A partire dal 1941, numerosi studi scientifici hanno cercato, nel tempo, di individuare gli effetti del tabagismo sulla salute, muovendo inizialmente da osservazioni epidemiologiche che evidenziavano, fin dai primissimi lavori, alte incidenze, statisticamente significative, di problemi sanitari gravi tra i fumatori[2], la lobby dei produttori di tabacco riesce a rimandare[3] le norme restrittive fino al 1964 quando il Ministro della Salute Statunitense Everett Koop conclude nel suo rapporto l'indiscutibile relazione del fumo con il cancro ai polmoni[4].
Gli effetti sulla salute del fumo si applicano in gran parte anche ai non tabagisti, in qualche modo soggetti direttamente o indirettamente al fumo di tabacco. Il fumo è considerato fattore favorente l'insorgere di alcune patologie, principalmente a carico dell'apparato respiratorio[5] e dell'apparato cardio-vascolare, e nei paesi sviluppati viene considerato causa prima nella mortalità evitabile.[6]
Gli studi sono maggiormente incentrati sugli effetti della respirazione del fumo, attivo e passivo, di sigaretta. Secondo alcune stime, il fumo causa ogni anno più di 440 000 morti negli Stati Uniti,[9] e circa 80.000 in Italia.[10]
Sostanze tossiche o cancerogene presenti nelle sigarette
Il fumo inalato attivamente o passivamente da una sigaretta contiene oltre 4.000 molecole, alcune delle quali sicuramente dannose per l'organismo umano. Diversi composti sono bioattivi secondo differenti modalità, essendo cancerogeni certi, cancerogeni sospetti, irritanti o diversamente interagenti con i nutrienti assunti.[11][12]
Le sostanze nocive del fumo che possono danneggiare direttamente l'apparato respiratorio, irritare e predisporre a danni ulteriori, ma anche indirettamente il resto dell'organismo, sono essenzialmente prodotti della combustione incompleta di tabacco e carta, e sostanze volatilizzate per la relativamente elevata temperatura che ne consegue:
catrame, prodotto da combustione incompleta e condensazione di sostanze altobollenti;[13]
particolato o polveri fini, principalmente il particolato carbonioso, anch'essi derivanti dalla combustione incompleta, fonte diretta di problemi cardiovascolari e substrato su cui si adsorbono alcuni IPA;
nicotina, contenuta nelle foglie della pianta del tabacco e volatilizzata col calore;[13]
in primo luogo le aldeidi (acroleina, acetaldeide), conseguenti ad una combustione incompleta ma a maggior livello d'ossidazione e irritanti le mucose; la formaldeide è un cancerogeno;
idrocarburi non aromatici di varie tipologie (principalmente alcani C12-C15) che contribuiscono a intaccare lo strato lipidico protettivo di organi e cellule, predisponendo all'aggressione di altri composti;
Questo genera una sensazione di piacere con meccanismi analoghi a quelli innescati da alcaloidi contenuti in alcune droghe. La dipendenza da nicotina è quindi legata anche alla necessità biochimica di mantenere elevati livelli di dopamina. È altresì possibile che altre sostanze presenti nel fumo di tabacco concorrano sinergicamente a creare questo effetto.
I sintomi dell'astinenza comprendono una sensazione di vuoto e ansia. Il loro picco è raggiunto in genere tra le 48 e le 72 ore. I principali sintomi di astinenza sono: rabbia, ansia, depressione, difficoltà di concentrazione, impazienza, insonnia e irrequietezza che si manifestano tra la prima settimana e le ultime 2-4 settimane. In genere il corpo umano impiega 3 settimane per eliminare completamente la nicotina presente dall'organismo.[16]
La nicotina è inoltre un potente tossico anche se, per le modalità e le dosi di assunzione, gli effetti tossici da avvelenamento nicotinico non sono tra i principali imputati nei danni del fumo. La dose letale di nicotina è 0,5-1 mg/kg.[17]. L'assorbimento per via respiratoria è ovviamente parziale.[18][19][20]
Si ottiene con la combustione, in ogni caso incompleta. Oltre a ridurre la capacità respiratoria, deossigena il sangue legandosi più stabilmente dell'ossigeno con l'emoglobina. È reputato anche responsabile dell'invecchiamento precoce, caduta dei capelli e ingiallimento della pelle, conseguenze della minore ossigenazione.[13]
Alcuni benzopireni, ottenuti con la combustione incompleta della sigaretta, sono composti classificati come cancerogeni certi. Aumentano dunque il rischio di contrarre il tumore al polmone, in quanto, secondo articolate ricerche (di cui è nota quella del 1996) questo è il principale responsabile di una proliferazione cellulare incontrollata.[24]
Le polveri fini, dette genericamente particolato, costituenti principali del fumo, divengono cancerogene anche perché assorbono sulla loro superficie benzo[a]pirene e altri policiclici e li veicolano direttamente negli alveoli polmonari.
Tempi di decadenza di rischio d'insorgenza di patologie
Il corpo umano impiega complessivamente 15 anni per eliminare dall'organismo gli effetti del fumo, eliminando tutte le sostanze assunte fumando abitualmente.
Partendo dal momento in cui si smette di fumare l'ultima sigaretta:[25]
L'organismo elimina il monossido di carbonio; i polmoni cominciano ad espellere il muco e il catrame.L'organismo elimina il monossido di carbonio; i polmoni cominciano ad espellere il muco e il catrame.
dopo 2 giorni
La nicotina viene completamente eliminata dal sangue. Si acuiscono il senso dell'olfatto e del gusto.La nicotina viene completamente eliminata dal sangue. Si acuiscono il senso dell'olfatto e del gusto.
dopo una settimana
Aumenta la capacità polmonare.Aumenta la capacità polmonare.
dopo due settimane
Il colorito della pelle e dei capelli ritorna naturale.Il colorito della pelle e dei capelli ritorna naturale.
dai 3 ai 7 mesi
La capacità respiratoria aumenta con la diminuzione della tosse. Aumenta la capacità dei polmoni durante lo sforzo fisico.La capacità respiratoria aumenta con la diminuzione della tosse. Aumenta la capacità dei polmoni durante lo sforzo fisico.
dopo un anno
Il rischio di contrarre malattie cardiache è dimezzato.Il rischio di contrarre malattie cardiache è dimezzato.
Il rischio di contrarre un tumore al polmone è sovrapponibile a quello di una persona che non ha mai fumato.Il rischio di contrarre un tumore al polmone è sovrapponibile a quello di una persona che non ha mai fumato.
dopo 15 anni
Il rischio di contrarre malattie cardiache è sovrapponibile a quello di una persona che non ha mai fumato.Il rischio di contrarre malattie cardiache è sovrapponibile a quello di una persona che non ha mai fumato.
Vari studi hanno dimostrato: un quoziente intellettivo basso incrementa la probabilità di iniziare a fumare[27][28][29]; il fumo riduce l'intelligenza causando un assottigliamento della corteccia cerebrale.[30][31]
Cessare di fumare permette, nel corso di anni, di riparare parzialmente tale danno.[32]
Il fumo di sigaretta è considerato concausa di varie patologie. In particolare è considerato agente eziologico nello sviluppo del carcinoma del polmone.[33] Secondo uno studio elaborato servendosi di proiezioni statistiche, è responsabile di circa il 90% dei tumori polmonari mortali nei paesi sviluppati.[34] In particolare, sempre secondo uno studio, nel caso degli USA il fumo di sigaretta è responsabile dello sviluppo dell'89% dei casi di neoplasia polmonare (90% negli individui di sesso maschile e 85% nelle donne),[35] con un'incidenza che aumenta considerevolmente se le prime esposizioni avvengono tra i 18 e 25 anni di età.[36]
Il fumo di sigaretta contiene circa 60 cancerogeni certi,[37] inclusi i radioisotopi provenienti dal decadimento del radon, il benzopirene e alcune nitrosamine. Inoltre la nicotina presente è in grado di deprimere la risposta immunitaria, diminuendo la capacità di sorveglianza e di killing delle cellule neoplastiche da parte dei linfociti T e dei linfociti NK.[38] Il rischio percentuale di sviluppo di cancro mortale aumenta con l'aumentare del tempo di esposizione e del numero di sigarette fumate, con graduale diminuzione temporale del rischio in seguito a cessazione totale dell'esposizione.[39]
Il fumo di sigaretta non rappresenta solo un fattore di rischio, ma anche un importante elemento in grado di influenzare la prognosi, dimostrato dal fatto che soggetti non fumatori ma con carcinoma del polmone hanno una maggiore percentuale di sopravvivenza a 5 anni rispetto ai fumatori.[40] Inoltre è stato ampiamente documentato che la cessazione del fumo in seguito alla diagnosi di tumore migliora notevolmente il profilo prognostico.[41]
Del fumo di sigaretta si deve considerare una componente mainstream e una sidestream; la prima, ad alte temperature, è quella generata da processi di inspirazione attiva. La seconda, a basse temperature, è il risultato della combustione spontanea tra le dita o nel posacenere. Ultimamente questa distinzione ha assunto un notevole peso epidemiologico, poiché recenti studi[42] hanno dimostrato come la componente sidestream, che rappresenta per larga parte il fumo passivo (85%), sia potenzialmente più nociva rispetto alla componente mainstream (fumo attivo).
Naturalmente all'atto pratico, data la notevole diluizione nell'aria che il fumo passivo subisce prima di essere eventualmente inalato, l'aumento percentuale di rischio di contrarre patologie a cui è esposto chi lo assume resta notevolmente inferiore rispetto a quello del fumatore attivo.
La connessione tra esposizione passiva e aumento del rischio è stata ulteriormente dimostrata da studi condotti negli USA,[43][44][45][46] in Europa,[47] in Gran Bretagna[48][49] e in Australia[50] che hanno documentato un aumento del rischio relativo nei soggetti esposti al fumo passivo (soggetti che vivono o che lavorano con un fumatore attivo).
L'inalazione del fumo causa numerosi effetti sul cuore e sul sistema circolatorio. Dopo un minuto di fumo, la frequenza cardiaca inizia a salire, aumentando fino al 30% nei primi 10 minuti di fumo.[57][58]
Il monossido di carbonio esercita effetti negativi sul sangue, riducendone la capacità di trasportare ossigeno.[59]
I livelli di colesterolo tendono ad aumentare nei fumatori. Inoltre, il rapporto tra le lipoproteine ad alta densità (il colesterolo "buono") di lipoproteine a bassa densità (il colesterolo "cattivo") tende ad essere più basso nei fumatori rispetto ai non-fumatori.[67][68][69][70][71]
Quando il monossido di carbonio si lega all'emoglobina (la componente di trasporto di ossigeno nei globuli rossi), risultando in un complesso molto più stabile dell'emoglobina legata con l'ossigeno o anidride carbonica, si può avere la perdita permanente della funzionalità delle cellule del sangue. Le cellule ematiche sono naturalmente riciclate dopo un certo periodo di tempo, permettendo la creazione di nuovi eritrociti. Tuttavia, se l'esposizione di monossido di carbonio raggiunge un certo livello, si può verificare l'ipossia (e più tardi la morte). Tutti questi fattori rendono i fumatori più a rischio di sviluppare varie forme di arteriosclerosi. Più l'arteriosclerosi avanza, meno facilmente il sangue scorre attraverso i vasi sanguigni, rigidi e ridotti, rendendo il sangue più incline a formare una trombosi, ossia un blocco improvviso del vaso sanguigno, che può portare a un ictus.
Tuttavia, è giusto sottolineare che gli effetti del fumo sul cuore possono essere più sottili. Queste condizioni si possono sviluppare a poco a poco dato il proprio ciclo di guarigione (il corpo umano “guarisce se stesso” tra i periodi di fumo a mano a mano che smaltisce le sostanze della sigaretta), e, pertanto, un fumatore può sviluppare disturbi meno significativi, come il peggioramento o il mantenimento di condizioni dermatologiche, ad esempio, eczema, a causa di ridotto afflusso di sangue.[73]
Nel 1865 fu per la prima volta proposta la relazione tra alcune patologie della cute e il fumo. Nel 1965 si analizzò statisticamente tale correlazione, scoprendo che nel 79% dei fumatori erano presenti delle modificazioni cutanee presenti nel solo 19% dei non-fumatori.[74]
Secondo i dati del Ministero della Salute italiano, il fumo di sigaretta accelererebbe l'invecchiamento della pelle, provocando un aumento dell'irsutismo della cute del viso e della raucedine, con un rischio relativo per i fumatori "forti" (più di 10 sigarette al giorno) del 5,6% per l'irsutismo del volto e di 14,2% per la raucedine.[75]
Recentemente uno studio del 2013, presentato dall'American Society of Plastic Surgeons, ha confermato l'accelerazione dell'invecchiamento della pelle nei fumatori.[76]
Numerose ricerche, inoltre, confermano che il fumo favorisce lo sviluppo della psoriasi e ne aggrava l'andamento.[77]
I medici raccomandano che in gravidanza ci si astenga dal fumo (oltre che per i rischi diretti alla salute della fumatrice) per i gravi danni possibili al nascituro. Anche il fumo passivo ambientale implica rischi analoghi.[78][79]
Il tabagismo può influire negativamente sullo sviluppo del feto, in quanto il monossido di carbonio e la nicotina hanno effetti diretti sul feto e sulla sua crescita, compromettendo la conclusione della gravidanza. Infatti, il monossido di carbonio attraversa la barriera placentare e, legandosi all'emoglobina fetale, impoverisce l'apporto di ossigeno; mentre la nicotina per i suoi effetti vasocostrittori impedisce una buona circolazione utero-placentare e, passando attraverso la placenta, influisce sullo sviluppo del sistema nervoso centrale.[80][81]
Studi dell'Università di Copenaghen e altri hanno rilevato che il fumo riduce notevolmente la probabilità della donna di rimanere incinta e nelle donne le cui madri erano fumatrici prima dei tentativi di concepimento; fumare, da parte di entrambi i membri della coppia, riduce di oltre il 30% le probabilità di concepire. Le sostanze tossiche inalate nel fumare pregiudicano il controllo ormonale e influenzano la maturazione ovulare della donna e la produzione di sperma dell'uomo. Il concepimento della fumatrice risulta più difficile perché l'endometrio alterato ostacola la risalita degli spermatozoi, da altra parte perché le caratteristiche del seme maschile vengono alterate[82][83], e vi sono evidenze sull'induzione di infertilità nel nascituro.[84]
La nicotina provoca una diminuzione dell'irrorazione sanguigna dell'utero e della placenta e quindi anche un minore apporto di sostanze vitali al nascituro. Il monossido di carbonio (CO) assunto con il fumo riduce inoltre l'apporto d'ossigeno nella circolazione nella madre e del bambino. Questa sostanza rimuove inoltre già in deboli concentrazioni l'ossigeno dal suo vettore di trasporto, ovvero i globuli rossi.[85]
Secondo uno studio del 1997 condotto su 56 000 donne canadesi, il fumo sarebbe responsabile dell'11% degli aborti spontanei. In modo particolare, l'odds ratio di aborto spontaneo tra le donne fumatrici di 20 sigarette o più è pari a 1,68 (con un intervallo di confidenza del 95%: l'odds ratio risulta compreso tra 1,57-1,79).[86]
Fumare durante la gravidanza è inoltre ritenuto elemento di rischio per l'insorgenza della malattia di Legg-Perthes sul nascituro.[87] È stato inoltre evidenziato che il fumo di sigaretta è legato ad un aumentato rischio di carcinoma endometriale, soprattutto nelle donne in stato di post-menopausa.[88]
Le sostanze nocive presenti nelle sigarette e i movimenti quando si fuma agiscono sulla pelle, causando invecchiamento precoce e altri danni visibili, come macchie, occhiaie e colorito spento. La correlazione tra fumo di sigaretta e invecchiamento precoce della pelle è stata ampiamente documentata. La nicotina liberata nel sangue del fumatore causa infatti una contrazione permanente dei vasi sanguigni del derma e della pelle che quindi non viene nutrita a sufficienza. Sebbene una relazione fosse stata ipotizzata già molto tempo prima, nel 1969 lo studio del dottor Harry Daniell confermò e dimostrò che i fumatori fra 40 e 49 anni avevano la stessa intensità di rughe dei non fumatori di vent’anni più vecchi. Questi studi sono stati ripetuti successivamente, l’ultimo da Neil Fenske e Jeffrey Smith della University of South Florida di Tampache. Nel 1996, Journal of The American Accademy of Dermatology, hanno confermato attentamente le manifestazioni cutanee e gli effetti del fumo in relazione all’invecchiamento precoce. I danni causati dal fumo iniziano a vedersi già dopo i primi anni da quando si inizia a fumare, anche nelle persone giovani. Spesso si inizia molto presto, anche in adolescenza, tanto che i primi inestetismi sul viso del fumatore si notano già intorno ai 25 anni. A questa età, poi, la produzione di collagene ed elastina inizia a diminuire e se a questo si aggiunge il danno causato dal fumo la situazione non fa che peggiorare. Le centinaia di sostanze chimiche presenti nel fumo di sigaretta (ammoniaca, nicotina, catrame, metalli, arsenico, ecc.) arrecano danni alla cute, oltre che a capelli, unghie e altri organi. Le sostanze nocive sprigionate dal fumo di sigaretta, infatti, sono particolarmente lesive per le fibre di collagene ed elastina presenti negli strati profondi della cute. Questo ne compromette la capacità di mantenere l’elasticità ed il tono della pelle, favorendo un generale rilassamento cutaneo e accelerando la comparsa di rughe e la formazione di macchie. Il fumo sottrae, inoltre, nutrimento alla pelle a causa dell’azione vasocostrittrice della nicotina. Questo riduce l’efficienza dell’irrorazione sanguigna attraverso il microcircolo cutaneo, con il risultato di compromettere l’ossigenazione del derma. Oltre alla comparsa di rughe, la pelle dei fumatori appare pallida e spenta. Inoltre, la nicotina in circolo nell’organismo si deposita nel derma rendendo la pelle giallastra e dando un aspetto malsano all’individuo. I danni del fumo dal punto di vista estetico non si limitano alla pelle del viso. Le dita della mano che solitamente tengono la sigarette, le unghie delle mani e i denti diventano gialli, mentre sulla lingua si crea una patina grigiastra che limita le sensazioni di gusto, rendendo l’alito fetido. Inoltre, le labbra, a causa della scarsa idratazione, diventano secche e opache. A livello estetico sono quindi molti gli effetti collaterali e irreversibili causati dal fumo.[91][92][93][94]
Secondo alcuni studi, persino il fumo passivo può incidere sull'aumento della caduta dei capelli.[95]
Nel 2007 uno studio dei ricercatori del Far Eastern Memorial Hospital di Taipei ha dimostrato che, soprattutto negli uomini, il fumo può causare la precoce caduta dei capelli, in quanto la nicotina limita l'afflusso di sangue alla cute del cranio.
Laringe, faringe e corde vocali: il fumo può favorire l'insorgenza di tumori alla laringe e alle faringe, in particolare quello delle cellule epiteliali squamose (ovvero dalla superficie mucosa).[97][98][99] Può anche infiammare o inspessire le corde vocali, causando disfonia o provocare tumori.[100][101]
Seno: ricerche hanno dimostrato che il fumo di sigaretta può favorire l'insorgere di tumori alla base del seno.[102][103]
Reni: il fumo può causare l'insorgere di un tumore ai reni.[106]
Vescica: il fumo è fattore di rischio per lo sviluppo di tumore alla vescica.[107]
Cartilagine e midollo osseo: un recente studio ha dimostrato come il fumo di sigaretta contribuisca alla perdita di cartilagine e midollo osseo, in particolare negli arti inferiori. Il danno avviene a causa degli elementi tossici presenti nel sangue, che, attraverso i numerosi vasi sanguigni che raggiungono le articolazioni, arrecano danni alle ossa.[108]
^Riccardo Staglianò, capitolo Big Tobacco e Big Phone: un film già visto?, in Toglietevelo dalla testa: Cellulari, tumori e tutto quello che le lobby non dicono, Chiarelettere, 26 Gennaio 2012. ISBN 978-886190-228-2
^La classificazione delle sostanze cancerogene per l'uomo a cura dello IARC, suddivide le sostanze analizzate in 5 gruppi (1-2A-2B-3-4) in base alle evidenze sperimentali (e quindi al grado di certezza) della loro azione cancerogena. Il gruppo 1 comprende i composti sicuramente cancerogeni per l'uomo (Complete List of Agents evaluated and their classification, IARC 2006).
^ WORLD HEALTH ORGANIZATION INTERNATIONAL AGENCY FOR RESEARCH ON CANCER, Tobacco Smoke and Involuntary Smoking (PDF), in IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans, n. 83, 2004.
^Per un uomo di 70 kg quindi si tratta dei 35mg contenuti in circa 0,7 grammi di tabacco (assumendo una concentrazione del 5% del peso a secco del tabacco), la dose sicuramente letale è invece di 60 mg, contenuta mediamente in 1,4 g di tabacco; tali dosaggi si riferiscono alla quantità in circolazione nel sangue
^(EN) John S. Lazo, Keith L. Parker e Laurence Brunton, Goodman & Gilman - Le basi farmacologiche della terapia, 11ª edizione, Milano, McGraw Hill, 2006, pp. 233, ISBN978-88-386-3911-1.
^(EN) Carl Zenz, O. Bruce Dickerson e Edward P. Horvath Jr., Occupational Medicine Principles and Practical Applications, 3ª edizione, Boca Raton, CRC Press, 1994, p. 641, ISBN978-0-8016-6676-6.
^(EN) A.K. Hackshaw, Lung cancer and passive smoking, in Statistical Methods in Medical Research, vol. 7, n. 2, giugno 1998, pp. 119-136, PMID9654638.
«In epidemiological studies of women who are lifelong nonsmokers, there is a statistically significant excess risk of lung cancer (24%, 95% confidence interval 13-36%) from exposure to environmental tobacco smoke from the spouse and this increases with the number of cigarettes smoked and duration of the marriage.»
^(EN) National Health and Medical Research Council, The health effects and regulation of passive smoking, Australian Government Publishing Service, aprile 1994. URL consultato il 19 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2015).
«[...] cigarette smoking is considered a principal aetiological factor responsible for the development of certain diffuse interstitial and bronchiolar lung diseases, namely respiratory bronchiolitis-interstitial lung disease (RB-ILD).»
^(EN, PL) Gasior G, Pierzchała W, Ograbek-Król M., The relationship between cigarette smoking and some types of idiopathic interstitial pneumonias, in Wiad Lek., vol. 61, n. 1-3, 2008, pp. 48-52, PMID18717043.
«[...] Desquamative interstitial pneumonia (DIP), respiratory bronchiolitis-associated interstitial lung disease (RB-ILD) and idiopathic pulmonary fibrosis (IPF) are the interstitial lung diseases of unknown etiology. Among patients with these disorders there is a prevalence of current or ex-smokers: over 90% in RB-ILD, 60-90% in DIP and 41-83% in IPF.»
«Among adults, most deaths are from respiratory, vascular, or neoplastic disease or from tuberculosis; the death rates from these diseases can be increased by smoking.»
^(EN) Haldane J., The action of carbonic oxide on man (PDF), in The Journal of Physiology, vol. 18, n. 5-6, 1895, pp. 430–462. URL consultato il 23 aprile 2015.
«[...] Cigarette smoking impacts all phases of atherosclerosis from endothelial dysfunction to acute clinical events, the latter being largely thrombotic.»
^(EN) Criqui M.H. e altri, Cigarette smoking and plasma high-density lipoprotein cholesterol. The Lipid Research Clinics Program Prevalence Study, in Circulation, vol. 62, n. 4, novembre 1980, pp. 70-6, PMID7418146.
«Men and women who were smokers had significantly (p < 0.01) lower HDL cholesterol levels than nonsmokers, and heavier smokers had lower HDL cholesterol levels than lighter smokers»
^(BS) Batić-Mujanović O., Zildzić M., Beganlić A., Kusljugić Z., The effect of cigarette smoking on HDL-cholesterol level, in Medicinski arhiv, vol. 60, n. 6, pp. 90-2, PMID18172992.
«[...] cigarette smoking adversely affects HDL-C by lowering its level, which further increases the risk for developing coronary heart disease.»
^(EN) M. Ippen, H. Ippen, Approaches to a Prophylaxis of Skin Aging (PDF), in Journal of the Society of cosmetic chemists, vol. 16, n. 6, 1965, pp. 305-308. URL consultato il 26 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2015).
«Exposure to tobacco smoke affects all stages of human reproduction. Tobacco smoking affects both male and female fecundity. Maternal cigarette smoking is associated with increased risks for ectopic pregnancy, premature rupture of membranes, abruptio placentae, placenta previa, miscarriage, stillbirth, preterm birth, low birth weight, small for gestational age, and congenital anomalies such as cleft lip.»
«It is known that cigarette smoking affects semen quality. [...] Heavy smoking produces teratozoospermia, which further reduces semen quality. Oligozoospermia may be due to factors other than smoking.»
«Maternal smoking during pregnancy and other factors indicated by impaired fetal development may be associated with an increased risk of Legg-Calvé-Perthes disease.»
«Quanto al tabacco, basti pensare che il tumore della laringe compare da 4 a 32 volte di più nei fumatori, rispetto ai non fumatori e che il rischio di ammalarsi sale con l’aumentare del numero di sigarette consumate ogni giorno, mentre scende nelle persone che hanno smesso di fumare da oltre cinque anni.»
«Le possibilità di disturbi della voce aumentano anche se si fuma, si abusa di alcolici, si lavora in un ambiente rumoroso [...].»
^ Carlo Govoni, Le disfonie, su spazio-salute.it, spazio-salute, 4 aprile 2015. URL consultato il 30 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2015).
«The association of current smoking with fatal breast cancer risk increased with increasing numbers of cigarettes per day and with total number of years smoked.»
«Il fumo rappresenta il fattore di rischio principale. I tabagisti presentano un rischio di incidenza da doppio a triplo rispetto ai non fumatori e l'aumento è proporzionale al numero di sigarette fumate.»
«A further reduction in cigarette smoking, and a decrease in the rates of obesity and hypertension would likely moderate the increasing incidence of renal cell cancer.»