L'Aiguille Verte è una vetta situata nella parte settentrionale del massiccio del Monte Bianco, nella catena che prende il suo nome. È alta 4.121 m o, a seconda delle fonti, 4.122 m.
Caratteristiche
Fa parte delle 82 cime alte più di 4.000 metri recensite nelle Alpi: i 4000 delle Alpi. Il suo nome deriva dal colore verde-blu con cui si tinge il ghiaccio che ricopre la cima, quando il sole riesce ad illuminarne il profilo.
Si articola in quattro versanti ed altrettante creste:
Il versante sud, o versante di Talèfre, sul ghiacciaio di Talèfre, nel quale si trova la via normale, ovvero il couloir Whymper;
Il versante sud-ovest, o versante della Charpoua, sul ghiacciaio della Charpoua;
Il versante ovest, o versante del Nant Blanc, sul ghiacciaio del Nant Blanc, che domina la valle di Chamonix;
La cresta tra il versante sud ed il versante sud-ovest si abbassa verso Le Cardinal (3.638 m), L'Éveque (3.469 m), La Nonne (3.341 m) ed infine l'Aiguille du Moine (3.412 m);
La cresta tra il versante sud-ovest ed il versante ovest si abbassa verso la Pointe Croux (4.023 m), l'Aiguille Sans Nom (3.982 m) ed infine le Aiguilles du Dru (3.754 m);
La cresta tra il versante ovest ed il versante nord si abbassa verso la Petite Aiguille Verte (3.508 m);
Pareti nord dell'Aiguille Verte, delle Droites, delle Courtes e delle Grandes Jorasses - 18 marzo 1986 - Concatenamento di Jean-Marc Boivin in solitaria in 17 ore. Ha salito la Goulotte Grassi-Comino sull'Aiguille Verte, la via Cornuau-Davaille sulle Droites, la via degli Svizzeri sulle Courtes e il Linceul sulle Grandes Jorasses. Ha effettuato gli spostamenti in parapendio e deltaplano.[1]
Vie alpinistiche
Parete nord
Couloir Cordier - 31 luglio 1876 - Prima salita di Henry Cordier, Thomas Middlemore, Oakley Maund con Jakob Anderegg, Johann Jaun e Andreas Maurer.[2]
Couloir Couturier - 1º luglio 1932 - Prima salita di Marcel Couturier, Armand Charlet e Jules Simond.[3]
Goulotte Bettembourg-Thivierge - 19 maggio 1975 - Prima salita di Georges Bettembourg e Michel Thivierge. Esce al Col de la Grande Rocheuse.[3]
^Christian Imboden, Berge: Beruf, Berufung, Schicksal. Die St. Niklauser Bergführer als Wegbereiter des internationalen Alpinismus, Rotten Verlag, Visp, 2013, ISBN 3-907624-48-3, p. 138 e Damilano, p. 165