissimo attacco di asma,[2] la malattia che lo tormenterà per tutta la vita, attribuita dai medici a cause psicosomatiche e aggravata dal diffondersi dei pollini in primavera. A quel tempo l'asmatico era considerato semplicemente "nerveux" (nervoso), e spesso i medici raccomandavano ai loro pazienti semplicemente di "darsi una calmata".[3]

Più tardi, per la salute cagionevole di Marcel, iniziarono i soggiorni al mare, in varie località della Normandia come Trouville e Cabourg.

Gli studi

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La classe di filosofia al Liceo Condorcet (1888-1889). Marcel è il primo a sinistra in seconda fila.

Dopo aver frequentato con ottimi risultati il Liceo Condorcet ed aver conseguito il premio d'onore nella dissertazione di francese agli esami di baccalaureato nel 1889, Proust si arruolò come volontario nel 76º Reggimento di fanteria di stanza ad Orléans.

L'esperienza militare, anche se terminata in modo deludente, perché non venne considerato idoneo alla prosecuzione del servizio essendosi classificato penultimo del suo corso, corrisponde a un periodo di un certo benessere fisico: sia nel corpo sia nella sfera più profonda degli affetti, un tentativo di diventare come tutti gli altri. Tuttavia, le sue condizioni di salute non sono così buone: sa ormai di essere malato di asma cronica e inguaribile. Sarà nel personaggio del suo primo romanzo, Jean Santeuil, che egli rifletterà questa coscienza della salute perduta. [senza fonte], ma già in Jean Santeuil vi sono dei passaggi di cui si riconoscono in personaggi femminili le figure reali di giovani amici di Proust, come Lucien Daudet[4]. A questo processo di mascheramento lo scrittore ricorrerà anche in seguito, e in Albertine, personaggio della Recherche, è riconoscibile una trasposizione della vicenda di Alfred Agostinelli[5], prima "prigioniero" dell'amore di Proust, poi "fuggitivo" verso un destino di morte.

Il liceo Condorcet

Certamente questo sforzo continuo di mascherare la sua inclinazione lo tiene in costante tensione e farà dire più tardi ad André Gide che nei colloqui con Proust questi si rimproverava per «questa indecisione, che, per nutrire la parte eterosessuale del suo libro, gli aveva fatto trasporre à l'ombre des jeunes filles tutto ciò che i suoi ricordi di omosessuale gli proponevano di grazioso, di tenero e di affascinante, di modo che non gli era restato più per Sodoma che del grottesco e dell'abbietto»[6].

Concluso il servizio militare, seguì alla École libre de sciences politiques le lezioni dello storico Albert Sorel (che non lo giudicò positivamente); a Parigi, mentre il grande filosofo era ancora professore di Liceo, frequentò alcune conferenze di Henri Bergson, suo cugino acquisito, che dal 1900 sarebbe approdato al Collège de France. Proust più tardi negò che la sua opera fosse influenzata dal pensiero del filosofo[7][8]. Alla laurea in legge, nel 1893, seguì un breve periodo di pratica presso uno studio legale, che valse a Proust la convinzione che quella non fosse affatto la sua strada.

La giovinezza

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Proust iniziò molto giovane a frequentare gli ambienti raffinati dell'alta borghesia e dell'aristocrazia, grazie alla posizione sociale ed economica della sua famiglia. Incontrò scrittori in vista, tra i quali probabilmente Paul Valéry e André Gide; nel salotto di Madeleine Lemaire, che frequentava insieme all'amico musicista Reynaldo Hahn, conobbe Robert de Montesquiou, di famiglia illustre, colto ed elegante, notoriamente omosessuale. Montesquiou, al quale già si era ispirato Joris Karl Huysmans per il protagonista del romanzo À rebours (Controcorrente), fornì a Proust molti elementi per il personaggio del barone Charlus nella Recherche.

Giovanni Boldini, Ritratto del conte Robert de Montesquiou, modello del barone Charlus della Recherche

Da un'altra figura delle cronache mondane, la contessa Elisabeth Greffulhe, nata Caraman-Chimay (cugina di Montesquiou), Proust trasse spunti per i personaggi della duchessa Oriane de Guermantes e della principessa di Guermantes.

In questi anni coltivò le sue ambizioni letterarie: nel 1894 pubblicò I piaceri e i giorni (Les Plaisirs et les Jours), raccolta di prose poetiche, ritratti e racconti, in cui egli appare uno scrittore promettente. Tuttavia l'opera, illustrata dall'apprezzata acquerellista Madeleine Lemaire, passò quasi inosservata, e fu accolta con severità da alcuni critici, primo fra tutti lo scrittore e giornalista Jean Lorrain, che fece anche velenose insinuazioni sulle amicizie maschili di Proust, in particolare sul legame con il diciassettenne Lucien Daudet, figlio dello scrittore Alphonse Daudet. Ne nacque un duello alla pistola, che finì senza ferite ma causò disagio e dolore nell'autore esordiente. Egli fu da quel momento considerato un dilettante; questa fama si mantenne fino alla pubblicazione dei primi volumi della Recherche.

Jean Lorrain. Caricatura di Sem (Georges Goursat, 1863-1934).

Nel 1896, su pressioni del padre, trovò un incarico come volontario presso la Bibliothèque Mazarine; ben presto però ottenne un congedo per malattia, che venne prolungato per alcuni anni, finché fu considerato dimissionario. Continuò a vivere nell'appartamento dei suoi genitori (in Boulevard Malesherbes) fino alla morte di essi.

Nell'estate del 1895 aveva intrapreso la redazione di un romanzo sulla vita di un giovane appassionato di letteratura nella Parigi elegante di fine secolo. Pubblicato postumo nel 1952, il libro, intitolato Jean Santeuil dal nome del personaggio principale, è rimasto incompiuto.

Proust vi rievoca l'affare Dreyfus, del quale fu un testimone diretto, assistendo al processo. Fu uno dei primi sostenitori di una petizione a favore del capitano francese accusato di tradimento, e la fece firmare ad Anatole France, con il quale Proust aveva in comune di dichiararsi ateo.[9] Inoltre a seguito del J'accuse di Zola, lo scrittore viene condannato per questo atto e posto a processo. Proust seguirà il processo di Zola sino alla sua conclusione.[10]

Verso il 1900 abbandonò la stesura di questo romanzo per dedicarsi alla lettura delle opere di Thomas Carlyle, Ralph Waldo Emerson, Henry David Thoreau e di John Ruskin, scrittore, critico d'arte e studioso di estetica.

Traduzioni, articoli, saggi

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Proust iniziò a tradurre le opere di Ruskin nel 1900, dopo la morte dello scrittore, avvalendosi in maniera considerevole della perizia in inglese di sua madre Jeanne Weil e, soprattutto, dell'amica Marie Nordlinger, di madrelingua inglese e cugina di Reynaldo Hahn, amico di Proust. L'opera di Ruskin ebbe tale importanza per lui che Proust dichiarò di conoscere "a memoria" alcuni suoi libri, compresi The Seven Lamps of Architecture, The Bible of Amiens e Praeterita.

Jacques-Émile Blanche, Ritratto di Marcel Proust

Dato che non padroneggiava bene la lingua inglese, lavorò sulla base di una prima traduzione letterale fatta dalla madre, per poi elaborarla in francese raffinato con l'aiuto dell'amica Marie Nordlinger, cugina di Reynaldo Hahn. Pubblicò nel 1904 La Bible d'Amiens, e nel 1906 Sésame et les lys. Queste traduzioni furono accolte favorevolmente dai critici, come Henri Bergson, ma non ebbero successo editoriale. Sono tuttavia importanti per le ricche prefazioni e le note dettagliate che accompagnano il testo (Proust aveva compiuto dei "pellegrinaggi ruskiniani" nel nord della Francia, ad Amiens, e soprattutto a Venezia dove si recò con la madre). Numerosi altri viaggi furono compiuti da Proust insieme ad un nuovo amico, Bertrand de Salignac-Fénelon, che darà origine al personaggio di Saint-Loup nella Recherche[11]. Nel corso del lavoro di traduzione, Proust si distaccò progressivamente da Ruskin, fino a criticarne le posizioni estetiche. Cominciò così a elaborare la propria teoria sull'arte e sul ruolo dell'artista nella società. Proust rimprovera a Ruskin la sua "idolatria estetica" e afferma che l'opera d'arte dev'essere amata per sé stessa e non perché viene citata da uno scrittore. Questi giudizi sono affidati, nella Recherche, a due personaggi centrali come Swann e Charlus.

Proust soffrì per la morte del padre (26 novembre 1903) e soprattutto per la perdita della madre (26 settembre 1905), che lo lasciò a lungo in uno stato di prostrazione. Dopo la loro morte Proust preferì non ricevere più gli amici in casa propria e prese l'abitudine di fare inviti e di soggiornare anche per settimane intere all'Hôtel Ritz in Place Vendôme, uno degli alberghi più lussuosi di Parigi; ancora oggi questo albergo conserva al primo piano una stanza dedicata a Marcel Proust.

Gli amici di Marcel Proust

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Reynaldo Hahn

Per meglio capire come Proust sia potuto arrivare a comprendere fino in fondo l'animo umano può anche essere d'aiuto ricordare i più importanti tra i suoi amici. I lunghi anni trascorsi in società gli hanno procurato la cattiva fama di dilettante snob, in realtà egli ha utilizzato tutta la sua esperienza mondana per comporre la grande opera: nella miriade di personaggi sono stati utilizzati dettagli fisici, morali e comportamentali osservati per lunghi anni.

I luoghi di Marcel Proust

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Gustave Caillebotte Portraits à la campagne (1876) Musée Baron Gérard di Bayeux

Approfondire la conoscenza dei luoghi descritti da Proust permette di capire meglio la sua capacità di trasfigurare la realtà pur restandole fedele. È importante conoscere i luoghi proustiani perché l'enorme sensibilità dello scrittore ha avuto spesso contraccolpi in base ai mutamenti d'abitazione. Nello stesso modo i luoghi a lui cari sono stati largamente inseriti nelle sue opere. Molti ammiratori di Proust amano ripercorrere le strade e i luoghi da lui frequentati.

Proust e il denaro

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Alla morte della madre l'eredità venne divisa tra i due fratelli Proust. Jean-Yves Tadié, importante biografo, ha calcolato sulla base della minuta della successione presso il notaio, in valori 1990, un capitale di 42 milioni di franchi francesi (il cambio era di circa 300 lire e quindi sono circa 12 miliardi di lire, oggi circa 6 milioni di euro) a disposizione di Marcel Proust.

Come investitore Proust appartiene alla categoria che compra quando un titolo sale e vende quando scende. La Borsa lo distrae dall'impegno della scrittura (così come il casinò d'estate ove gioca molto), e la sua sensibilità lo spinge verso titoli con un bel nome fantasioso ed esotico: Ferrovie del Messico, Miniere d'oro australiane, Ferrovie del Tanganica, Tram, Light and Power di Buenos Aires sono i suoi preferiti.
Nel 1914, alla vigilia della grande guerra, Proust perse molto denaro per il ribasso che le Borse ebbero in quel periodo.

Così Marcel è considerato completamente incapace di "fare il contabile", di capire appieno il valore del denaro: è molto generoso, dà mance e regali principeschi. Nel suo animo non tiene in alta considerazione i beni materiali, in particolare i mobili, le case (con il fratello terrà solo per 12 anni la casa dei genitori) e le collezioni.

In tutta la Recherche in sostanza non ci sono numeri, né tanto meno prezzi (nel Tempo ritrovato dice: «Le opere che contengono teorie sono come oggetti su cui si sia lasciato il prezzo») e neppure le date in cui avvengono i fatti. Anche se questo può essere attribuito più alla volontà di Proust di rendere la propria opera universale. Il meccanismo di immedesimazione del lettore verrebbe disturbato da una continuo collocazione dei fatti nella storia.

Verso il romanzo

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In questi anni, oltre a scrivere articoli di cronaca mondana, nati dall'assidua frequentazione dei salotti borghesi e aristocratici, Proust pubblicò dei pastiches di altri scrittori, in un esercizio di imitazione che potrebbe averlo aiutato a mettere a punto lo stile personale. Nel 1908 cominciò a dedicarsi a diversi frammenti che più tardi sarebbero confluiti nel libro Contre Sainte-Beuve. In una lettera del 5 o 6 maggio scrisse: "Ho in cantiere: / uno studio sulla nobiltà / un romanzo parigino / un saggio su Sainte-Beuve e Flaubert / un saggio sulle donne / un saggio sulla pederastia (non sarà facile pubblicarlo) / uno studio sulle vetrate / uno studio sulle pietre tombali / uno studio sul romanzo".[12]

Da questi materiali disparati cominciò a prendere forma un testo narrativo, la cui trama a grandi linee era centrata su un io narrante, insonne, che di notte ricorda come da bambino aspettava che la madre venisse a chiamarlo la mattina. Il romanzo si sarebbe dovuto concludere con un esame critico di Sainte-Beuve e con la confutazione della sua teoria che per comprendere l'opera di un artista lo strumento più importante sia la biografia. Nel manoscritto incompiuto ci sono molti elementi che corrispondono a parti della Ricerca: in particolare, alle sezioni "Combray" e "Un amore di Swann" del volume primo, e alla sezione finale del volume settimo.

La difficoltà di trovare un editore, e un graduale cambiamento nell'impostazione del romanzo, indussero Proust a rivolgersi a un progetto diverso che contenesse tuttavia molti temi ed elementi di quello abbandonato.

L'opera più celebre: la Recherche

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La tomba di Proust

Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu) è un romanzo scritto tra il 1909 e il 1922 e pubblicato nell'arco di quattordici anni, tra il 1913 e il 1927, gli ultimi tre volumi postumi.

L'opera è suddivisa per motivi editoriali in sette volumi:

In Dalla parte di Swann Proust ha inserito un vero e proprio "romanzo nel romanzo" con il titolo Un amore di Swann.

Iniziato nel 1909, il romanzo Alla ricerca del tempo perduto venne elaborato durante anni di volontaria reclusione nella casa di Boulevard Haussmann, nei quali Proust, la cui salute già cagionevole era peggiorata, lavorava di notte, scrivendo a letto nella stanza foderata di sughero per isolamento acustico. Questa è ora riprodotta nel Museo Carnavalet di Parigi.

Il primo volume, Du côté de chez Swann (Dalla parte di Swann) fu respinto dall'editore Gallimard su consiglio di André Gide, e venne edito a spese dell'autore da Grasset (1913). Il 30 maggio 1914, in un incidente aereo, Proust perse il segretario e compagno, Alfred Agostinelli. Il dolore per questa perdita si riflette in alcune pagine della Ricerca.

Le edizioni Gallimard accettarono il secondo volume, À l'ombre des jeunes filles en fleurs (All'ombra delle fanciulle in fiore), che valse a Proust nel 1919 il premio Goncourt. Ricevette moltissime lettere di congratulazioni e si decise ad uscire di casa per frequentare le personalità presenti nella Parigi del dopoguerra. Nell'agosto del 1920 uscì il terzo volume, la prima parte di Le côté de Guermantes (I Guermantes), e nel 1921 la seconda parte insieme alla prima parte del quarto volume, Sodome et Gomorrhe (Sodoma e Gomorra). La sua salute peggiorava rapidamente, ma Proust non cessò di lavorare ai volumi successivi. Nell'aprile 1922 fu pubblicata la seconda parte di Sodome et Gomorrhe.

Il 18 novembre 1922, per una bronchite mal curata, Marcel Proust morì. Venne sepolto nel cimitero parigino di Père-Lachaise.

Gli ultimi tre volumi, alle cui bozze si era dedicato instancabilmente senza però completarne la revisione, furono pubblicati postumi a cura del fratello Robert.

Il famoso ritratto di Marcel Proust eseguito da Jacques-Émile Blanche nel 1892 è conservato nel Musée d'Orsay di Parigi. Tutti i manoscritti delle opere letterarie di Marcel Proust sono conservati presso la Biblioteca nazionale di Francia.

Ultima pagina della Recherche

Altre opere

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Prefazioni

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Le prefazioni alle due opere (tradotte in francese da Proust stesso) dello scrittore inglese John Ruskin:

Altre sue due prefazioni furono a:

Articoli e Saggi

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Le lettere

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Sono usciti 6 volumi di Correspondance générale:

Altre raccolte di lettere:

Philip Kolb ha curato la pubblicazione di 21 volumi di Correspondance, (Plon, 1970-1993).

Lo stesso Kolb ha pubblicato un'antologia in quattro volumi di Selected Letters, (HarperCollins, 1983-2000)

Una scelta di lettere d'argomento poetico-letterario è stata pubblicata a cura di Françoise Leriche, (Plon 2004).

In italiano sono state pubblicate due antologie: Lettere a cura di Luciano Anselmi (Firenze: La Nuova Italia, 1972) e Le lettere e i giorni: dall'epistolario 1880-1922, a cura di Giancarlo Buzzi, introduzione di Giovanni Raboni, nella collana "I Meridiani" (Milano: Mondadori, 1996).

Proust e la critica letteraria

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Decine di critici letterari in tutto il mondo hanno dedicato i loro studi all'opera di Proust. La critica letteraria si è evoluta con il tempo, dando di volta in volta preminenza ad aspetti diversi degli scritti di Proust.

La critica letteraria nel Novecento

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Nel Novecento i critici hanno privilegiato, di Proust, la padronanza della sintassi, le leggi che regolano il suo periodare, la struttura del racconto e il suo procedere, la costruzione dei personaggi e le loro somiglianze con persone reali che Proust conosceva.

In ambito internazionale si può segnalare la lettura mimetica dell'opera di Proust da parte dell'antropologo francese René Girard.

Tra i più importanti critici italiani che hanno scritto su Proust vanno ricordati:

Una rassegna di critica italiana a Proust è in Paolo Pinto e Giuseppe Grasso (a cura di), Proust e la critica italiana, Newton Compton, Roma, 1990 (contributi di Lucio D'Ambra, Giuseppe Ungaretti, Emilio Cecchi, Ugo Ojetti, Maria Luisa Belleli, Adriano Tilgher, Benedetto Croce, Giacomo Debenedetti, Vittorio Lugli, Giuseppe Raimondi, Carlo Bo, Pietro Paolo Trompeo, Mario Praz, Giacomo Devoto, Franco Simone, Sergio Solmi, Giulio Carlo Argan, Enzo Paci, Mario Bonfantini, Gianfranco Contini, Costanza Pasquali, Lorenza Maranini, Glauco Natoli, Giorgetto Giorgi, Alberto Arbasino, Luigi Magnani, Franco Fortini, Alberto Moravia, Francesco Orlando, Alberto Beretta Anguissola, Enrico Guaraldo, Giovanni Macchia, Pietro Citati, Mariolina Bongiovanni Bertini e Paola Pacella Sommella).

Studi in francese

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La critica letteraria nel XXI secolo

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A ottant'anni dalla morte di Proust la critica letteraria tende ora a mostrare la sua capacità di insegnare come affrontare la vita, privilegiando la sua sapienza.

Basti ricordare due libri recenti:

Periodici

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Si occupano di Proust le seguenti riviste:

Testimonianze e foto dell'autore

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Il Proust di Józef Czapski

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Tra il 1940 e 1941, nel campo di prigionia sovietico di Grjazovec nella Russia occidentale, Józef Czapski, pittore e scrittore polacco, tenne una serie di incontri con i suoi compagni di prigionia parlando della Recherche di Proust, avendo a sua disposizione solo la propria memoria. Józef Czapski fu uno dei pochi ufficiali polacchi - appena 395 su circa 20 000 - che scamparono al massacro di Katyn', perpetrato dai sovietici. Lo stesso Czapski scrive riguardo a questa esperienza le seguenti parole:

«La gioia di poter partecipare ad un'impresa intellettuale in grado di dimostrarci che eravamo ancora in grado di pensare e reagire a realtà dello spirito che non avevano niente in comune con la nostra condizione di allora trasfigurava ai nostri occhi quelle ore passate nel grande refettorio dell'ex convento, questa strana scuola clandestina dove rivivevamo un mondo che ci sembrava perduto per sempre. È incomprensibile perché proprio noi, quattrocento ufficiali e soldati, ci siamo salvati su quindicimila compagni scomparsi senza lasciare tracce, da qualche parte sotto il circolo polare artico ai confini della Siberia. Su questo lugubre sfondo, quelle ore trascorse a ricordare Proust e Delacroix mi sembrano le più felici»

Il ricordo di Józef Czapski è pubblicato nello smilzo libretto La morte indifferente: Proust nel gulag (ed. L'Ancora del Mediterraneo, 2005; titolo originale: Proust contre la déchéance[13]). Nel 2015 l'Editore Adelphi lo ha tradotto, dalla versione francese scritta da Czapski, con il titolo Proust a Grjazovec.

Film e televisione

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Film sulla vita di Proust

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Film sulla Recherche

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Riferimenti a Proust

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Film sulla Recherche non realizzati

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Note

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  1. ^ Luciano Canepari, Proust, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  2. ^ L'unica testimonianza al riguardo è quella del fratello medico Robert del 12 gennaio 1923, pubblicata nel numero della Nouvelle Revue Française dedicata a suo fratello, con il titolo Marcel Proust, intimo: «Era all'età di nove anni, al ritorno da una lunga passeggiata nel Bois de Boulogne, che avevamo fatto con i nostri amici D..., che Marcel fu colto da uno spaventoso attacco di soffocamento che quasi se lo portò via davanti a mio padre terrorizzato».
  3. ^ Intervista a François-Bernard Michel (autore di Le professeur Marcel Proust, Éditions Gallimard, 2016). Michel, noto pneumologo, formula, tra l'altro, la diagnosi del decesso di Proust, alla luce dei criteri odierni: "Insufficienza respiratoria dovuta a sovrainfezione bronchiale" (polmonite da pneumococco). Marco Cicala, Proust. Fino all'ultimo respiro, in il Venerdì di Repubblica, 18 novembre 2022, pp. 96-99. Sussiste, tuttavia, un lapsus-contraddizione tra quanto affermato da Michel nell'intervista e nel testo sopracitato (p. 11 e all'inizio del primo capitolo "Le temps du 'nerveux'"), a proposito dell'età di Proust e del luogo nel momento della prima crisi di asma: nel testo si parla di nove anni e del Bois de Boulogne, nell'intervista, invece, di dodici anni e degli Champs-Élysées.
  4. ^ Jean-Yves Tadié, Vita di Marcel Proust, pag. 312
  5. ^ Marcelproust.it
  6. ^ André Gide, Diario, 1889-1939
  7. ^ Marcel Proust, Scritti mondani e letterari, p. 508
  8. ^ Mario Bonfantini, Proust o l'eredità dell'Ottocento, apparso in Ottocento francese (Torino, Giappichelli 1966 pp. 273-291) dello stesso autore, sottolinea come Proust volle fermamente prendere le distanze dal pensiero bergsoniano.
  9. ^ cfr. l'articolo di Antonio Socci sul quotidiano "Libero" del primo dicembre 2013.
  10. ^ Marcel Proust di Giuseppe Scaraffia, da Google books
  11. ^ Marcelproust.it
  12. ^ Jean-Yves Tadié, Vita di Marcel Proust, pag. 566.
  13. ^ (FR) Józef Czapski, Proust contre la déchéance. Conférences au camp de Griazowietz [Proust contro il degrado. Conferenze nel campo di Griazowietz], Montricher, Éditions Noir sur Blanc, 1987, ISBN 2-88250-000-9.
  14. ^ Alla ricerca di Marcel Proust, su elapsus.it.
  15. ^ (EN) Proust, su Gazetteer of Planetary Nomenclature. URL consultato il 21 novembre 2017.
  16. ^ Gian Carlo Riccardi – Artista Multimediale – Spettacoli Teatrali e Performance, su Artista Multimediale. URL consultato il 3 agosto 2023.
  17. ^ Philip Roth, Pastorale Americana - Einaudi ISBN 88-06-15834-1
  18. ^ "Qualcosa di proustiano."
  19. ^ In Italia è stata pubblicata da Einaudi (traduzione di Elio Nissim e Maria Teresa Petruzzi, Torino 1987 e 2005)
  20. ^ Progetto Proust, a cura di Maria Sepa, Bompiani, Milano 1989
  21. ^ pubblicata da Mondadori, Milano 1986
  22. ^ Anch'esse pubblicate in un libro con testi di Jean-Jacques Abadie, ed. Findakly, Paris 1996
  23. ^ secondo un film di Giorgio Treves, realizzato nel 2006 da Rai Educational

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore vincitori Premio Goncourt Successore Georges Duhamel 1919 Ernest Pérochon


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