Il laboratorio Columbus (a volte indicato anche come Columbus Orbital Facility) è un modulo di ricerca sviluppato dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e costruito in Italia a Torino, per la Stazione spaziale internazionale.[1] Consegnato nel maggio 2006 al Kennedy Space Center è stato lanciato nella stiva di carico dello Space Shuttle Atlantis il 7 febbraio 2008 con il volo STS-122[2]. Il modulo Columbus è stato realizzato per l'ESA in collaborazione da Alenia Spazio (Italia) e EADS.[3]
Columbus ha una struttura pressurizzata pressoché cilindrica, di circa 4,5 metri di diametro esterno e con una lunghezza di circa 8 metri, che consente al proprio interno l'alloggiamento di rack standard (International Standard Payload Rack o ISPR) per esperimenti scientifici in condizioni di microgravità[4].
Possono essere installati fino a 10 ISPR, trasportati in orbita tramite i moduli logistici MPLM[5] o con la navetta di rifornimento giapponese H-II Transfer Vehicle, a cui sono forniti corrente elettrica, raffreddamento tramite circuito ad acqua, azoto in pressione e sistemi di depressurizzazione tramite il collegamento con lo spazio esterno. I seguenti ISPR saranno inizialmente installati all'interno di Columbus:
Sono inoltre disponibili quattro piattaforme esterne (columbus External Payload Facility o CEPF), più altri tre punti di aggancio sulla superficie esterna, per alloggiare esperimenti scientifici destinati all'osservazione della Terra o dello spazio. I primi due esperimenti che verranno posizionati sulla CEPF saranno:
Il progetto iniziale risale ai primi anni Ottanta e prevedeva un laboratorio orbitante autonomo in configurazione "free flyer", ovvero non agganciato ad alcuna infrastruttura spaziale; la messa in orbita sarebbe dovuta avvenire nel 1992, cinquecentenario della scoperta dell'America, da cui il nome Columbus, ispirato a Cristoforo Colombo. Il progetto si è poi evoluto con alterne vicende fino ad essere inserito all'interno del programma ISS.[6]