Asterix e lo scudo degli Arverni
fumetto
Copertina dell'edizione Panini Comics
Titolo orig.Le Bouclier arverne
Lingua orig.francese
PaeseFrancia
TestiRené Goscinny
DisegniAlbert Uderzo
EditoreHachette Livre in precedenza Dargaud
Albiunico
Editore it.Arnoldo Mondadori Editore
1ª edizione it. – 1970
Testi it.Luciana Marconcini
Generecommedia
Preceduto daAsterix legionario
Seguito daAsterix alle Olimpiadi

Asterix e lo scudo degli Arverni (Le Bouclier arverne) è l'undicesima storia a fumetti della serie Asterix[1], creata dal duo francese René Goscinny (sceneggiatura) e Albert Uderzo (disegni). La sua prima pubblicazione in volume in lingua originale risale al 1968[2].

Trama

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Abraracourcix, capo del villaggio di Asterix, soffre di mal di fegato a causa dei frequenti banchetti. Viene perciò convinto dal druido Panoramix a recarsi nel paese degli Arverni, famoso per gli stabilimenti termali, per sottoporsi a una cura rigorosa, e sceglie i fidi Asterix e Obelix per accompagnarlo nel viaggio. Giunti a destinazione, e affidato il loro capo alle cure di un druido locale, i due iniziano a visitare il paese e la città di Gergovia, sede della famosa battaglia, facendo ben presto amicizia con un oste di nome Alambix.

Nel frattempo Giulio Cesare, preoccupato per i disordini nella regione, progetta di allestire un grande trionfo per fiaccare lo spirito degli abitanti, sfilando per la capitale sullo scudo che fu di Vercingetorige, capo dei Galli. Tuttavia, il suddetto scudo sembra essere introvabile: trafugato da un soldato romano la notte seguente la vittoriosa battaglia di Alesia, passò di mano in mano e infine se ne persero le tracce. Desideroso di averlo per celebrare il suo trionfo, Cesare ordina al suo inviato Tullius Fronzolus di battere a tappeto il paese degli Arverni per ritrovarlo.

Venuti a sapere della cosa, Asterix e Obelix decidono di recuperare loro stessi lo scudo per ostacolare Cesare. Dopo varie indagini e numerose peripezie (inclusa una breve permanenza in una casa di cura termale, in cui il regime di dieta stretta mette a dura prova la resistenza di Obelix) i due scoprono che l'ultimo possessore noto dello scudo è stato proprio il loro amico Alambix, che lo ha però ceduto a uno sconosciuto guerriero gallico sopravvissuto alla disfatta.

La ricerca sembra essere a un punto morto, quando il guerriero in questione entra a sorpresa nella locanda di Alambix: l'oste lo riconosce subito, si tratta di nient'altri che Abraracourcix, che, venuto in possesso dello scudo tanti anni prima, da allora lo ha sempre conservato portandolo sempre con sé (e, solitamente, viaggiandoci sopra, alla moda dei capi celtici). Ed è proprio Abraracourcix ad essere portato in trionfo per le strade di Gergovia sul leggendario scudo degli Arverni, fra le acclamazioni del popolo gallico ed il gran scorno di Cesare.

Personaggi principali

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I personaggi presenti nella storia più rilevanti ai fini della trama sono:

Riferimenti storici e parodie

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Vercingetorige getta le armi ai piedi di Cesare (quadro di Lionel-Noël Royer, 1899)

Gran parte della vicenda si basa su elementi storici realmente accaduti romanzati o parodiati. Gli Arverni, così come descritti dallo stesso Giulio Cesare nel De bello Gallico, furono effettivamente uno dei popoli maggiormente bellicosi della Gallia: sotto la guida del loro capo Vercingetorige dettero filo da torcere alle legioni di Cesare, sconfiggendo i Romani nella battaglia di Gergovia prima di venire definitivamente piegati nella Battaglia di Alesia, che segnò la definitiva capitolazione della Gallia al giogo romano. Il "paese degli Arverni" corrisponde, grosso modo, alla moderna Alvernia, nel centro-sud della Francia. L'atto di Vercingetorige di deporre le armi ai piedi di Cesare, in segno di resa, è stato tramandato da numerose versioni storiografiche oltre che in varie raffigurazioni artistiche, sebbene nel fumetto il gesto consista nel gettare le armi sui piedi di Cesare. Inoltre, corrisponde a realtà il fatto che l'ubicazione della storica città di Alesia, sede della sconfitta gallica, per molto tempo sia stata dibattuta[6]: nel fumetto questo viene fatto dipendere dall'estremo orgoglio (e dalla notevole suscettibilità) dei Galli che impedisce loro di parlare del triste evento. Infatti, ogni qual volta pongono la domanda su dove si trovi la città, Asterix e Obelix si sentono rispondere in maniera stizzita "Alesia? Non conosco Alesia! Non so dove si trovi Alesia! Nessuno sa dove si trovi Alesia!"[2][6] - laddove invece è lo stesso Abraracourcix a suggerire ai due di visitare Gergovia, "sede della nostra grande e immortale vittoria".

Vengono poi parodiati usi e costumi - per lo più stereotipati - delle popolazioni incontrate. In particolare viene parodiato il modo di parlare degli Arverni, che si esprimono tutti addolcendo le "s" (per cui "scialve", "buonasciera", "cashtagne"... o, nell'originale francese, "comme cha")[3].

Un'altra gag riguarda i negozi di Gergovia, che vendono tutti "vino e carbone"; questo è un riferimento agli immigrati parigini provenienti dalla regione del Massiccio Centrale nel XIX secolo, chiamati nel gergo della capitale francese "bougnat", che secondo un comune stereotipo erano soliti vendere per l'appunto vino e carbone. Alambix, infatti, parlando con Asterix e Obelix ricorda i tempi in cui lui e i suoi concittadini vivevano a Lutetia, "vendendo vino e carbone"[7].

Riferimenti ad altri albi

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La moglie di Abraracourcix Beniamina (Bonemine), apparsa per la prima volta in Asterix e il duello dei capi, viene chiamata per nome, assumendo la sua caratterizzazione definitiva[8][9]. Inoltre, è anche una delle poche avventure nelle quali il bardo Assurancetourix partecipa al banchetto finale, senza essere legato e imbavagliato come di consueto: a mancare ai festeggiamenti è invece proprio Abraracourcix, trattenuto in casa dalla moglie (e probabilmente picchiato con lo stesso scudo del titolo) per non aver perso le abitudini goderecce anche dopo il soggiorno termale.

Storia editoriale

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In Francia la storia fu serializzata inizialmente all'interno della rivista Pilote, in cui apparve a puntate dal numero 399 (15 giugno 1967) al 421 (16 novembre 1967)[10]; in seguito è stata pubblicata in albo cartonato nel 1968 dall'editore Dargaud. L'albo viene ristampato dalla casa editrice Hachette Livre, che nel dicembre 2008 acquisì da Uderzo e da Anna Goscinny (figlia dello scomparso René) tutti i diritti sulle pubblicazioni di Asterix[11][12].

Edizioni estere

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Italia

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In Italia l'albo è edito, come gli altri della serie, da Mondadori; la prima edizione italiana risale al settembre 1969[13][14] per la traduzione di Luciana Marconcini[15]. La Mondadori ha ristampato l'albo più volte nel corso degli anni; l'ultima edizione, condotta su quella francese di Hachette Livre, è della fine del 2011 e rispetto alle precedenti presenta, pur mantenendo invariata la traduzione, una copertina diversa, un nuovo lettering e una colorazione rinnovata[13]; è inoltre caratterizzata dall'avere la sagoma di Asterix stampata in rosso sulla costa. Nel 1978 è stata pubblicata dalla Mondadori una versione tascabile in bianco e nero dell'albo, nella collana Oscar Mondadori[13].

La storia è stata pubblicata a puntate anche all'interno della rivista Il Giornalino (Edizioni San Paolo), nella quale fece la sua prima apparizione nel 1979[14] venendovi poi ristampata periodicamente. Tale edizione è basata su quella Mondadori e presenta la stessa traduzione di Luciana Marconcini. Un'ulteriore edizione italiana dell'albo è stata quella pubblicata da Fabbri/Dargaud, datata maggio 1983[13][14]. Anche questa era basata sull'edizione Mondadori, e presenta il medesimo titolo e la medesima traduzione[13].

In altre lingue

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Il titolo originale dell'albo, Le Bouclier arverne, è stato tradotto come segue in alcune delle principali lingue in cui il fumetto è edito[16]; vengono inoltre indicate la casa editrice e l'anno di prima pubblicazione[17]:

Altri media

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Parti della trama e dei disegni di questa storia vennero usate per il videogioco Asterix and the Power of the Gods, pubblicato nel 1995 per la piattaforma Sega Mega Drive.

Note

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  1. ^ Elenco degli albi sul sito ufficiale, su asterix.com. URL consultato il 24 ottobre 2011.
  2. ^ a b Scheda dell'albo, in Asterix.com (sito ufficiale). URL consultato il 3 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2015).
  3. ^ a b Scheda sul personaggio di Alambix, in Asterix.com. URL consultato il 23 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2013).
  4. ^ Scheda sul personaggio di Fronzolus, in Asterix.com. URL consultato il 23 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2014).
  5. ^ Scheda sul personaggio di Gaiogibus, in Asterix.com. URL consultato il 23 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2014).
  6. ^ a b Dov'è Alesia?, in Asterixweb.it. URL consultato il 7 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2009).
  7. ^ Tavola 12
  8. ^ Scheda sul personaggio di Beniamina, in Asterix.com. URL consultato il 23 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2013).
  9. ^ Scheda dell'albo, in Asterixweb.it. URL consultato il 7 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2012).
  10. ^ Cronologia delle pubblicazioni di Asterix su Pilote, in bdoubliees.com.
  11. ^ Hachette Livre, nouveau propriétaire d'«Astérix», in Le Monde, 14 dicembre 2008. URL consultato il 14 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2008).
  12. ^ Astérix passe sous le contrôle d'Hachette, in Le Monde, 12 dicembre 2008.
  13. ^ a b c d e Pubblicazioni italiane di Asterix, in Asterix-obelix.nl (Asterix around the world).
  14. ^ a b c Pubblicazioni italiane di Asterix, in Dimensionedelta.net.
  15. ^ Dati sull'edizione italiana, in iafol.org. URL consultato il 6 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2011).
  16. ^ Per questioni di leggibilità, ci si è limitati ad elencare le traduzioni mostrate nella Scheda dell'albo (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2015). in Asterix.com; per una lista esaustiva si rimanda al sito Asterix around the world. e alla pagina Bourse aux traductions (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2013). sul sito ufficiale
  17. ^ Traduzioni dell'albo, in Asterix-obelix.nl (Asterix around the world).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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