Marco Vinicio | |
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Console romano | |
Nome originale | Marcus Vinicius |
Nascita | 50 a.C. circa Cales |
Morte | dopo il 7 d.C. ? |
Figli | Publio Vinicio |
Gens | Vinicia |
Consolato | 19 a.C. |
Proconsolato | 14-13 a.C. in Illirico (?) / 12-10 a.C. in Asia |
Legatus Augusti pro praetore | 26 a.C.-? in Gallia Comata / 14-13 a.C. in Illirico (?) / 3 a.C.-1 d.C. in Illirico (?) / 1-3 d.C. in Germania |
Marco Vinicio (in latino: Marcus Vinicius; Cales, 50 a.C. circa – dopo il 7 d.C. ?) è stato un politico e militare romano dell'Impero.
Intimo amico di Augusto, sembra prendesse parte a giochi di dadi con lo stesso imperatore, come ci racconta Svetonio:[1]
«[...] In nessun modo [Augusto] ebbe paura per la sua reputazione riguardo al gioco, e continuò a giocare semplicemente e pubblicamente, perché si divertiva anche quando era vecchio, e non soltanto in dicembre ma anche in tutti gli altri mesi, nei giorni lavorativi e feriali. Di ciò non vi è nessun dubbio. In una lettera autografa scrisse: "Ho cenato, mio caro Tiberio, con le stesse persone; si sono uniti al mio banchetto Vinicio e Silio, il padre: durante la cena abbiamo giocato come dei vecchi, sia ieri, sia oggi. Si gettavano i dadi e ogni volta che ciascuno di noi otteneva il colpo del cane oppure il sei, aggiungeva alla posta in gioco un denario per ogni dado e chi faceva il colpo di Venere prendeva tutto."»
Homo novus nato da famiglia di rango equestre[2], era strettamente imparentato con Lucio Vinicio console nel 33 a.C. Suo figlio Publio Vinicio fu console nel 2, mentre il nipote suo omonimo fu console due volte, nel 30 e nel 45.
Nel 26 a.C., in qualità di legato della Gallia Comata contribuì alla pacificazione della Vallis Poenina (odierno Vallese), a nord della Valle d'Aosta, dove Terenzio Varrone fondò, poco dopo, la colonia di Augusta Praetoria (Aosta), e permise di aprire i collegamenti tra Gallia ed Italia. Inoltre, passò il Reno e riportò una vittoria sui Germani che avevano trucidato dei mercanti romani, entrati nei loro territori per scopi commerciali, guadagnando così ad Augusto una salutatio imperatoria e un trionfo: al posto di celebrare quest'ultimo, Augusto fece erigere un arco trionfale sulle Alpi[3].
Nel 19 a.C. ottenne i fasces come console suffectus, subentrando tra agosto e ottobre a Gaio Senzio Saturnino e rimanendo fino alla fine dell'anno al fianco di Quinto Lucrezio Vespillone[4]. Forse in questi anni fu cooptato nel collegio dei quindecemviri sacris faciundis[5].
Nel 14 a.C. venne inviato, in qualità di proconsole o legato imperiale, in Illirico[6]. L'anno successivo (13 a.C.), dopo una visita di Augusto ad Aquileia,[7] per contrastare le continue incursioni problematiche dei popoli della zona e le continue ribellioni delle genti dell'area di Emona e Siscia[8], venne inviato a supporto di Vinicio Marco Vipsanio Agrippa, genero dell'Imperatore Augusto[9]. La campagna di quest'anno prevedeva di avanzare contemporaneamente lungo due fronti (Illirico e Macedonia), in una manovra a tenaglia, che non desse scampo alle popolazioni pannoniche della valle della Sava. Fu così che, per prima cosa, si represse definitivamente la rivolta scoppiata tra i Pannoni della zona di Emona e Siscia dell'anno precedente; sul fronte orientale si procedette, invece, ad avanzare ed a occupare la Dardania e la piana di Sirmio.[senza fonte]
Nel 12 a.C. subentrò ad Agrippa, morto improvvisamente all'inizio dell'anno, il figliastro di Augusto, Tiberio, che portò a termine la sottomissione definitiva di Dardani, Amantini e Scordisci[10], mentre Marco Vinicio consolidava la via di penetrazione Scupi–Naisso-Sirmio[senza fonte].
Nell'11 e 10 a.C., Marco Vinicio era probabilmente proconsole d'Asia[11], supportò certamente Tiberio contro le popolazioni della futura provincia di Dalmazia (dall'attuale Croazia alla Bosnia intera), ma potrebbe aver contribuito a sedare la rivolta in Tracia, a fianco di Lucio Calpurnio Pisone.[senza fonte]
Ancora negli anni 3 a.C. -1 d.C., Marco Vinicio, forse nuovamente legato in Illirico, compì una campagna punitiva oltre il Danubio contro Daci e Bastarni, rei di aver compiuto continue scorrerie in Pannonia, Dalmazia, Mesia e Tracia, al fine di realizzare un corridoio di genti alleate a Roma tra Boemia e Transilvania, che dividesse il potente regno dei Marcomanni da quello dei Daci[5][12]. Egli condusse, probabilmente partendo da Poetovio o Siscia, una campagna nei territori a nord della Drava, spingendosi fino alla zona di Aquincum, venendo a contatto e sottomettendo Cotini, Anartii ed altre tribù del lago Balaton, quali Osii (e forse i residui del popolo celtico dei Boii)[5].
Nel periodo 1-3 d.C., Marco Vinicio fu nominato governatore della Germania. Velleio racconta dei suoi sforzi per sedare un immensum bellum tra i Germani: al termine di numerose operazioni di attacco e difesa compiute con successo, egli ottenne gli ornamenta triumphalia e una speciosissima inscriptio operum[13].
Ronald Syme ha proposto[14] che lo storico di origine equestre Velleio Patercolo abbia dovuto il suo ingresso in senato attorno al 6-7 d.C. all'influenza di Vinicio, che si configurerebbe quindi come patrono, evidentemente in vita, dello storico, il quale del resto avrebbe dedicato al nipote omonimo di lui i suoi Historiae Romanae ad M. Vinicium consulem libri duo.