Cella elettrolitica

Una cella elettrochimica è un dispositivo in grado di convertire energia elettrica in energia chimica o energia chimica in energia elettrica. È composta da due semielementi, chiamati anche semicelle.

Descrizione generale

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Questi semielementi sono tenuti separati da una membrana semipermeabile oppure sono contenuti in contenitori separati collegati da un ponte salino. Quando vengono opportunamente collegati per mezzo di un circuito elettrico esterno, gli elettroni prodotti dalla reazione di ossidazione che si svolge in un semielemento vengono trasferiti all'altro per dare luogo alla reazione di riduzione.

Un semielemento è generalmente composto da un elettrodo metallico immerso in una soluzione elettrolitica, costituita alcune volte dagli ioni dello stesso metallo e altre volte dagli ioni di un altro metallo; si hanno anche semielementi in cui la soluzione contiene forme ossidate e ridotte di ioni diversi dal materiale che costituisce l'elettrodo (che può essere di grafite o di platino).

L'elettrodo dove ha luogo la semireazione di ossidazione si chiama "anodo", quello dove avviene la riduzione "catodo". Dal punto di vista circuitale, una cella elettrochimica può essere assimilata ad un bipolo.

Classificazione

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Cella galvanica senza lo flusso dei cationi

Le celle elettrochimiche vengono classificate in:[1]

Note

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  1. ^ Zoski, p. 6.
  2. ^ Bockris Vol. 2, p. 855.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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