Mario Carlin (Báta, 13 giugno 1915Lavagna, 30 aprile 1984) è stato un tenore italiano.

Ha cantato nei maggiori teatri dagli anni cinquanta agli anni settanta, caratterizzando vari ruoli di comprimario e di tenore caratterista in grandi opere liriche. Fu tra i primi cantanti ad apparire in televisione nelle opere trasmesse dalla RAI (Radiotelevisione Italiana) nel dopoguerra. Conclusa la sua carriera si è dedicato all'insegnamento del canto.

Biografia

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Nato in internamento a Báta in Ungheria all'inizio della prima guerra mondiale mentre il padre è sotto le armi, ma originario di Fasana d'Istria, condivide la sorte di tanti altri italiani d'Istria, anticipando l'esodo che si sarebbe ripetuto trent'anni dopo.

Rientrato a Fasana alla fine della guerra, vive in una famiglia numerosa e senza grossi mezzi di sostentamento. Inizia in giovane età a lavorare, di giorno come pescatore e di notte come panettiere. Qui, esprimendo il suo buon umore cantando al lavoro, ottiene dai compaesani il soprannome di "el nostro gardelin" (il nostro cardellino).

Saranno proprio alcuni compaesani a suggerirgli di tentare la fortuna cantando. Coglie quindi l'occasione offertagli da una sorella che nel frattempo si era sposata e trasferita a Milano di andare a vivere nella città lombarda. A Milano, lavorando di giorno e frequentando di sera la scuola civica di musica, entra prima nel coro del Duomo di Milano e poi vince il concorso da primo tenore per il coro del Teatro alla Scala di Milano.

Nel frattempo scoppia la seconda guerra mondiale. Il servizio militare lo riporta vicino ai suoi luoghi d'origine, prima a Pola e poi a Trieste, dove continua comunque a studiare e a perfezionarsi insieme ad alcuni colleghi, con i quali condividerà poi gran parte della carriera.

Il debutto

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Nel luglio del 1945, grazie all'aiuto di un maggiore dell'esercito neozelandese appassionato di lirica, debutta da solista con due concerti all'Arena di Pola, poco prima dell'inizio dell'esodo degli istriani. Inizia quindi una collaborazione con Radio Trieste, cantando un repertorio di qualsiasi epoca e stile. Questa esperienza gli sarà successivamente preziosa per affrontare partiture difficili e per interpretare opere di autori moderni. Nel 1946 al Palazzo dello Sport di Milano è il Messaggero in Aida diretto da Franco Ghione con Elisabetta Barbato, Fedora Barbieri, Galliano Masini, Ugo Savarese e Cesare Siepi.

Ma è al Teatro alla Scala di Milano che avviene il debutto più importante: partecipa all'audizione e viene scritturato per partecipare allo spettacolo d'inaugurazione della stagione 1947-48: l'Otello di Verdi diretto da Victor De Sabata, dove interpreta Cassio accanto Maria Caniglia, Ramón Vinay, Gino Bechi, Aristide Baracchi e Giuseppe Modesti e nel 1949 con Renata Tebaldi, Vinay e Modesti.

La carriera

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Dopo vari anni passati alla Scala, alcuni noti direttori d'orchestra come Nino Rota, Carlo Maria Giulini, Antonino Votto e Herbert von Karajan lo chiamano in tournée all'estero, portandolo a cantare nei teatri di Parigi, Vienna, Berlino, Amsterdam, Londra, New York, Città del Messico, San Paolo, Tokio, Melbourne e Tel Aviv.

Mario Carlin canta come gregario insieme ai maggiori interpreti della sua epoca quali Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Tito Gobbi, Fernando Corena, Tullio Serafin, Nicolai Gedda, Franco Corelli e Maria Callas, Renata Tebaldi, Anna Moffo, Leontyne Price, Magda Olivero, Beverly Sills ed altri.

Lavorando con registi e scenografi famosi come: Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Nicola Benois raffina anche la sua capacità recitativa.

Insieme a Silvio Maionica, Angelo Mercuriali e Juan Oncina inizia un'amicizia che nasce ai tempi del debutto a Trieste e durerà vent'anni, interpretando ruoli da comprimario, celebrati nel 1980 al Teatro Carani di Sassuolo con l'evento "Grandi Gregari del Melodramma".

Carlin interpreta, come primo tenore, opere di compositori moderni come: "Battono alla Porta" di Dino Buzzati e Riccardo Malipiero, "Il campiello" e "I quattro rusteghi" di Ermanno Wolf-Ferrari, "Ascesa e rovina della città di Mahagonny" di Kurt Weill e Bertolt Brecht, "Le campane" di Renzo Rossellini, "Nozze istriane" di Antonio Smareglia, "Il mulatto" di Langston Hughes e Jan Meyerowitz, "Francesca da Rimini" di Riccardo Zandonai, "Un quarto di vita" di Giorgio Gaslini, "La notte Veneziana" di Giorgio Pacuvio e Luigi Cortese, "Le jeu de Robin et de Marion" di Adam de la Halle e "Renard" di Igor' Fëdorovič Stravinskij. Tutte opere, queste, sconosciute ai più ma che hanno costituito gran parte delle opere trasmesse in televisione dalla RAI.

Da ricordare anche la presenza in varie stagioni liriche nei maggiori teatri italiani quali: il Regio di Torino, il Regio di Parma, il Comunale di Firenze, l'Arena di Verona, il Comunale di Treviso La Fenice di Venezia, Il teatro dell'Opera, l'accademia di S.Cecilia e le Terme di Caracalla a Roma, il S.Carlo di Napoli, I Municipali di Genova e Reggio Emilia oltre alle frequenti partecipazioni ai Festival di Glyndebourne, in Inghilterra, a quello di Bayreuth in Germania e a quello dei Due Mondi di Spoleto.

Si ritira dalle scene dopo trent'anni di carriera e passa gli ultimi anni della sua vita trasferendo la sua esperienza a giovani cantanti e appassionati, nonostante il diabete che ne mina la salute.

Muore a 68 anni a Lavagna, sulla Riviera ligure, a causa di un infarto. Riposa nel Cimitero Maggiore di Milano[1].

La critica musicale

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I critici musicali hanno definito Mario Carlin «nostalgico Federico» nell'Arlesiana di Cilea, «malizioso Arlecchino» nei Pagliacci di Leoncavallo, «misurato Ping» nella Turandot di Puccini, «giovanile Cassio» nell'Otello verdiano, «banditesco Dancairo» nella Carmen di Bizet e «estatico interprete della Venezianità in musica» nelle Opere di Wolf-Ferrari.

La famiglia

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Nel 1957 sposa Elena Maretto, artista lirica del Coro del Teatro alla Scala, dopo un fidanzamento durato lo spazio di una tournée a Berlino.

Un anno dopo nasce Enrico, il loro unico figlio.

Discografia

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Dalla base dati di Amazon.com

Filmografia / Videografia

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Dalla base dati di imdb.com

Televisione

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Note

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  1. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.

Bibliografia

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