Carlo Bo | |
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Senatore a vita della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 18 luglio 1984 – 21 luglio 2001 |
Legislatura | IX, X, XI, XII, XIII, XIV |
Gruppo parlamentare | Democrazia Cristiana, Partito Popolare Italiano, Democrazia è Libertà - La Margherita |
Tipo nomina | Nomina presidenziale di Sandro Pertini |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Democrazia Cristiana |
Titolo di studio | Laurea in lettere moderne |
Professione | Scrittore, docente universitario |
Carlo Bo (Sestri Levante, 25 gennaio 1911 – Genova, 21 luglio 2001) è stato un ispanista, francesista, critico letterario e politico italiano. Considerato il maggiore studioso ispanista e francesista del Novecento in Italia, Carlo Bo fondò la Scuola per interpreti e traduttori nel 1951 e la IULM nel 1968, che oggi hanno sede principale a Milano, e a lui è intitolata l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".
Compì gli studi superiori presso i gesuiti dell'istituto Arecco di Genova dove ebbe come professore di greco Camillo Sbarbaro. Si laureò in Lettere moderne presso l'Università degli Studi di Firenze (dove fu iscritto ai GUF, e vinse anche un Littoriale della cultura e dell'arte). In seguito iniziò la carriera universitaria insegnando letteratura francese e spagnola alla Facoltà di Magistero dell'Università di Urbino (a partire dal 1938). A Firenze nei primi anni Trenta conobbe Giovanni Papini e gli intellettuali della rivista Il Frontespizio alla quale collaborò attivamente. Durante la guerra si rifugiò a Sestri Levante, poi a Rivanazzano, vicino a Voghera, infine a Valbrona, nelle vicinanze del lago di Como. Finita la guerra si stabilì a Milano con Marise Ferro (1907-1991), precedentemente sposata con Guido Piovene. Si sposeranno nel 1963.
Dal 1947 al 2001, ininterrottamente per 53 anni, fu rettore dell'Università di Urbino, poi intitolata al suo nome nel 2003. Nel 1951 fondò la Scuola per interpreti e traduttori di Milano, che poi aprirà sedi in tutta Italia. Dal 1959 fu cittadino onorario di Urbino. Dal 1972 fu presidente della giuria del premio Letterario Basilicata. Iscritto alla Democrazia Cristiana, nel 1984 fu nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica in carica all'epoca, Sandro Pertini. Collaborò per molti anni al Corriere della Sera e al settimanale Gente. Fu insignito dell'Ordine della Minerva dall'Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio". Nel 1996 l'Università degli Studi di Verona gli conferì la laurea honoris causa in lingue e letterature straniere. Nel 2000, istituì la Fondazione Carlo e Marise Bo per la Letteratura Europea Moderna e Contemporanea[1], che ha come scopo principale la conservazione della sua biblioteca personale di oltre 100.000 unità bibliografiche, probabilmente la più ampia in Italia[2]. Nel 2001, Sestri Levante gli conferì la cittadinanza onoraria. Lo stesso anno, in seguito a una caduta sulle scale avvenuta nella sua casa di Sestri, venne ricoverato all'ospedale di Genova, dove morì. È sepolto nel cimitero di Sestri.
È considerato tra i principali responsabili della bocciatura concorsuale di Giacomo Debenedetti, uno dei più noti "scandali" della storia dell'accademia italiana[3][4].