Quasi tutto il contenuto di Marco si trova in Matteo e gran parte di Marco si trova allo stesso modo in Luca, inoltre, Matteo e Luca hanno una grande quantità di materiale in comune che non si trova in Marco.

I vangeli sinottici (dal greco syn, "insieme", e opsis, "visione") sono i tre vangeli di Matteo, Marco e Luca. Vengono chiamati così perché se si mette il testo dei tre vangeli su tre colonne parallele, in uno sguardo d'insieme (sinossi) si notano facilmente molte somiglianze nella narrazione, nella disposizione degli episodi evangelici, a volte anche nei singoli brani, con frasi uguali o con leggere differenze.

I quattro vangeli canonici

Pur attingendo a volte a fonti comuni, ogni evangelista persegue un progetto narrativo e teologico proprio, avendo come destinatari comunità diverse, con problemi differenti tra loro ai quali dare risposta. Il Vangelo di Giovanni invece è molto differente dai primi tre vangeli, perché egli inserisce nelle Scritture impressioni personali ma anche diversa cronologia.

Affiancando i tre vangeli di Marco, Matteo e Luca si nota che:

La questione sinottica nella chiesa antica

Già in epoca antica il problema sinottico fu studiato da diversi autori. Nel II secolo Taziano il Siro scrisse il Diatessaron, ovvero una «narrazione attraverso i quattro vangeli»: egli voleva mettere insieme i racconti dei quattro evangelisti, armonizzandoli in uno solo.

Ammonio di Alessandria mise a punto un'armonia dei vangeli, prendendo per base il Vangelo di Matteo e integrando le sezioni mancanti con brani presi dagli altri vangeli. Dal lavoro di quest'ultimo risultava un testo che veniva diviso in 355 sezioni e numerato.

Intorno al III secolo Eusebio di Cesarea, l'autore della Storia Ecclesiastica, modificò le Sezioni di Ammonio allo scopo di facilitare la ricerca di referenze. Eusebio elaborò un sistema, i cosiddetti canoni, per segnalare i passi dei vangeli che presentano dei paralleli. Il sistema da lui inventato, delle referenze a margine, è quello tuttora in uso. Sant'Agostino (354-430) scrisse un trattato De consensu evangeliorum, in cui fece il punto sull'annosa questione delle discordanze tra i vangeli e sul loro rapporto.

La questione sinottica oggi

Oggigiorno la questione sinottica è molto dibattuta da storici, teologi e filologi e da diversi accademici, credenti e laici. L’ermeneutica del sospetto, ad avviso dello storico tedesco Carsten Peter Thiede, è applicata anche ai vangeli[1]. Lo storico e papirologo tedesco è molto critico su questa tendenza che attribuisce alla moda di magnificare il dubbio, osserva infatti che per i Vangeli «la fede nei resoconti è vista come ingenuità e il dubbio viene salutato come atteggiamento genuino e colto», di qui la necessità secondo questa tendenza liberale di ridatare i vangeli verso la fine del primo secolo, se non all'inizio del secondo[1]. La querelle verte su diversi punti, i più importanti sono due: 1) che gli evangelisti Matteo e Luca copiarono dal vangelo di Marco e 2) che i tre vangeli sinottici come anche quello di Giovanni sono opera di comunità cristiane della fine del primo secolo, se non dell'inizio del secondo. Non quindi di autori testimoni oculari, o di redattori vicino a tali testimoni, ma ad avviso di questi studiosi, di scrittori non autorevoli animati dalla fede, per cui i Vangeli risultano di fatto basati su una vera e propria falsificazione delle fonti, una «creazione della chiesa primitiva, che aveva il desiderio di presentare Gesù come il vero Figlio di Dio, invece di un semplice essere umano con grande facilità di parola». Il professor Thiede nella sua opera Gesù mito o realtà? contesta questi espliciti dubbi sulla veridicità dei quattro vangeli, sinottici compresi. Lo fa con una serie di considerazioni storiche, fra le quali:

Lo storico tedesco conclude le suddette considerazioni con una nota molto critica: «Se i troppo numerosi critici dei Vangeli hanno omesso di prendere nota di queste cose, ciò dovrebbe farci pensare maggiormente a proposito dei critici che non rispetto ai Vangeli»[3]

La teoria moderna[4] secondo cui fu Marco, il vangelo più breve, ad essere scritto per primo ha suscitato le perplessità di due importanti storici delle religioni, Giovanni Filoramo e Daniele Menozzi che hanno dichiarato: «Numerosi particolari non (sono) del tutto chiariti e che, come teoria, in luogo di essere la migliore, (è) la meno peggiore»[5][6]

Johann Jakob Griesbach, inventore della sinossi

Il vero inventore della sinossi è stato Johann Jakob Griesbach, in età illuministica[7] Fu lui che introdusse questa denominazione nel primo volume della sua edizione critica del Nuovo Testamento in tre volumi (1774-1775). Prima di allora non si può parlare di una valutazione critica del materiale che accomuna Matteo, Marco e Luca.

Nel XIX secolo ad opera di (Karl Lachmann, Christian Gottlob Wilke e Johannes Weiß) e soprattutto nel XX si giunge alla conclusione che il testo più antico è quello di Marco. Il 90% del Vangelo di Marco è presente in quello di Matteo e il suo 50% in quello di Luca (Mc è il vangelo più breve, composto da 661 vv; Mt ne ha 1.068 e ne contiene 600 di Mc; Lc ne ha 1.149 di cui 350 sono di Mc). In conseguenza di questa stretta relazione tra i 3 vangeli è agevole disporli in colonne e vederne diverse sottolineature.

Esempio di sinossi su un testo evangelico
visualizza tutti[8]
Matteo 19,9 Marco 10,11-12 Luca 16,18
Chiunque ripudia la propria moglie, Chiunque ripudia la propria moglie, Chiunque ripudia la propria moglie,
se non in caso di concubinato,    
e ne sposa un'altra commette adulterio. e ne sposa un'altra commette adulterio e ne sposa un'altra commette adulterio.
  contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro commette adulterio.  
    Chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio.

Origine dei vangeli

Lo stesso argomento in dettaglio: Nascita dei vangeli.

Sono state proposte varie teorie sull'origine dei tre vangeli sinottici e sulla loro datazione, l'ipotesi più comune è che il vangelo di Luca ed il vangelo di Matteo siano stati scritti sulla base del vangelo di Marco accostato ad altre fonti (ad esempio la fonte Q), ma non c'è accordo tra gli studiosi su questa teoria.

Una tendenza recente, ma che trova le sue radici nelle teorie dei teologi tedeschi Adolf von Harnack dapprima e soprattutto in Rudolf Bultmann poi, è quella di demitizzare i vangeli iniziando dall'asserire che non furono compilati da testimoni oculari della vita di Gesù, come Matteo e Giovanni o da persone vicino agli apostoli, come Marco e Luca, bensì da comunità cristiane del I secolo che elaborarono i vangeli basandosi su fonti non attendibili e rendendo i vangeli stessi non credibili e mitologici.[9]

D'altra parte il noto filologo e teologo francese Claude Tresmontant asserisce, che « I Vangeli furono scritti al tempo di Gesù da persone che parlavano in aramaico o in ebraico »[10] per cui le affermazioni di Bultmann, che attribuiva gli scritti dei vangeli ad una comunità di un secolo successivo che conosceva solo il greco, non avrebbero avuto fondamento.

D'altronde il biblista francese Jean Carmignac, traduttore dei Manoscritti del Mar Morto e uno dei massimi esperti dei manoscritti di Qumran, ha dichiarato più volte che i semitismi contenuti nei vangeli sinottici sono tanti e di diverse specie che a suo avviso l'evidenza che quei vangeli furono dapprima scritti in ebraico e poi ritradotti in greco è più di una semplice teoria. Secondo il noto biblista, l'ebraico, al tempo in cui furono scritti i vangeli, non solo era una lingua ancora viva, ma una lingua parlata e scritta da chi era vissuto al tempo di Gesù o immediatamente dopo, come i tre evangelisti redattori dei vangeli anziché un'ipotetica comunità cristiana che decenni dopo scrisse in greco e redasse quei vangeli, nonostante non fosse testimone dei fatti.[11]

Carmignac fu critico verso l'attitudine degli studiosi moderni a sottovalutare e a non approfondire l'argomento dei semitismi, facendo rilevare che l'argomento non è proprio originale, visto che già nel 1518 il teologo e filosofo Erasmo da Rotterdam fu il «primo a scoprire alcuni semitismi» per non parlare di Origene di Alessandria e Girolamo che « avevano già più volte spiegato il greco del Nuovo Testamento con il ricorso dell'ebraico dell'Antico»[12]. Inoltre «eccellenti filologi» delle più importanti università di Germania e dei Paesi Bassi affrontarono con serietà il problema come Benito Arias Montano, Juan de Alba, Salomon Glass, John Lightfoot, Tomas Gantaker, Henry Hammond. Brian Walton, Jaques Gousset, Christian Schoettgen, Joannes Drusius ed altri. Carmignac dal suo studio rilevò almeno nove tipi di semitismi presenti nei vangeli sinottici: 1) Semitismi di prestito, 2) Semitismi di imitazione, 3) Semitismi di pensiero, 4) Semitismi di vocabolario, 5) Semitismi di sintassi, 6) Semitismi di stile, 7) Semitismi di composizione, 8) Semitismi di trasmissione e 9) Semitismi di traduzione[13] facendo notare che mentre alcuni dei suddetti «non contano» per la dimostrazione della lingua originale dei vangeli, gli ultimi tre, dimostrano incontrovertibilmente che i termini scelti per «realizzare quelle assonanze» in ebraico, scompaiono se usati in lingua greca[14]

Confronto dei testi evangelici

Lo studio biblico ha prodotto nel tempo una serie di comparazioni fra i testi evangelici.

Non tutti gli autori concordano in merito a una coerenza interna dei quattro vangeli canonici e al fatto che Matteo, Marco e Luca siano propri sinottici.

Differenze tra i sinottici

Tra i sinottici si riscontrano una serie di divergenze:

Differenze tra i sinottici e Giovanni

Vi sono divergenze anche tra i sinottici e Giovanni:

Differenze con altri scritti del Nuovo Testamento

Vi sono divergenze anche tra i Vangeli e altri scritti del Nuovo Testamento:

Altre questioni

Un'altra questione riguarda Giacomo apostolo, fratello di Gesù secondo una parte dei vangeli. Fratelli e sorelle di Gesù, particolarmente Giacomo, Giuseppe, Giuda, Simone in Mc 6,3 (vedi Giacomo il fratello del Signore) sono menzionati in alcuni passi dei Vangeli (Mt 12,46; 13,55; Mc 3,31; Lc 8,19; Gv 2,12; 7,3 ss.; 20,17) ma anche in altri scritti del Nuovo Testamento come gli Atti degli Apostoli (At 1,14; 1) e le Lettere di Paolo (Cor 9,5; Gal 1,19). Le parole greche adelphòs (fratello) e anepsiòs (cugino) traducono l'aramaico "Ah" che letteralmente vuol dire fratello, ma non solo inteso come consanguineo, e con la quale gli Ebrei esprimevano la parentela in genere o, addirittura semplicemente compaesano o compatriota. Sia greco che aramaico non hanno termini per indicare tutti i gradi di parentela a noi noti; inoltre, nel Vangelo sono presenti espressioni del tipo «figlio di sua madre»: Gesù è sempre indicato come figlio di Maria, mentre gli altri apostoli mai.

Sulla base delle discordanze esistenti tra i vangeli sono stati avanzati ulteriori rilievi dall'abate Jean Meslier, secondo cui in particolare l'appellativo di "nazareno" avrebbe il significato di "nazireo" e non quello di "originario di Nazaret".

Note

  1. ^ a b Carsten Peter Thiede, Gesù mito o realtà? (titolo originale : Jesus, Man or Myth?), Leumann, Elledici Edizioni, 2005, p. 7, ISBN 978-88-01-04494-2
  2. ^ Carsten Peter Thiede, Gesù mito o realtà? (titolo originale : Jesus, Man or Myth?), Leumann, Elledici Edizioni, 2005, pp. 13-14 ISBN 978-88-01-04494-2
  3. ^ a b Carsten Peter Thiede, Gesù mito o realtà? (titolo originale : Jesus, Man or Myth?), Leumann, Elledici Edizioni, 2005, p. 14 ISBN 978-88-01-04494-2
  4. ^ Eusebio in Storia ecclesiastica, VI, XXXV, 3,6 riferisce che fu Matteo il primo vangelo ad essere messo per iscritto e non Marco. Origene riportando le parole di Eusebio sostiene l'identico pensiero.
  5. ^ Giovanni Filoramo e Daniele Menozzi, Storia del Cristianesimo, volume I. "L'antichità", Roma-Bari, Laterza, 2008, pp. 112-133
  6. ^ Andrea Filippini, Protocristianesimo il cristianesimo del I secolo alla luce degli scritti neotestamentari, Roma, GB Editoria, 2013, ISBN 978-88-98158-08-9
  7. ^ Synopsis Evangeliorum Matthäi Marci et Lucae una cum iis Joannis pericopis quae omnino cum caeterorum Evangelistarum narrationibus conferendae sunt …, Lipsiae, 1776.
  8. ^ Mt+19,9.Mc+10,11-12.Lc+16,18, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  9. ^ Marie Christine Ceruti Cendrier, I vangeli sono dei reportages anche se a qualcuno non va, Pessano, 2008
  10. ^ Massimo Astrua, La storicità dei vangeli una guerra vinta!, Pessano, Mimep-Docete, 2009 p. 21, ISBN 978-88-8424-170-2
  11. ^ Jean Carmignac, Nascita dei vangeli sinottici, pp. 7-13, 14-52
  12. ^ Jean Carmignac, Nascita dei Vangeli sinottici, p. 23
  13. ^ Jean Carmignac, Nascita dei vangeli sinottici, pp. 23 - 52
  14. ^ Jean Carmignac, Nascita dei vangeli sinottici, p. 39
  15. ^ Joseph Ratzinger, Gesù di Nazareth, vol. 2°, Rizzoli, 2011

Bibliografia

Voci correlate

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