F come falso | |
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Titolo originale | Vérités et mensonges |
Paese di produzione | Francia, Iran, Germania Ovest |
Anno | 1973 |
Durata | 85 min |
Genere | documentario |
Regia | Orson Welles |
Soggetto | Orson Welles |
Sceneggiatura | Orson Welles, Oja Kodar (non accreditata) |
Produttore | François Reichenbach |
Fotografia | Gary Graver, Christian Odasso |
Montaggio | Marie-Sophie Dubus, Dominique Engerer |
Musiche | Michel Legrand |
Costumi | Oja Kodar |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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F come falso (Vérités et mensonges) è un film del 1973 diretto e interpretato da Orson Welles. Co-protagonista del film è Oja Kodar, che all'epoca era la compagna dello stesso Orson Welles.
Conosciuto in italiano anche col titolo F come falso - Verità e menzogne, è narrato in forma di documentario e saggio cinematografico, con il protagonista (e molti altri attori che sono prestati alla partecipazione) che interpretano se stessi.
«Ogni uomo sa bene che quando si ricopre di peluria il labbro è già un maestro dell'arte e della verità»
Orson Welles narra direttamente allo spettatore diverse storie riguardanti quadri falsi e veri, falsari di professione e critici d'arte che scambiano i quadri dei falsari per veri: tra questi, Elmyr de Hory, che falsificava celebri quadri; Clifford Irving, che falsificava biografie; il miliardario Howard Hughes e il pittore Pablo Picasso.
La co-produzione franco-tedesco-iraniana testimonia, ancora una volta, le numerose difficoltà che Welles incontrava nella produzione dei suoi film.
Il film, prima del titolo definitivo, ne ha avuto diversi altri, quali Fake e Hoax?[1].
All'interno della pellicola vi sono filmati di altri documentari, in particolare uno spezzone tratto da un documentario della BBC dedicato a Elmyr de Hory.
Sebbene le riprese fossero finite a fine estate del 1973, il film viene distribuito a settembre dell'anno successivo, in quanto "il montaggio del film ha richiesto un anno di lavoro"[2].
Il film, interpretato dallo stesso Orson Welles, è una lunga riflessione - tramite aneddoti, ricordi autobiografici e alcune interviste a noti falsari - sul rapporto che esiste tra la verità e l'arte. Interrogandosi su cosa sia la verità nell'arte e nella vita, Welles pone una serie di interrogativi e riflessioni anche sull'estetica e sul valore dei critici d'arte (spesso messi alla berlina nel film), che molte volte incensano e fanno aumentare il valore economico di quadri falsi, scambiandoli per veri.
Orson Welles era del resto molto sensibile su questo tema della verità e menzogna: il suo primo successo, la trasposizione radiofonica della Guerra dei Mondi, parlava di una invasione aliena e che aveva scatenato fenomeni di isteria collettiva negli USA, era un evidente falso scambiato per vero. La trasmissione stessa viene citata all'interno del film.