«Se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta»

Charles M. Schulz nel 1956 al tavolo di disegno, davanti ad un'illustrazione di Charlie Brown
Firma di Charles M. Schulz

Charles Monroe Schulz (Minneapolis, 26 novembre 1922Santa Rosa, 12 febbraio 2000) è stato un fumettista statunitense, conosciuto in tutto il mondo per aver creato le strisce dei Peanuts.

Biografia

Nacque a Minneapolis nel Minnesota e crebbe a Saint Paul, figlio unico di Carl Schulz, originario della Germania, e Dena Halverson, proveniente dalla Norvegia.[1] Fu lo zio che gli diede (al terzo giorno di vita) il soprannome "Sparky" dal cavallo Spark Plug del fumetto Barney Google di Billy DeBeck.[2]

Schulz amava disegnare e talvolta rappresentava il cane di famiglia, Spike, con particolari inusuali. Nel 1937, Schulz disegnò un'immagine di Spike e la spedì a Ripley's Believe It or Not!; il disegno venne pubblicato da Robert Ripley con la didascalia "A hunting dog that eats pins, tacks and razor blades is owned by C. F. Schulz, St. Paul, Minn." e "Drawn by 'Sparky'"[3] (C.F. erano le iniziali di suo padre Carl Fred Schulz).[4]

Frequentò la scuola elementare Richards Gordon a St. Paul, saltando due semestri: in questo modo, quando frequentò la scuola superiore anni dopo, la Saint Paul Central High School, si trovò ad essere il più piccolo della classe.

Schulz alle superiori, 1940

Alle superiori gli furono rifiutati alcuni disegni da pubblicare sull'annuario della scuola.[5] Sessanta anni dopo, nell'atrio della stessa scuola è stata posta una statua alta un metro e ottanta che raffigura Snoopy.

Dopo la morte della madre, nel 1943, fu arruolato nell'esercito e mandato a Camp Campbell in Kentucky. Due anni dopo fu mandato in Europa per combattere nella Seconda guerra mondiale. Dopo aver lasciato l'esercito nel 1945, lavorò come insegnante.

La sua prima striscia a fumetti con cadenza regolare fu pubblicata nel 1947 dal St. Paul Pioneer Press e si intitolava Li'l Folks. Anche il Saturday Evening Post accettò di pubblicare alcune vignette dei Li'l Folks. Fu in queste strisce che apparve per la prima volta Charlie Brown, così come un cane somigliante a Snoopy. Nel 1950 Schulz propose i suoi lavori alla United Features Syndicate e i Peanuts furono pubblicati per la prima volta il 2 ottobre 1950. Per breve tempo disegnò anche una striscia ispirata allo sport, chiamata It's Only a Game (1957-1959), aiutato anche dal suo amico e già collaboratore per i Peanuts Jim Sasseville, ma la serie non prese piede e fu chiusa.

Con l'andare degli anni, i Peanuts divennero uno dei fumetti più popolari di tutti i tempi. Parte della sua esperienza venne riflessa nei Peanuts attraverso le somiglianze con Charlie Brown, il personaggio principale; alcuni esempi:

Il padre di Schulz morì nel 1966, lo stesso anno in cui il suo studio in California bruciò in un incendio.

Nel novembre 1999 Schulz, che già da qualche anno si trovava a dover contrastare la malattia di Parkinson, sopravvisse a un ictus; poco più tardi gli venne diagnosticato un cancro al colon. A causa della chemioterapia e per il fatto che non riusciva a leggere o vedere con chiarezza, il 14 dicembre 1999 annunciò il suo ritiro, all'età di settantasette anni.

Schulz morì il 12 febbraio 2000 a Santa Rosa in California a causa di un attacco cardiaco. Il giorno dopo fu pubblicata la sua ultima striscia, in cui lasciava a Snoopy il compito di congedarsi dai suoi lettori con queste parole:

«Cari amici,
ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi cinquant'anni. È stata la realizzazione del sogno che avevo fin da bambino. Purtroppo, però, ora non sono più in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto da una striscia quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano disegnati da qualcun altro, quindi annuncio il mio ritiro dall'attività. Sono grato per la lealtà dei miei collaboratori e per la meravigliosa amicizia e l'affetto espressi dai lettori della mia "striscia" in tutti questi anni. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy... non potrò mai dimenticarli...»

Il quotidiano londinese The Times lo ha ricordato il 14 febbraio 2000 in un necrologio che terminava con la seguente frase:

(EN)

«Charles Schulz leaves a wife, two sons, three daughters, and a little round-headed boy with an extraordinary pet dog.»

(IT)

«Charles Schulz lascia una moglie, due figli, tre figlie e un piccolo bambino dalla testa rotonda con uno straordinario cane.»

Schulz fu sepolto presso il cimitero di Pleasant Hills di Sebastopol, California. Il 17 agosto 2002 a Santa Rosa venne inaugurato e aperto al pubblico il Charles M. Schulz Museum and Research Center, un museo interamente dedicato alla sua opera.

Peanuts è stato pubblicato per quasi cinquant'anni praticamente senza interruzioni ed è apparso su 1600 quotidiani in 75 Paesi del mondo. Nel proprio testamento Schulz ha disposto che i personaggi dei Peanuts rimanessero genuini e che non si disegnassero nuove strisce basate sulle sue creature. Nel rispetto delle volontà dell'autore, soltanto le vecchie strisce continuano ad essere ripubblicate su quotidiani e riviste.

Vita privata

Schulz era cristiano convinto[8] e fu predicatore laico in una Chiesa protestante[9]. La sua conoscenza delle Scritture affiora talvolta nelle strisce dei Peanuts sotto forma di citazioni, spesso affidate al personaggio di Linus, e sempre in situazioni che nulla hanno a che fare direttamente con la religione, al solo scopo di creare un effetto comico. Schulz si sposò una prima volta nel 1951 con Joyce Halverson, dalla quale ebbe cinque figli e divorziò nel 1972, e una seconda nel 1973 con Jean Forsyth Clyde con cui visse il resto della sua vita.

Opere tradotte in italiano

Onorificenze

Medaglia d'oro del Congresso - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro del Congresso
«Il nostro Paese deve molto a Charles Schulz. La sua arte comica ha cambiato la cultura americana e illuminato la vita di milioni di americani. Questa cerimonia di oggi offre un modo tangibile, per il nostro Paese, di esprimere un grazie a un vero e grande americano.[10]»
— 20 giugno 2000

Note

  1. ^ (EN) Growing up with Charley Brown, su newyorker.com, 29 novembre 2004. URL consultato il 30 novembre 2014.
  2. ^ Groth, Gary, Charles M. Schulz - 1922 to 2000, in The Complete Peanuts 1965–1966, Fantagraphic Books, luglio 2007, p. 322, ISBN 978-1-56097-724-7.
  3. ^ Mendelson, Lee, Charlie Brown & Charlie Schulz, The World Publishing Company, 1970.
  4. ^ Michaelis, 2007
  5. ^ (EN) Oh boy, Charlie Brown, su theguardian.com, 11 ottobre 2008. URL consultato il 30 novembre 2014.
  6. ^ http://www.corriere.it/cultura/16_agosto_23/morta-ragazzina-dai-capelli-rossi-charlie-brown-charles-schulz-b60fed6e-695a-11e6-8470-1b8893e36b4b.shtml
  7. ^ corriere.it, 13 febbraio 2000
  8. ^ La fine delle parabole di Charles Schulz, su evangelo.it. URL consultato il 30 novembre 2014.
  9. ^ Un grande fumettista protestante di nome Charles Schulz, su voceevangelica.ch. URL consultato il 14 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2013).
  10. ^ Dianne Feinstein, promotrice della legge di assegnazione

Bibliografia

Altri progetti

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