Busan International Film Festival
LuogoBusan, Corea del Sud
Annidal 1996
Frequenzaannuale
Dateottobre
GenereFestival cinematografico asiatico
Sito ufficialewww.biff.kr
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Il Busan International Film Festival (BIFF), precedentemente Pusan International Film Festival (PIFF), è un festival cinematografico che si tiene ogni anno nel distretto di Haeundae, Busan (anche Pusan), in Corea del Sud.

La prima edizione, tenutasi dal 13 al 21 settembre 1996, è stata anche la prima edizione di un festival cinematografico internazionale in Corea. Nel 1999 è stato istituito il Piano di Promozione Pusan (ribattezzato Asian Project Market nel 2011) per collegare i nuovi registi alle fonti di finanziamento. Il 16° BIFF nel 2011 ha visto il festival trasferirsi in una nuova sede permanente, il Busan Cinema Center a Centum City.

Storia

1ª edizione

2ª edizione

3ª edizione

4ª edizione

5ª edizione

6ª edizione

7ª edizione

8ª edizione

9ª edizione

10ª edizione

11ª edizione

12ª edizione

13ª edizione

14ª edizione

15ª edizione

16ª edizione

17ª edizione

18ª edizione

19ª edizione

20ª edizione

21ª edizione

22ª edizione

23ª edizione

24ª edizione

25ª edizione

26ª edizione

27ª edizione

28ª edizione

Il festival della profonda discrepanza tra il trionfo mondiale della produzione sud coreana via Netflix e lo svuotamento catastrofico delle sale cinematografiche del paese, così si legge sui Cahiers du cinéma, a tal punto, scrive nell'articolo Vincent Malausa, che tutti i muri del festival erano tappezzati dalla scritta I teatri non sono morti. Nello stesso articolo si parla di qualche film selezionandolo dalla jungla delle proiezioni del festival, stigmatizzando The ballerina con Jeon Jong-seo, segnalando, tra altri, il birmano Ten Years Myanmar e ritenendo Rapture di Dominic Sangma il più bel film dell'edizione 2023.[2]

Sezioni

Il Busan International Film Festival si articola in varie sezioni, tra cui "Una finestra sul cinema asiatico", dedita alla rappresentanza di registi provenienti dall’intero continente asiatico; "Nuove Correnti", durante la quale vengono presentati i lungometraggi di figure emergenti del cinema asiatico; "Retrospettiva sul cinema coreano", che ripropone opere di grandi nomi appartenenti al panorama cinematografico coreano o, alternativamente, una selezione di lungometraggi incentrati su temi significativi; "Grandangolo", incentrata su lavori sperimentali.

Controversia

Il Busan International Film Festival venne coinvolto in una controversia dopo aver deciso di proiettare Diving Bell (다이빙벨?) del giornalista Lee Sang-ho, un documentario riguardante il naufragio del traghetto Sewol avvenuto il 16 aprile 2014 che causò la morte di 304 persone. Prima dell'inizio del 19º festival (tenutosi dal 2 all'11 ottobre 2014), i familiari di alcune delle vittime consegnarono una lettera di protesta al sindaco di Busan e al presidente del comitato per l'organizzazione del Festival, Seo Byung-soo, e tennero una conferenza stampa, dichiarandosi contrari alla messa in onda del film, definendolo non imparziale e che "ferisce le famiglie in lutto che desiderano andare avanti". Inoltre, essendo una pellicola particolarmente critica nei confronti della gestione dell'incidente da parte del governo, aveva riscontrato difficoltà nel trovare distributori ufficiali in Corea. A fronte di ciò, Seo Byung-soo provò a ritirare il film dal programma del Festival, venendo accusato, così, di censura.[3] Diving Bell venne quindi proiettato: una delle conseguenze di questa scelta fu il taglio ai finanziamenti del BIFF (quasi del 50%), nei due anni successivi, da parte del consiglio cinematografico del governo.[4][5][6] In aggiunta, il Direttore e membro fondatore del Festival Lee Yong-kwan venne accusato di appropriazione indebita e condannato a una pena detentiva sospesa, poi modificata in una multa, per cui fece ricorso. Nel 2016 presentò comunque le sue dimissioni.

Tali risvolti vennero popolarmente interpretati come una "vendetta", e come una strategia dello Stato per influenzare il BIFF. Di conseguenza, nonostante le dimissioni, a febbraio del 2016, di Seo Byung-soo dalla carica di presidente dell'organizzazione del Festival (a seguito di pressioni da parte del BIFF stesso),[7] nove organizzazioni cinematografiche sudcoreane minacciarono di boicottare l'edizione prevista per ottobre, accusata di non poter garantire indipendenza e libertà d'espressione. A seguito di un'assemblea tra i rappresentanti di queste organizzazioni il 21 marzo, vennero richieste, in una conferenza stampa a Seul, le scuse pubbliche di Seo per le sue azioni degli ultimi tre anni, e la revisione degli articoli dello statuto del Festival (su cui il sindaco di Busan aveva avuto dei tentennamenti), in modo da garantirne l'autonomia e l'indipendenza.

In questo contesto, molti espressero online il loro sostegno al Festival, tramite l'hashtag #ISUPPORTBIFF; mentre altri indossarono adesivi a sostegno del capo del Festival estromesso, Lee Yong-kwan; che venne reintegrato e nominato nuovamente presidente del Festival nel 2018.[8]

Note

  1. ^ (EN) Archive History, su biff.kr.
  2. ^ (FR) Vincent Malausa, Busan, tranchants tableaux, in Cahiers du cinéma, n. 803, Paris, Novembre 2023, p. 68.
  3. ^ (EN) Nemo Kim, Busan Festival Hit By Sewol Ferry Controversy, su Variety, 24 settembre 2014. URL consultato il 17 maggio 2023.
  4. ^ (EN) Busan film festival ready for action despite turmoil, su France 24, 10 ottobre 2017. URL consultato il 17 maggio 2023.
  5. ^ (EN) Isabella Steger, South Korea's Busan film festival is emerging from under a dark political cloud, su Quartz, 10 ottobre 2017. URL consultato il 17 maggio 2023.
  6. ^ (EN) Lee Hyo-won, How Asia’s Busan Film Festival Bounced Back After Strife and Scandal, su The Hollywood Reporter, 2 ottobre 2018. URL consultato il 17 maggio 2023.
  7. ^ (EN) Park Hyong-ki, Busan mayor resigns as BIFF chief, su The Korea Herald, 18 febbraio 2016. URL consultato il 17 maggio 2023.
  8. ^ (EN) LEE Yong-kwan, su Korean Film Biz Zone. URL consultato il 17 maggio 2023.

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