Alfred Jarry

Alfred Jarry (Laval, 8 settembre 1873Parigi, 1º novembre 1907) è stato un drammaturgo, scrittore e poeta francese.

Ritratto di Jarry in bicicletta

I testi di Jarry sono considerati tra i primi sul tema dell'assurdità dell'esistenza e hanno a che fare con il grottesco e il fraintendimento (si pensi al termine ''merdre'' da lui coniato come fusione dei termini "mère" e "merde"). La sua commedia più famosa, che venne musicata da Claude Antoine Terrasse, è l'Ubu re (1896), considerata caposaldo e vera e propria pietra miliare del teatro dell'assurdo.

Biografia

Nato da Anselme Jarry e Caroline Quernest (a sua volta figlia di Jean Baptiste Quernest, giudice a Hédé, e di Octavie-Sophronie Coutouly, presto rinchiusa in ospedale psichiatrico), il primo commesso viaggiatore e la seconda con strane propensioni, come quella di travestirsi da uomo. Anche lo zio della madre era considerato mezzo matto[1]. Provinciale intelligente e curioso, dopo un'infanzia in Bretagna, Jarry compì studi ai licei di Saint-Brieuc e Rennes[2] e all'École Normale Supérieure (questi interrotti nel 1891[3]). Trovò nella Parigi di fine secolo e nell'eccentricità dei suoi ambienti artistici la strada di una vocazione letteraria che lo portò a contatto con i simbolisti.

Le sue prime opere, come Les minutes de sable. Mémorial (1894) e César Antéchrist (1895), cariche di violenza verbale e fantasia, ne seguono il gusto decadente. Non si conoscono relazioni femminili (tranne forse la scrittrice Rachilde Vallette), mentre quelle maschili, numerose, cameratesche e scapigliate, lo mettono in contatto con Léon-Paul Fargue, suo caro amico[4], e Mallarmé[5], mentre traduce Coleridge, Stevenson o Emmanouil Roidis, e prende disordinati appunti di lettura, poi trasformati in articoli.

Quando non è a Parigi è a Corbeil, dove ha acquistato una specie di baracca, o a Laval, dalla sorella Marie-Caroline detta Charlotte. Il suo gusto per il teatro risale agli anni dell'adolescenza, quando in famiglia aveva inventato un teatro detto "Phynances" al quale lavorava con amici, i fratelli Morin. Collaborò al Mercure de France e a Ymagier, rivista di Remy de Gourmont, poi pubblicò due numeri della propria rivista Perhinderion. La sua fama è legata principalmente all'invenzione di un personaggio: “Padre Ubu”; grottesca marionetta umana, avida di potere e di denaro, ingorda, cinica, brutale e paurosa, che rappresenta il piccolo borghese del tempo, affascinato dall'idea del potere e della gloria e vile al loro cospetto.

Le avventure di Ubu, che prescindono da ogni tipo di moralismo, si impongono per l'uso sagace ed irriverente di tutte le convenzioni linguistiche e nella deformazione intenzionale e molto ben riuscita dei modelli teatrali correnti. Ubu re venne messo in scena nel 1896 al Théâtre de l'Œuvre di Parigi, generando un piccolo putiferio[6]. Vi fu anche chi scrisse: «Ormai Ubu esiste, inevitabilmente».[senza fonte][7] Dopo Ubu Roi, Jarry riprese il personaggio in Ubu Cocu e Ubu enchaîné (1900), in Almanach illustré du Père Ubu e Ubu sur la Butte (1901).

Fondò con il musicista Claude Terrasse il "Théâtre des Pantins" e conobbe Apollinaire, Picasso e Marinetti, tutti innovatori di vaglia come lui.

Jarry morì a soli 34 anni, di meningite tubercolare, complicata fra l'altro da denutrizione, mancanza di riscaldamento, uso di alcol puro e assenzio. Prima di morire chiese ai suoi amici come ultimo desiderio uno stuzzicadenti. Il suo corpo fu tumulato nel cimitero parigino di Bagneux, vicino a Parigi. Dopo la morte uscì il romanzo postumo Gestes et opinions du Docteur Faustroll, pataphysicien (1911) e diversi scritti lasciati incompiuti o a livello di progetto.

La patafisica

Inoltre, Jarry è conosciuto anche per aver dato vita al termine patafisica, una pseudo-scienza definita come segue:

«La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità.»

Esempio pratico del concetto di patafisica: se getti una moneta, questa cade, ma la prossima volta che la getterai sarà solo grazie ad una coincidenza infinitesimale se essa cadrà esattamente nello stesso modo; migliaia di altre monete seguiranno, in altre mani, e conosceranno percorsi inimmaginabili. «Profeticamente ammiccante [la sua] scrittura energica, lucida, dirompente [...] affida la funzione simbolica agli oggetti più triviali, la dinamica teatrale ai sussulti farseschi più corrivi e sbrigativi»[8]

Opere

postume
in italiano

Note

  1. ^ Lucio Chiavarelli, Alfred Jarry. Appunti per una biografia in Alfred Jarry, I giorni e le notti, Roma: Newton Compton, 1975, pp. 9-34.
  2. ^ È noto che Ubu verrà in parte modellato su Hébert, suo professore di fisica al liceo di Rennes, come il personaggio di Bombus in parte si rifà a Bourdon, professore di filosofia.
  3. ^ Nel periodo di preparazione per entrarvi, fatto al Lycée Henri-IV, fu compagno di banco di Albert Thibaudet.
  4. ^ Nel 1897 però tra i due ci fu una rottura plateale e non si rivolsero più la parola. È stato quindi ipotizzato, anche sulla base dello scritto Haldernablou (1894), che Jarry fosse omosessuale.
  5. ^ Michel Arrivé, Alfred Jarry, in Pierre Abraham e Roland Desné (a cura di), Storia della letteratura francese, vol. III: Dalla fine dell'Ottocento a oggi, Garzanti, Milano 1985, pp. 141-46.
  6. ^ Due famosi critici del tempo lasciarono la sala indignati alla fine del primo atto. Jules Lemaître credeva fosse uno scherzo, Jules Renard ne fu addirittura scandalizzato. Tristan Bernard ne rimase invece divertito e si dice che Colette abbia pianto perché non era riuscita a entrare in sala. cfr. Chiavarelli, op. cit, p. 17.
  7. ^ Ubu, su patafisica.it. URL consultato il 13/05/2022.
  8. ^ Alfredo Giuliani, prefazione all'edizione Adelphi di Ubu (1977), p. XIV.

Bibliografia

Bibliografia critica

Voci correlate

Altri progetti

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