Diossido di rutenio | |
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Nome IUPAC | |
ossido di rutenio(IV) | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | RuO2 |
Massa molecolare (u) | 133,07 |
Aspetto | polvere nera inodore |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 234-840-6 |
PubChem | 82848 |
SMILES | O=[Ru]=O |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 6,97 |
Solubilità in acqua | insolubile |
Temperatura di fusione | 1200 °C (1473 K) sublima |
Proprietà tossicologiche | |
DL50 (mg/kg) | 4580 oral rat |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
attenzione | |
Frasi H | 319 |
Consigli P | 305+351+338 [1] |
Il diossido di rutenio o ossido di rutenio(IV) è il composto chimico di rutenio con formula RuO2. In condizioni normali è un solido nero bluastro. È il catalizzatore più utilizzato per reazioni che sviluppano ossigeno.[2] Viene inoltre usato come catalizzatore in svariate applicazioni industriali e come elettrodo in processi elettrochimici.
RuO2 è un ossido stabile. È una polvere nera con riflessi blu, praticamente insolubile in acqua. Ha una struttura cristallina tipo rutilo, come il diossido di titanio e molti altri ossidi metallici.[3][4] Può formare idrati RuO2•nH2O.
Si può preparare per sintesi diretta a 1000 °C a partire dagli elementi, o per pirolisi di alogenuri di rutenio (tipicamente dal tricloruro).[5]
RuO2 viene utilizzato nel rivestimento di anodi di titanio per la produzione elettrolitica di cloro e per la fabbricazione di resistenze e circuiti integrati.[6][7]
RuO2 non è considerato pericoloso, ma è irritante per gli occhi.[8]