«La guerra è un fatto, come tanti altri in questo mondo; è enorme, ma è quello solo; accanto agli altri, che sono stati e che saranno: non vi aggiunge; non vi toglie nulla. Non cambia nulla, assolutamente nulla, nel mondo. Neanche la letteratura.»

Renato Serra

Renato Serra (Cesena, 5 dicembre 1884Monte Podgora, 20 luglio 1915) è stato un critico letterario e scrittore italiano. Gianfranco Contini riconobbe in lui elementi anticipatori della critica stilistica.

Biografia

Nacque da Pio Serra e Rachele Favini. La sua famiglia era benestante e di tradizione risorgimentale: suo nonno, Giuseppe Favini, fu patriota nelle Cinque giornate di Milano. Si formò presso il Regio Liceo Ginnasio Vincenzo Monti di Cesena, dove concluse gli studi a sedici anni, senza sostenere l'esame di maturità per via degli altissimi voti.

Nel 1900 si iscrisse all'Università di Bologna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, dove ebbe come insegnanti celebri personaggi come Giosuè Carducci, Severino Ferrari, Francesco Acri e Giovanni Battista Gandino e dove divenne ammiratore delle idee socialiste di Severino Ferrari. Si laureò in Lettere nel 1904 con una tesi sullo "Stile dei Trionfi del Petrarca" discussa con Carducci. Fu anche allievo dell'Istituto di Studi Pratici e di Perfezionamento di Firenze.

Nel 1906 fece ritorno a Cesena, dove svolse poi il servizio militare di leva, prestando servizio come sottotenente nel 69º Reggimento Fanteria della Brigata "Ancona", per essere poi congedato lo stesso anno. Nel 1907 lasciò Cesena e si trasferì per un breve periodo a Torino, dove collaborò con Luigi Ambrosini alla creazione di un Dizionario italiano-latino per l'editore Paravia. Dopo i primi articoli sulla rivista La Romagna[1], si inserì ben presto nell'ambiente fiorentino de La Voce, dove pubblicò diversi articoli e saggi, ed entrò in rapporti con Giuseppe Prezzolini e Giuseppe De Robertis. Fu anche in corrispondenza con Benedetto Croce.

Nel 1909 pubblicò l'articolo Per un catalogo, dichiarando la sua discendenza da Carducci. Il 24 settembre dello stesso anno ottenne l'incarico di direttore della Biblioteca Malatestiana di Cesena. Nel 1910 pubblicò su La Romagna un saggio sullo scrittore Alfredo Panzini, ponendolo per la prima volta all'attenzione della critica italiana. Tra i due intellettuali nacque una sincera amicizia. Sempre nel 1910 pubblicò altri saggi: Scritti Critici. Giovanni Pascoli - Antonio Beltramelli - Carducci e Croce, editi nei Quaderni della Voce. Si aggiunse un evento relativo alla sua vita privata: una possibile storia d'amore si concluse prima ancora di cominciare, quando la donna che lui amava andò in sposa ad un altro uomo. La delusione cambiò Serra totalmente, sia come scrittore che come pensatore.

Tradizionalista e nazionalista, Renato Serra rimase sempre legato al modello carducciano, fino a un evento radicale che sconvolse lui e tutta l'Europa: la Guerra mondiale, nella quale chiese di partire come volontario. Nel 1915, in piena guerra, scrisse uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento, l'Esame di coscienza di un letterato, pubblicato sulla Voce diretta da De Robertis. Richiamato alle armi il 1º aprile, giunse al fronte il 5 luglio, ancora sofferente per i postumi di un grave incidente automobilistico occorsogli il 16 maggio. Inquadrato, col grado di tenente, nell'11º Reggimento Fanteria della Brigata "Casale", combatté col proprio reparto nel settore del Podgora, presso Gorizia, partecipando alla Seconda e alla Terza battaglia dell'Isonzo. Nel corso di quest'ultima, il 20 luglio 1915, rimase ucciso in combattimento sul monte Podgora, a soli trent'anni.

Biblioteca e archivio personale

Le carte e la biblioteca personale di Serra sono depositate presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena[2].

Opere

Note

  1. ^ La Romagna. Rivista mensile di storia e lettere. Edita a Forlì, fu fondata nel 1904.
  2. ^ Biblioteca Malatestiana, Cesena. Fondo Renato serra

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Controllo di autoritàVIAF (EN68948433 · ISNI (EN0000 0001 0911 9348 · SBN CFIV061981 · BAV 495/149338 · LCCN (ENn80128571 · GND (DE118796259 · BNF (FRcb12052598w (data) · J9U (ENHE987007277626505171 · CONOR.SI (SL120021603 · WorldCat Identities (ENlccn-n80128571