Tito Cornelio Celso (in latino: Titus Cornelius Celsus; ... – 265) fu per breve tempo un usurpatore dell'Impero romano contro l'imperatore Gallieno.
È incluso nella lista dei trenta tiranni della Historia Augusta.
Celso fu un tribuno militare che viveva nella provincia d'Africa. L'Historia Augusta lo definisce un uomo senza alcun tratto rimarchevole se non la sua carica e la sua onestà.
Nel 265, dodicesimo anno di regno di Gallieno, quando diversi usurpatori infestavano l'impero, il proconsole della provincia Vibio Passieno e il generale del limes tripolitanus Fabio Pomponiano lo proclamarono imperatore. L'elezione fu così inaspettata che, non essendo pronti i paludamenti imperiali, Celso fu rivestito delle vesti prese dalla statua della dea Caelestis.[1]
Dopo appena sette giorni di regno, Celso fu ucciso per mano di Galliena, si dice cugina dell'imperatore, e il suo corpo dato in pasto ai cani. Per mostrare la propria devozione a Gallieno, gli abitanti di Sicca Veneria ne presero la testa, la misero su una croce, e danzarono trionfanti intorno a questa.