Cornell Woolrich

Cornell Woolrich, all'anagrafe Cornell George Hopley-Woolrich, noto anche con lo pseudonimo di William Irish e George Hopley (New York, 4 dicembre 1903New York, 25 settembre 1968), è stato uno scrittore statunitense.

Biografia

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Primi anni

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Cornell Woolrich, figlio di genitori separati, trascorse la prima infanzia in Messico, dove si erano stabiliti i genitori e dove lui restò – dopo la loro separazione –con il padre[1], che era un messicano con sangue canadese[2]. In seguito, fino all'adolescenza, abitò in parte a Manhattan, dove risiedeva nel periodo scolastico con la madre Claire Attalie Woolrich, figlia di un ebreo russo, e in parte in Messico. Un episodio importante della vita dell'autore è la visione insieme al nonno dell'opera di Puccini Madama Butterfly, che gli comunicò il senso del tragico[2].

Tornato a Manhattan dalla madre, si iscrisse nel 1921 alla Columbia University, dove fu allievo di Harrison R. Steeves, che teneva un corso sulla narrativa. Episodio fondamentale per la sua scrittura fu un periodo di malattia: senza poter uscire, cominciò a scrivere il suo primo libro, Cover Charge, con situazioni e personaggi simili a quelli di Francis Scott Fitzgerald, autore molto amato da Woolrich. Il romanzo fu pubblicato nel 1926 e Cornell Woolrich decise che la sua vita era fatta per la narrativa: lasciò l'università. L'anno successivo vinse un concorso indetto dalla rivista College Humor e dalla società cinematografica First National Picture con il romanzo Children of the Ritz. I premi erano di 10 000 dollari e la riduzione del libro in film[2]. Da qui scaturì la collaborazione con la casa cinematografica che nel 1929 lo portò a Hollywood con un contratto come sceneggiatore. Non è però ben chiaro quale sia stato in quel periodo il suo contributo cinematografico. Pare anzi che non abbia scritto alcuna sceneggiatura, neppure quella del film Children of the Ritz diretto nel 1929 da John Francis Dillon e tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore newyorkese. L'unico possibile - ma non certo - contributo potrebbe essere quello alla sceneggiatura di tre film diretti dal regista danese Benjamin Christensen: The Haunted House, Sette passi verso satana (Seven Footprints to Satan) e House of Horror. Nei titoli infatti compare il nome di William Irish, pseudonimo che però Woolrich adotterà come romanziere solo nel 1942.

Rapporto con la madre

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Cornell Woolrich

A Hollywood, nel 1930, sposò Gloria Blackton, figlia del produttore cinematografico James Stuart Blackton, ma il matrimonio, mai consumato, fu annullato dopo tre mesi. In seguito Woolrich tornò a New York dalla madre con la quale visse praticamente sempre. Sintomatiche di questo suo anomalo rapporto con la madre sono le parole con cui lo scrittore chiarì una strana epigrafe posta all'inizio del romanzo La donna fantasma (Phantom Lady) del 1942:

«All'appartamento 605, Hotel M...
In totale gratitudine
(per non doverci vivere più).»

Woolrich nel 1968 affermò:

«Nel 1942 ho vissuto in una stanza d'albergo, da solo, per tre settimane; e poi una notte lei mi ha chiamato dicendomi "non posso vivere senza di te, ho bisogno di te", e io ho messo giù il ricevitore e ho fatto le valigie e sono tornato da lei, e per il resto della mia vita non ho trascorso una notte lontano da lei, neanche una. So bene cosa ha pensato la gente di me, ma non me n'è importato niente, non me ne importa adesso e non me ne importerà finché avrò vita.»

Maturità artistica

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Dopo aver lasciato Hollywood ed essere tornato dalla madre, Woolrich pubblicò nel 1932 il romanzo che è il migliore tra i suoi scritti giovanili, già caratterizzato dalle atmosfere noir che contraddistinguono la sua opera, Manhattan Love Song[3] da cui è tratto l'omonimo film del 1934 diretto da Leonard Fields. Il 1933 segna una svolta importante nella carriera di Woolrich: il suo libro I Love Paris non fu accettato da nessun editore e in un momento di rabbia il giovane autore lo distrusse buttandolo nella spazzatura[4]. Afflitto dalla mancanza di denaro e depresso, decise di abbandonare il mainstream per dedicarsi a un genere più in voga e redditizio e più affine alle sue corde, così si rivolse agli editori dei pulp magazine[5]. Nel 1934 pubblicò sulla rivista pulp Detective Fiction Weekly il suo primo racconto di suspense, Death Sits in a Dentist's Chair, seguito negli anni fino al 1939 da più di cento racconti pubblicati su riviste prestigiose come Black Mask ma anche su riviste molto scadenti.

Nel 1940 tornò al romanzo con La sposa era in nero (The Bride Wore Black), dando così inizio alla cosiddetta "serie nera", una fortunata sequenza di romanzi che influenzerà non solo il roman noir francese, ma anche il cinema: proprio La sposa era in nero diventerà nel 1967 il film di François Truffaut, La sposa in nero, e molti degli altri suoi romanzi verranno ripresi con successo da Hollywood.

Nel 1942 scrisse con lo pseudonimo William Irish il racconto It Had to be Murder, che ne 1944 fu rinominato Rear Window (La finestra sul cortile) e divenne un film omonimo di Alfred Hitchcock[6].

La sua fase più creativa durò fino al 1948: in questi anni pubblicò gli altri cinque romanzi della serie nera: Sipario nero (The Black Curtain, 1941), L'alibi nero (Black Alibi, 1942), L'angelo nero (Black Angel, 1943), L'incubo nero (The Black Path of Fear, 1944) e Appuntamenti in nero (Rendezvous in Black, 1948), premiato nel 1975 con il Martin Beck Award[7]. Contemporaneamente scrisse altri capolavori con gli pseudonimi di William Irish, tra i quali La donna fantasma (Phantom Lady, 1942) e George Hopley, tra i quali La notte ha mille occhi (Night Has a Thousand Eyes, 1945).

Tutte queste opere sono pervase dai temi della morte e della solitudine, da un'atmosfera angosciosa e incalzante che ha valso a Woolrich la definizione di "inventore del romanzo nero"[8], ma anche dalla appassionata partecipazione alla disperazione e al dolore delle sue vittime, spesso appartenenti alle classi più diseredate.

La vita di Woolrich fu drammatica come i suoi romanzi. Proprio al culmine del successo, perse la voglia di scrivere e di vivere, anche per la malattia della madre, e incominciò a bere e a isolarsi, fino a non uscire più di casa. Claire Attalie Woolrich morì nel 1957.

Il suo alcolismo e la sua salute peggiorarono costantemente: si ammalò di diabete e trascurò a tal punto un'infezione al piede che quando finalmente fu visitato da un medico, la gamba era in gangrena e dovette essere amputata. Trascorse gli ultimi giorni su una sedia a rotelle, isolato, assistito solo dai camerieri dell'albergo. Morì lasciando incompiuti l'autobiografia e due romanzi, uno dei quali si chiamava significativamente The Loser (il perdente). Fu sepolto nel Ferncliff Cemetery a Hartsdale (New York). Lasciò un patrimonio di quasi un milione di dollari alla Columbia University per un fondo per giovani scrittori intestato alla madre.

Opere

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Romanzi

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Romanzi firmati William Irish

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Romanzi firmati George Hopley

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Raccolte antologiche (USA)

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Raccolte antologiche (Italia)

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Racconti

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I racconti di Woolrich sono numerosi e a volte sono stati pubblicati in diverse antologie. Anche le edizioni in italiano non necessariamente rispettano il contenuto delle antologie originali. Di seguito è riportato l'elenco delle antologie; i racconti ripubblicati in una nuova antologia sono indicati con (R).

Racconti in antologia

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Racconti non antologizzati

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Filmografia

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Oltre ai film seguenti, da opere di Woolrich sono stati tratti anche una cinquantina di telefilm appartenenti ad una serie, di solito di durata compresa tra i 30' e i 60'.

Cinema

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Televisione

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Note

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Annotazioni
  1. ^ Titoli alternativi: Three Kills for One, Double Jeopardy oppure The Loophole.
  2. ^ Primo capitolo del romanzo incompiuto The Loser.
Fonti
  1. ^ Gianfranco Orsi e Lia Volpatti, 2005, p. 331.
  2. ^ a b c Cornell Woolrich, 2006.
  3. ^ Cornell Woolrich, 2005, p. VIII.
  4. ^ Cornell Woolrich, 2005, p. IX.
  5. ^ Geoff Mayer e Brian McDonnell, 2007, p. 39.
  6. ^ Joan Copjec, 1993, p. 73.
  7. ^ (EN) The Martin Beck Award, su Crime For Dinner, WordPress, 4 febbraio 2015. URL consultato il 31 maggio 2023.
  8. ^ Woolrich, l'inventore del romanzo nero, in L'Espresso, Editrice L'Espresso, 2009. URL consultato il 26 luglio 2017.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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