Mappa tridimensionale della materia oscura elaborata da NASA, ESA e R. Massey (CALTECH)

In cosmologia, la materia oscura è un'ipotetica componente di materia che, diversamente dalla materia conosciuta, non emetterebbe radiazione elettromagnetica e sarebbe attualmente rilevabile solo in modo indiretto attraverso i suoi effetti gravitazionali.[1]

L'ipotesi nasce per giustificare diverse osservazioni astrofisiche, in particolare delle stime della massa delle galassie o degli ammassi di galassie e delle proprietà delle fluttuazioni nel fondo cosmologico, in base alle quali, secondo le leggi della gravitazione standard, la materia oscura dovrebbe costituire quasi il 90% della massa presente nell'universo.[2][3] Inoltre, secondo i modelli di formazione ed evoluzione delle galassie, la materia oscura costituirebbe circa il 27% della densità di energia totale dell'universo osservabile e per questo avrebbe avuto una forte influenza sulla sua struttura ed evoluzione.

Sulla sua composizione sono state formulate diverse ipotesi relative a usuale materia barionica (gas molecolare, asteroidi, pianeti, lune, stelle morte, un gran numero di nane brune o buchi neri), tuttavia le stime della densità dell'universo e del numero di atomi indicano con maggior probabilità una composizione di tipo nuovo, non barionica, di questo tipo di materia. Gli astrofisici ipotizzano l'esistenza di nuove particelle, forse superpartner (come il neutralino), raggruppate sotto il nome generico di weakly interacting massive particles ("particelle massicce ad interazione debole" o WIMP). Molti esperimenti per rilevare e studiare direttamente le particelle di materia oscura sono in corso, ma nessuno ha ancora avuto successo. La materia oscura è classificata come "fredda", "calda" o "molto calda" in base alla sua velocità. I modelli attuali favoriscono uno scenario di materia oscura fredda.

Sebbene l'esistenza della materia oscura sia generalmente accettata dalla comunità scientifica, alcuni astrofisici, in base ad osservazioni che non sono ben spiegate neppure da tale ipotesi, propongono varie modifiche delle leggi della relatività generale, senza invocare materia supplementare non barionica.

Aspetti generali

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Stima della distribuzione della massa-energia nell'universo (rilevazioni del 2013): Energia oscura, Materia oscura, Materia conosciuta

Nonostante dettagliate mappe che coprono lo spettro delle emissioni elettromagnetiche nell'Universo vicino, dalle onde radio ai raggi gamma, si è riusciti a individuare solo circa il 10% della massa che risulterebbe dagli effetti gravitazionali osservabili. L'astronomo dell'Università di Washington Bruce H. Margon ha dichiarato nel 2001 al New York Times:

«È una situazione alquanto imbarazzante dover ammettere che non riusciamo a trovare quasi il 90% [della materia] dell'Universo.»

Le più recenti misure indicano che la materia oscura costituirebbe circa l'86% della massa dell'universo e circa il 27% della sua energia. Inizialmente veniva indicata come "massa mancante", termine che può essere fuorviante dal momento che ne apparirebbero osservabili gli effetti gravitazionali; tuttavia, gli strumenti di analisi spettroscopica non rilevano la radiazione elettromagnetica di questa materia, dal che l'aggettivo "oscura" poiché a mancare sarebbe solo la sua "luce".

Il concetto di materia oscura ha senso all'interno dell'attuale modello standard della cosmologia basato sul Big Bang per due ragioni fondamentali:

Invece, se il modello dovesse risultare errato, si potrebbe non avere necessità dell'ipotesi della materia oscura, giacché essa deriva solo dalla violazione di un modello matematico e non da alcuna dimostrazione sperimentale certa.

La materia oscura non va confusa con la diversa ipotesi che va sotto il nome di energia oscura.

Storia

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Variazione della materia oscura con la distanza (dati HST)

Nel 1933 l'astronomo Fritz Zwicky stava studiando il moto di ammassi di galassie lontani e di grande massa, nella fattispecie l'ammasso della Chioma e quello della Vergine. Zwicky stimò la massa di ogni galassia dell'ammasso basandosi sulla sua luminosità e sommò tutte le masse galattiche per ottenere la massa totale dell'ammasso. Ottenne poi una seconda stima indipendente della massa totale, basata sulla misura della dispersione delle velocità individuali delle galassie nell'ammasso; questa seconda stima di massa dinamica era 400 volte più grande della stima basata sulla luce delle galassie.

Sebbene prove sperimentali ci fossero già ai tempi di Zwicky, fu solo negli anni settanta che gli scienziati iniziarono ad esplorare questa discrepanza in modo sistematico e che l'esistenza della materia oscura iniziò ad essere considerata. La sua scoperta non risolverebbe solo la mancanza di massa negli ammassi di galassie, ma avrebbe conseguenze di ben più larga portata sulla capacità dell'uomo di predire l'evoluzione e il destino dell'Universo.

Potenziali prove della materia oscura

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La rotazione delle Galassie

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Curva di rotazione della galassia: (A): predetta; (B): osservata.

Un'importante prova osservativa della necessità della materia oscura è fornita dalle curve di rotazione delle galassie a spirale. Queste galassie contengono una vasta popolazione di stelle poste su orbite quasi circolari attorno al centro galattico. Come accade per le orbite planetarie, in base alla seconda legge di Keplero le stelle con orbite galattiche più grandi dovrebbero avere velocità orbitali minori, ma tale legge è applicabile soltanto a stelle vicine alla periferia di una galassia a spirale poiché presuppone che la massa racchiusa dall'orbita sia costante.

Tuttavia gli astronomi hanno condotto osservazioni delle velocità orbitali delle stelle nelle regioni periferiche di un gran numero di galassie spirali e in nessun caso esse seguono la seconda legge di Keplero: invece di diminuire a grandi raggi, le velocità orbitali rimangono con ottima approssimazione costanti. L'implicazione è che la massa racchiusa da orbite di raggio via via maggiore aumenti anche per stelle che sono apparentemente vicine al limite della galassia. Sebbene si trovino presso i confini della parte luminosa della galassia, questa ha un profilo di massa che apparentemente continua ben al di là delle regioni occupate dalle stelle.

Considerando le stelle presso la periferia di una galassia spirale, con velocità orbitali osservate normalmente di 200km/s, se la galassia fosse composta solo dalla materia visibile queste stelle l'abbandonerebbero in breve tempo, dato che le loro velocità orbitali sono quattro volte più grandi della velocità di fuga dalla galassia. Dato che non si osservano galassie che si stiano disperdendo in questo modo, al loro interno deve trovarsi massa di cui non si tiene conto quando si calcola tutta quella visibile.

Le lenti gravitazionali

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Lente gravitazionale in un gruppo di galassie

Un'altra possibile prova dell'esistenza della materia oscura è data dall'osservazione di effetti di lente gravitazionale in presenza di una massa visibile che risulta insufficiente a giustificarli. Nel 2008 un gruppo di ricercatori, tra cui francesi e canadesi coordinati dall'Istituto di Astrofisica di Parigi, utilizzando il telescopio Canada-France-Hawaii Telescope (Cfht) posto sul monte Mauna Kea nelle Hawaii, studiò migliaia di immagini constatando la deviazione che la luce subiva anche in punti dove non erano visibili masse.

Altri aspetti sperimentali

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Il 21 agosto 2006 la NASA rilasciò un comunicato stampa secondo cui il telescopio spaziale Chandra avrebbe trovato prove dirette dell'esistenza della materia oscura nello scontro tra due ammassi di galassie.[4] All'inizio del 2007 gli astronomi del Cosmic Evolution Survey e Hubble Space Telescope, utilizzando le informazioni ottenute dal telescopio Hubble e da strumenti a terra, hanno tracciato una mappa della materia oscura rilevando che questa permea l'universo; ove si trova materia visibile deve essere presente anche grande quantità di materia oscura, ma questa è presente anche in zone dove non si trova materia visibile.[5]

Il 3 aprile 2013 gli scienziati della NASA hanno riferito che i primi risultati dell'esperimento Alpha Magnetic Spectrometer sulla Stazione spaziale internazionale evidenziano un eccesso di positroni ad alta energia nei raggi cosmici, di cui una delle cause potrebbe essere la presenza di materia oscura.[6][7][8][9][10][11]

Ipotesi sulla materia oscura

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In letteratura sono comparse numerose teorie per spiegare la natura della cosiddetta "massa mancante", legate a diversi fenomeni. La materia oscura sarebbe localizzata nel "nero" che circonda le stelle e viene distinta fondamentalmente in barionica e non barionica:

Ulteriori ipotesi riguardano i buchi neri primordiali, le stelle brune, le stelle solitoniche, le stelle di bosoni, le pepite di quark.

Si pensa che almeno il 90% della materia oscura sia non barionica. Infatti, essendo l'abbondanza cosmica del deuterio (un atomo di deuterio per ogni 100 000 di idrogeno) estremamente sensibile alla densità di materia barionica presente durante la nucleosintesi primordiale, una densità barionica maggiore avrebbe per conseguenza una presenza di deuterio molto più bassa. Al contrario, l'abbondanza di deuterio osservata è compatibile con la densità della materia rilevabile.

Viene fatta una distinzione anche in Materia oscura fredda, rappresentata essenzialmente dalle ipotetiche particelle "lente" WIMP, e Materia oscura calda, rappresentata dai neutrini che sono particelle superveloci. L'attuale modello standard della cosmologia prevede che la materia oscura sia quasi tutta fredda.

Nella teoria delle stringhe, in particolare nelle varianti del mondo-brana e dell'universo ecpirotico, la materia oscura non è altro che la forza di gravità della materia ordinaria di un'altra brana, vicina ma invisibile, costituita da stringhe.[12]

Teorie alternative

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Un approccio alternativo è quello di non ritenere corrette le leggi della gravitazione per valori così bassi di densità, e/o scale spaziali così grandi. Per questo motivo, numerosi fisici hanno provato a elaborare delle teorie gravitazionali in grado di descrivere le osservazioni sperimentali senza ipotizzare l'esistenza della materia oscura. Al presente non si è ancora riusciti a costruire una tale teoria, ma, dato che allo stesso tempo non si è ancora trovata nessuna prova sperimentale della materia oscura, la ricerca in questa direzione continua. Alcuni tentativi in tale direzione sono:

Note

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  1. ^ Recenti studi (A. Boyarsky, O. Ruchayskiy, D. Iakubovskyi, and J. Franse, Phys. Rev. Lett. 113, 251301 – Published 15 December 2014) hanno evidenziato che l'emissione di raggi X da sorgente ignota da alcune galassie vicine potrebbe essere correlato all'emissione di radiazione da parte di materia oscura. Vedere: Unidentified Line in X-Ray Spectra of the Andromeda Galaxy and Perseus Galaxy Cluster Phys. Rev. Lett. 113, 251301 – Published 15 December 2014 A. Boyarsky, O. Ruchayskiy, D. Iakubovskyi, and J. Franse, su journals.aps.org. URL consultato il 25 febbraio 2015.
  2. ^ Il lato oscuro dell'universo, su asimmetrie.it. URL consultato il 12 dicembre 2017.
  3. ^ (EN) Dark Energy, Dark Matter, su science.nasa.gov. URL consultato il 12 dicembre 2017.
  4. ^ (EN) Comunicato stampa della NASA
  5. ^ Mappa della materia oscura
  6. ^ Aguilar, M. et al. (AMS Collaboration), First Result from the Alpha Magnetic Spectrometer on the International Space Station: Precision Measurement of the Positron Fraction in Primary Cosmic Rays of 0.5–350 GeV, in Physical Review Letters, 3 aprile 2013. URL consultato il 3 aprile 2013.
  7. ^ Staff, First Result from the Alpha Magnetic Spectrometer Experiment, su AMS Collaboration, 3 aprile 2013. URL consultato il 3 aprile 2013 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2013).
  8. ^ John Heilprin e Seth Borenstein, Scientists find hint of dark matter from cosmos, in AP News, 3 aprile 2013. URL consultato il 3 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2013).
  9. ^ Jonathan Amos, Alpha Magnetic Spectrometer zeroes in on dark matter, in BBC, 3 aprile 2013. URL consultato il 3 aprile 2013.
  10. ^ Trent J. Perrotto e Josh Byerly, NASA TV Briefing Discusses Alpha Magnetic Spectrometer Results, su NASA, 2 aprile 2013. URL consultato il 3 aprile 2013.
  11. ^ Dennis Overbye, New Clues to the Mystery of Dark Matter, in New York Times, 3 aprile 2013. URL consultato il 3 aprile 2013.
  12. ^ Michio Kaku, Mondi paralleli. Un viaggio attraverso la creazione, le dimensioni superiori e il futuro del cosmo, Torino, Ed.Codice, 2006, ISBN 88-7578-054-4
  13. ^ "On the validity of Newton's law at a long distance"
  14. ^ J. W. Moffat, "Nonsymmetric Gravitational Theory", Nov 1994
  15. ^ Mordehai Milgrom; Do Modified Newtonian Dynamics Follow from the Cold Dark Matter Paradigm?, Astrophysical Journal, May 2002
  16. ^ J.D. Bekenstein, Phys. Rev. D70, 083509 (2004), Erratum-ibid. D71, 069901 (2005) arXiv:astro-ph/0403694
  17. ^ Is dark matter an illusion created by the gravitational polarization of the quantum vacuum?, arxiv, 4 giugno 2011
  18. ^ (EN) A. Kashlinsky, LIGO GRAVITATIONAL WAVE DETECTION, PRIMORDIAL BLACK HOLES, AND THE NEAR-IR COSMIC INFRARED BACKGROUND ANISOTROPIES, in The Astrophysical Journal Letters, vol. 823, n. 2, 24 maggio 2016.
  19. ^ E se la materia oscura fosse fatta di buchi neri?, su media.inaf.it.
  20. ^ Constantinos Skordis e Tom Złośnik, New Relativistic Theory for Modified Newtonian Dynamics, in Physical Review Letters, vol. 127, n. 16, 15 ottobre 2021, pp. 161302, DOI:10.1103/PhysRevLett.127.161302. URL consultato il 5 novembre 2021.
  21. ^ (EN) Michael Schirber, Dark Matter Alternative Passes Big Test, in Physics, vol. 14, 15 ottobre 2021. URL consultato il 5 novembre 2021.
  22. ^ New Measurements of Galaxy Rotation Lean Towards Modified Gravity as an Explanation for Dark Matter, su universetoday.com.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Esperimenti per la ricerca di materia oscura:

Notizie sulla materia oscura:

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