La retrospettiva di questa edizione, intitolata "Weimar Cinema Revisited", è stata dedicata alle produzioni tedesche negli anni della Repubblica di Weimar (1919-1933), una delle fasi più produttive e influenti del cinema tedesco.[4]
Nella sezione "Berlinale Special" è stato ricordato il cineasta tedesco Ulli Lommel, scomparsi pochi mesi prima dell’inizio del festival, con la proiezione in anteprima mondiale del suo documentario America Land of the Freeks.[5]
Giurie
Tom Tykwer, Cécile de France e Adele Romanski, membri della giuria internazionale.
Giuria internazionale
Tom Tykwer, regista, sceneggiatore, produttore e compositore (Germania) - Presidente di giuria[6]
Cíntia Gil, curatrice di festival e manifestazioni internazionali (Portogallo)[6]
Ulrike Ottinger, regista, sceneggiatrice, produttrice e fotografa (Germania)
Eric Schlosser, giornalista, scrittore e produttore (Stati Uniti)
Giuria "Cortometraggi"
Diogo Costa Amarante, regista, sceneggiatore e direttore della fotografia (Portogallo)[6]
Jyoti Mistry, regista e docente alla Wits School of Arts di Johannesburg (Sudafrica)
Mark Toscano, curatore di festival e manifestazioni internazionali (Stati Uniti)
Giurie "Generation"
Kinderjury Kplus/Jugendjury 14plus
Gli Orsi di cristallo sono stati assegnati da due giurie nazionali, la Kinderjury Generation Kplus e la Jugendjury Generation 14plus, composte rispettivamente da undici membri di 11-14 anni e sette membri di 14-18 anni selezionati dalla direzione del festival attraverso questionari inviati l'anno precedente.[6]
Giurie internazionali Kplus/14plus
I Grand Prix e gli Special Prize sono stati assegnati dalla Generation Kplus International Jury, composta dalla regista e sceneggiatrice svedese Sanna Lenken, la regista e sceneggiatrice spagnola Carla Simón e Amanda Duthie, direttrice del Festival del cinema di Adelaide, e dalla Generation 14plus International Jury, composta dal regista e sceneggiatore brasiliano Felipe Bragança, il fotografo australiano Mark Rogers e la curatrice di eventi cinematografici tedesca Verena von Stackelberg.[6]