Dame Vanessa Redgrave (Londra, 30 gennaio 1937) è un'attrice britannica.
Interprete teatrale e cinematografica, nella sua lunga carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti.[1]
Nasce a Londra dagli attori Michael Redgrave[2] e Rachel Kempson, ed è sorella maggiore di Lynn Redgrave e Corin Redgrave. Debutta accanto al padre nel 1958, affermandosi con ruoli shakespeariani (Rosalinda in Come vi piace, Imogene ne Il racconto d'inverno), e con testi di Anton Čechov, Henrik Ibsen e Bertolt Brecht. Lanciata a livello internazionale nel 1966 da Michelangelo Antonioni con Blow-Up, accanto a David Hemmings, e da Fred Zinnemann in Un uomo per tutte le stagioni, è poi scelta da altri registi italiani, in coppia con Franco Nero, nelle pellicole Un tranquillo posto di campagna (1968) di Elio Petri, Dropout (1970) e La vacanza (1971), entrambe dirette di Tinto Brass.
Nominata nel 1967 Commander of the Order of the British Empire (C.B.E.), nella seconda metà degli anni sessanta interpreta anche Morgan matto da legare (1966) di Karel Reisz, per il quale ottiene il premio come miglior attrice al Festival di Cannes, Camelot (1967) di Joshua Logan, I seicento di Balaklava (1968) di Tony Richardson, Il gabbiano (1968) di Sidney Lumet, da Čechov, e Isadora (1968) di Karel Reisz, biografia di Isadora Duncan, per cui viene premiata al Festival di Cannes nel 1969. Nello stesso anno fa parte del cast del film satirico Oh, che bella guerra! di Richard Attenborough.
Con i film Le troiane (1971) di Michael Cacoyannis, al fianco di Katharine Hepburn, I diavoli (1971) di Ken Russell, Maria Stuarda, regina di Scozia (1971) di Charles Jarrott, Assassinio sull'Orient Express (1974) di Sidney Lumet, La tentazione e il peccato (1975) di Alan Bridges l'attrice si impone ulteriormente per le sue raffinate doti di interprete. Attiva politicamente su posizioni di estrema sinistra, nel 1978 presenta al festival di Baghdad il documentario I palestinesi, di cui è animatrice e produttrice, e vince il premio Oscar quale miglior attrice non protagonista per il film Giulia (1977) di Fred Zinnemann, accanto a Jane Fonda.
Tornata con successo al teatro (La donna del mare di Ibsen a Manchester), recita nei film Sherlock Holmes - Soluzione settepercento (1976) di Herbert Ross, Il segreto di Agatha Christie (1978) di Michael Apted, Yankees (1979) di John Schlesinger e L'isola della paura (1979) di Don Sharp. Si riconferma eccellente interprete nel drammatico film televisivo Fania (1980) di Daniel Mann, accanto a Jane Alexander, per il quale riceve l'Emmy Award come miglior attrice, in I bostoniani (1984) di James Ivory e soprattutto nell'intensa pellicola Il mistero di Wetherby (1985) di David Hare, film che vince l'Orso d'oro al Festival di Berlino.
Recita anche nel film corale di Joseph Losey Steaming - Al bagno turco (1985) e poi in Prick Up - L'importanza di essere Joe (1987) di Stephen Frears, La ballata del caffè triste (1991) di Simon Callow, Casa Howard (1992) di James Ivory, La casa degli spiriti (1993) di Bille August, Little Odessa (1994) di James Gray, con cui vince la Coppa Volpi per la miglior attrice non protagonista, e Storia di una capinera (1994) di Franco Zeffirelli. Brevi apparizioni sono nel film d'azione Mission: Impossible (1996) di Brian De Palma e in Riccardo III - Un uomo, un re (1996), prima regia di Al Pacino.
Dopo essere stata diretta ancora da Bille August in Il senso di Smilla per la neve (1996), nel 1997 è la protagonista di Mrs. Dalloway di Marleen Gorris, tratto dall'omonimo romanzo di Virginia Woolf, cui fanno seguito Wilde (1997) di Brian Gilbert, Deep impact (1998) di Mimi Leder, Lulu on the Bridge (1998) di Paul Auster e Mirka (1999) di Rachid Benhadj. Agli inizi del 1998 mette in scena in teatro, con la compagnia Moving Theatre che lei stessa dirige, una pièce pressoché inedita di Tennessee Williams, Not About Nightingales.
La sua interpretazione nel film della HBO If these walls could talk 2 (2000) le fa vincere il Golden Globe e l'Emmy Award come miglior attrice non protagonista. Nel 2002 recita nella commedia di Oscar Wilde Il ventaglio di Lady Windermere insieme alla figlia Joely Richardson. Nel 2003 riceve il Tony Award come miglior attrice per il revival a Broadway del dramma Il lungo viaggio verso la notte di Eugene O'Neill.
Nel 2007 torna al cinema con Espiazione di Joe Wright, tratto dal romanzo di McEwan, e con Un amore senza tempo di Lajos Koltai. Nel 2011 interpreta ruoli importanti in due film storici: Coriolanus, esordio alla regia di Ralph Fiennes, tratto dal dramma di William Shakespeare, e Anonymous di Roland Emmerich, in cui ha il ruolo della regina Elisabetta I. Nel 2018, assieme al regista David Cronenberg, le viene conferito il Leone d'oro alla carriera della 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia[3].
Il 29 aprile 1962 sposò il regista Tony Richardson, dal quale ha avuto due figlie, Natasha e Joely. La coppia divorziò nel 1967, dopo che il marito la lasciò per l'attrice Jeanne Moreau. Nello stesso anno sul set del film Camelot conobbe l'attore italiano Franco Nero, dal quale nel 1969 ha avuto un figlio, Carlo. Dal 1971 al 1986 ha avuto una relazione con l'attore Timothy Dalton.
La Redgrave e Nero, ritrovatisi dopo molti anni e altre relazioni, si sono sposati il 31 dicembre 2006[4] e inizialmente hanno mantenuto segreto il loro matrimonio. La Redgrave lo ha reso pubblico soltanto nel 2009. Il 18 marzo 2009 la figlia Natasha è morta in seguito a un incidente sulle piste da sci.
Era sorella degli attori Corin[5] e Lynn Redgrave[6].
Il 17 marzo 1968 Vanessa Redgrave partecipò alla protesta contro la Guerra del Vietnam davanti all'ambasciata degli Stati Uniti a Grosvenor Square.[7]
Nel 1977 produsse un film documentario, The Palestine, che segna l'inizio del suo impegno ufficiale in favore delle attività dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina.[8]
Nel 1980 debuttò nella TV statunitense nel ruolo della sopravvissuta al campo di concentramento Fania Fénelon nel film Fania, per cui vinse un Premio Emmy come miglior attrice protagonista nel 1981. La decisione di scegliere la Redgrave per quel ruolo suscitò, tuttavia, l'indignazione della comunità ebraica americana per via del dichiarato supporto dell'attrice alla causa palestinese.[9]
Nel 2017 l'attrice ha esordito alla regia con il film Sea Sorrow, un documentario sulla crisi europea dei migranti e la difficile situazione dei profughi accampati fuori Calais nel tentativo di raggiungere la Gran Bretagna.
Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Vanessa Redgrave è stata doppiata da:
Da doppiatrice è sostituita da:
Liv Ullmann, nel suo primo libro autobiografico del 1976 Cambiare, così descrive un suo incontro con la Redgrave: «Vanessa Redgrave suona alla mia porta e parla di rivoluzione per due ore senza mai guardarmi. Inizio a sentirmi nervosa. Non mi lascia mai dire una parola. Mi chiede di firmarle un assegno – vogliono costruire una scuola a Londra per preparare nuovi leader rivoluzionari».[10]