Le sue posizioni riguardo al dialetto nuorese (massima conservatività nell'ambito romanzo) sono vicine a quelle del linguista Max Leopold Wagner con cui fu in rapporto epistolare. Nel 1971 entrò a far parte della Società Italiana di Glottologia e circa 10 anni dopo nel Sodalizio Glottologico Milanese. Sostenne la funzione esclusivamente religiosa dei nuraghi, la cui origine egli additò in un influsso di origine anatolica e specificamente "lidia" (da cui il termine "sardiano", dalla capitale Sardi, per indicare questi influssi asiatici nel sardo).
Le sue tesi sul sostrato paleosardo, spiegato con il ricorso all'etrusco, non hanno mai trovato favore nella comunità scientifica.[2]
Morì a 98 anni il 20 novembre 2019 a seguito di un malore che gli fece perdere l'equilibrio cadendo dal balcone della sua casa a Sassari.[3]
Ha avuto quattro figli: Grazia, Marco, Elena e Lucia.
^sito personale, su pittau.it. URL consultato il 14 aprile 2012.
^ Eduardo Blasco Ferrer, Paleosardo: sostrati e toponomastica, in E. Blasco Ferrer, P. Koch, D. Marzo, Manuale di linguistica sarda, Berlin-Boston, de Gruyter, 2017, pp. 67-84, a p. 72.