Bypass aorto-coronarico
procedura chirurgica
Prelievo delle vene dalle gambe (a sinistra) e installazione del bypass (in basso). Il perfusionista e la macchina cuore-polmone sono a destra
Classificazione e risorse esterne
ICD-10021
ICD-936.1
ICD-9-CM36.1
MeSHD001026
MedlinePlus002946
eMedicine1893992 e 2500047

Il bypass aorto-coronarico (BPAC, CABG o cabbage, da Coronary Artery Bypass Graft surgery) è l'intervento cardiochirurgico a maggior frequenza di esecuzione. I primi interventi di questo tipo vennero effettuati nel 1960 e da allora la tecnica è molto progredita. Il bypass permette al sangue di superare un condotto vascolare ostruito parzialmente o totalmente.

Esecuzione

Il cardiochirurgo effettua un'incisione longitudinale sul torace, attraverso lo sterno, detta sternotomia mediana. Attraverso questa incisione il chirurgo accede al cuore ed all'aorta. A valle del restringimento sutura un tratto di vena safena grande o piccola prelevata dal paziente, o più recentemente di arteria mammaria. Successivamente collega l'altra estremità a monte del restringimento o dell'occlusione e più precisamente su un'incisione effettuata sulla parete aortica. In questo modo il sangue avrà un passaggio per aggirare l'ostacolo.

Tipi di interventi

Separazione dell'arteria coronaria destra dal tessuto circostante, durante intervento tradizionale. Il tubo in basso riporta il sangue dalla macchina cuore-polmone

Il bypass aorto-coronarico può essere effettuato attraverso quattro metodologie:

Per il bypass vengono utilizzate:

Benefici

I benefici sono la diminuzione drastica dell'infarto del miocardio, un recupero di forze e l'eliminazione del dolore dovuto all'ostruzione.

Lo studio ASCERT (Survival after PCI or CABG in older patients with stable Multivessel Coronary Disease: Comparative Effectiveness of Revascularization Strategies), i cui risultati sono stati presentati all'American College of Cardiology il 27 marzo 2012, ha evidenziato la superiorità della rivascolarizzazione chirurgica rispetto all'angioplastica coronarica nei pazienti affetti da malattia coronarica multivasale (≥3 vasi).

Lo studio ASCERT è uno degli studi osservazionali, che ha coinvolto un numero particolarmente elevato di casi, 600.000, con una analisi finale composta da 103.549 pazienti trattati con angioplastica e 86.244 trattati con bypass aorto-coronarico[3][4]

I risultati sono stati assolutamente a favore della rivascolarizzazione chirurgica (follow up a 4 anni), infatti già dal primo anno di controllo le curve di sopravvivenza sono diventate sempre più divergenti a favore dell'approccio chirurgico.

Rischi

I rischi sono: sanguinamento postoperatorio, infezioni, ictus, infarto miocardico perioperatorio, insufficienza renale, insufficienza respiratoria, morte. La mortalità dell'intervento si aggira intorno all'1%. In Italia è stato condotto uno studio degli esiti a breve termine di interventi di bypass aorto-coronarico nelle cardiochirurgie partecipanti tra il 1º gennaio 2002 e il 30 settembre 2004[5]. Il Progetto BPAC era su base volontaria. In USA questo genere di studi vengono fatti a vantaggio dei malati e dei loro familiari che possono così valutare con trasparenza a chi rivolgersi per le cure.

Note

  1. ^ Tommaso G. Lubrano, Bypass senza il bisturi Nuova procedura mini-invasiva, La Stampa: TuttoScienze, 9 luglio 1997 - numero 776 pagina 4.
  2. ^ (EN) Giuseppe Tavilla, Eline F. Bruggemans, Avoiding sternotomy in repeat coronary artery bypass grafting: Feasibility, safety, and mid-term outcome of the transabdominal off-pump technique using the right gastroepiploic artery., in J Thorac Cardiovasc Surg, 2011, PMID 21885067.
  3. ^ ASCERT CABG, PCI analysis: Lower mortality with surgery
  4. ^ Study Suggests Better Survival in Patients Undergoing CABG Compared to PCI, su cardiosource.org. URL consultato il 1º aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2012).
  5. ^ Risultati dello studio BPAC, su bpac.iss.it. URL consultato il 5 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2007).

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