L'assonanza (da assonare, nel senso di «avere suono simile») è un fenomeno di metrica che consiste nella parziale identità di suoni di due o più versi.

La forma più comune di assonanza è una rima imperfetta in cui le parole hanno le stesse vocali a partire dalla vocale accentata (vocale tonica), mentre le consonanti sono diverse, anche se spesso di suono simile. Si possono distinguere diversi tipi:

L'assonanza è praticata soprattutto nelle canzoni popolari e nei proverbi (Aprile, dolce dormire), ma anche nelle opere più antiche della poesia romanza: le strofe di cui è costituita la Chanson de Roland, dette lasse, erano spesso assonanzate, e si possono trovare assonanze in alcune composizioni dei trovatori, così come nei più antichi testi spagnoli.

L'assonanza è impiegata spesso nella poesia del Novecento al posto della rima, ed è frequente nel linguaggio della pubblicità.

Assonanza e neologismi

Talvolta accade che dei neologismi siano creati per semplice assonanza e non per derivazione etimologica. Il caso più recente quello del suffisso -poli, che deriva dalla parola greca pólis che vuol dire città. Questo suffisso, dal cosiddetto periodo denominato Tangentopoli, (letteralmente la città e, per estensione, il mondo, delle tangenti) viene utilizzato per indicare casi di corruzione o scandalo (vallettopoli, bancopoli, calciopoli ecc.), erroneamente perché ad esempio vallettopoli letteralmente significa città delle vallette. Lo stesso fenomeno era accaduto, per gli scandali politici, dopo il caso del Watergate (cia gate, sexy gate, Iran gate ecc.).

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