Paolo Persico (Sorrento, 1729Napoli, 1796) è stato uno scultore rococò di area napoletana, italiano.

Fontana di Diana e Atteone, di Paolo Persico, Angelo Brunelli, e Pietro Solari, nel parco della Reggia di Caserta
Ritratto di Vincenzo di Sangro

Biografia

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Tra il 1752 e il 1769 Paolo Persico lavorò nella Cappella Sansevero, a Napoli. Nel 1780, con Giuseppe Sanmartino e altri, iniziò a lavorare per la Reggia di Caserta. Nel 1772 Luigi Vanvitelli lo propose come docente di Scultura all'Accademia di Belle Arti di Napoli, insieme a Tommaso Solari e a Gaetano Salomone. Negli anni successivi Persico lavorò a Napoli, nella chiesa dello Spirito Santo (1773) e nella chiesa di San Nicola alla Carità (1775).

Reggia di Caserta

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La fontana di Diana e Atteone, realizzata da Paolo Persico, da Angelo Brunelli (le ninfe), da Pietro Solari (i cani) fa da fondale al parco della Reggia di Caserta ed è oggi il più noto e visitato complesso scultoreo del rococò napoletano. Di Paolo Persico è il disegno del complesso che si compone di due grandi gruppi scultorei che hanno come sfondo una cascata. Egli scolpì anche le figure di Diana e quella di Atteone, trasformato in cervo.

Nella Reggia di Caserta, al primo pianerottolo dello scalone, i due leoni in marmo sono di Pietro Solari e di Paolo Persico che scolpì anche dodici rilievi che simboleggiano l'eredità romana - assunta dai Borboni - di difendere Capua (per i Borboni Caserta) da ogni invasore.

Cappella Sansevero

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Una delle statue delle Virtù, cioè La Soavità del giogo coniugale (nota anche come Benevolenza o Amor coniugale) è di Paolo Persico. Fu dedicata da Raimondo di Sangro alla moglie di suo figlio Vincenzo. Il profilo, nel medaglione, è appena abbozzato, come si usava per le persone ancora in vita. La donna, in stato di gravidanza e vestita come una matrona romana, è accanto a una piramide. Nella mano destra porta due cuori in fiamme, simbolo di amore tra i coniugi; nella mano sinistra regge un giogo coperto di piume, simbolo di dolce obbedienza. Ai suoi piedi un putto sorregge un pellicano, animale che simboleggia il sacrificio di Cristo che è associato alla Carità.

Scolpì anche i medaglioni con San Pietro e San Paolo.[1] All'altare maggiore, i due Angeli piangenti (a fianco della Deposizione di Francesco Celebrano) sono di Paolo Persico (1769 circa).

Altre opere

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Note

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  1. ^ Dalle testimonianze della causa tra il principe Raimondo di Sangro e lo scultore Queirolo, si sa che nel 1752 Persico lavorava proprio ai medaglioni del San Pietro e del San Paolo, le cui crete erano state predisposte dal Queirolo.M. Causa Picone,  p.44.
  2. ^ a b G. Borrelli,  p.226.
  3. ^ G. Borrelli,  p.99.
  4. ^ G. Fronzuto, p. 37.

Bibliografia

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