Montemarano
Sede vescovile titolare
Dioecesis Montis Marani
Chiesa latina
Sede titolare di Montemarano
Arcivescovo titolareSalvatore Pennacchio
Istituita1968
StatoItalia
RegioneCampania
Diocesi soppressa di Montemarano
Suffraganea diBenevento
ErettaXI secolo
CattedraleSanta Maria Assunta
Soppressa27 giugno 1818
aggregata alla diocesi di Nusco
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Montemarano (in latino Dioecesis Montis Marani) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Territorio

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La diocesi comprendeva i territori degli attuali comuni di Montemarano, Volturara, Castelfranci e Castelvetere.

Sede vescovile era il borgo di Montemarano, dove fungeva da cattedrale la chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine.

Storia

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La diocesi di Montemarano è attestata per la prima volta nella bolla con cui papa Stefano IX il 24 gennaio 1058[1] confermava all'arcivescovo Udalrico di Benevento i suoi diritti metropolitici aggiungendo alle precedenti diocesi suffraganee, elencate nella bolla di papa Leone IX del 1053[2], altre diocesi, tra cui anche quella di Montemarano.

La diocesi fu probabilmente eretta fra il 1053 e il 1058, in seguito all'incastellamento operato dai Normanni con l'accorpamento di piccoli nuclei sparsi in posizione elevata e facilmente difendibile, a controllo della valle del Calore, a metà dell'XI secolo.[3]

Il primo vescovo conosciuto è san Giovanni di Montemarano, consacrato nella cattedrale di Salerno da Roffredo, arcivescovo di Benevento, su mandato di papa Gregorio VII[4], e che morì in fama di santità il 14 aprile 1095. Un anonimo vescovo, documentato da Cappelletti[5], prese parte nel 1119 alla traslazione delle reliquie di diversi santi fatta dal metropolita Landolfo di Benevento. Segue il vescovo Giacomo I, che nel mese di luglio 1158 assistette alla donazione della chiesa di San Giovanni di Gualdo fatta da Simone di Tivilla, signore di Montella. La serie episcopale di Montemarano si fa continua e meno lacunosa solo a partire dalla fine del XIII secolo.

Verso la metà del XIV secolo, la diocesi visse un momento di grave dissenso interno causato dalla divisione del capitolo della cattedrale, che portò a una duplice elezione: Pietro, che fu confermato dal metropolita Arnaldo di Benevento, e Angelo Audini, che si appellò alla Santa Sede per veder riconosciuta la propria legittimità. A causa della morte di papa Giovanni XXII (1334), le cose andarono per le lunghe e solo nel 1340 papa Benedetto XII pose fine alla controversia dando ragione al vescovo Pietro, che fu confermato nella sua sede.[6]

Tra i vescovi del Cinquecento si distinse in particolare il francescano spagnolo Antonio Gaspar Rodríguez (1552-1570), che prese parte al concilio di Trento, radunò diversi sinodi diocesani per l'applicazione dei dettami conciliari, soprattutto sulla disciplina ecclesiastica, e che nel 1570 venne promosso alla sede arcivescovile di Lanciano. Il suo successore Marcantonio Alferio (1571-1595) fece per primo una visita ad limina, lasciando ai posteri una relazione, la prima che si conosca, sullo stato della diocesi.

Da ricordare anche altri vescovi: Marcantonio Genovesi (1603-1611), celebre giureconsulto, di cui si conservano gli atti dei sinodi, che celebrò ogni anno della sua permanenza a Montemarano; Giuseppe Labonia, che governò la chiesa di Montemarano per cinquant'anni, dal 1670 al 1720, e si distinse per la sua carità nei confronti dei poveri e degli orfani; Giovanni Ghirardi (1726-1745), che ricostruì la cattedrale, solennemente riconsacrata nel 1727, e indisse numerosi sinodi diocesani. Ultimo vescovo fu Onofrio Maria Gennari (1774-1805), che «per dottrina, pietà e prudenza a niuno fu secondo».[7]

In seguito al concordato, il 27 giugno 1818 la diocesi fu soppressa con la bolla De utiliori di papa Pio VII e il suo territorio aggregato a quello della diocesi di Nusco.

Dal 1968 Montemarano è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 28 novembre 1998 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è il nunzio apostolico Salvatore Pennacchio, presidente della Pontificia accademia ecclesiastica.

Cronotassi

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Vescovi

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Vescovi titolari

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Note

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  1. ^ Kehr, Italia pontificia, IX, p. 58, nº 24.
  2. ^ Kehr, Italia pontificia, IX, p. 58, nº 23.
  3. ^ Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  4. ^ Kehr, Italia pontificia, IX, pp. 132-133, nnº *1 e *2.
  5. ^ Le Chiese d'Italia…, XX, p. 408.
  6. ^ D'Avino, Cenni storici sulle chiese…, p. 500. Cappelletti, Le Chiese d'Italia…, XX, p. 409. Eubel, Hierarchia catholica, I, p. 348, nota 3.
  7. ^ D'Avino, Cenni storici sulle chiese…, p. 502.
  8. ^ Leone Mattei Cerasoli, Di alcuni vescovi poco noti, 2, in Archivio storico per le province napoletane, 44 (nuova serie 4), 1919, p. 318.
  9. ^ a b c d e f Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. 1: Abruzzen und Kampanien, pp. 283-285.
  10. ^ Secondo Eubel, Barbato e Pietro I potrebbero essere in realtà lo stesso vescovo (Hiararchia catholica, I, p. 348, nota 2).

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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