Le Fronti Basse sul torrente Bisagno facevano parte dell'ultima delle cinte murarie di Genova, quella realizzata nel 1632, detta delle Mura Nuove.[1] Costituivano il tratto di mura che doveva varcare la zona pianeggiante (da cui Fronti Basse) verso la foce del Bisagno, stretta tra i colli di Montesano e Carignano, ed opposta alla collina di Albaro.

La loro complessa struttura occupava le aree delle attuali piazza della Vittoria, piazza Verdi, Stazione Brignole.

Storia

La costruzione

L'area in cui nel XVII secolo sarebbe stata costruita questa struttura costituiva un punto debole nel sistema difensivo cittadino, non essendo possibile, come per il resto della cinta muraria, sfruttare le asperità naturali del terreno. Di fronte a questo tratto di mura infatti si trovava solo un'ampia zona pianeggiante, attraversata dal Bisagno, compresa tra l'inizio dell'attuale via XX Settembre e la collina di Albaro. Tenendo conto che nel XVII secolo, all'epoca della costruzione delle Mura Nuove, non esistevano ancora le fortificazioni di levante, sarebbe stato facile per un esercito nemico occupare la piana del Bisagno e da lì bombardare le mura ed espugnare la città.

Per tale motivo fu deciso di rafforzare questo tratto di mura fu con due ampi bastioni, protetti da rivellini triangolari posti in posizione avanzata rispetto ai primi verso il torrente Bisagno, e con una serie di fossati oltre a quello esterno alla cinta.

La scalinata delle Caravelle

Le “Fronti Basse” si raccordavano poi alle Mura del Cinquecento (dette Mura Vecchie). Il collegamento era poco a Sud della Porta Pila, con un tratto ascendente e gradonato di mura, sul sito delle attuali aiuole delle caravelle, che le univa al bastione delle Cappuccine (ultimo della serie della cortina delle mura del Prato). Dall'altro lato, dalla parte cioè di San Vincenzo, le mura si raccordavano ai successivi bastioni dello Zerbino, sempre appartenenti alle Mura Nuove.

La demolizione

A partire dal Ottocento, dopo la costruzione delle fortificazioni a levante, venne meno l'importanza strategica di questa cinta difensiva, e nel 1875, il comune di Genova, che l'anno prima aveva inglobato i comuni della bassa val Bisagno posti all'esterno delle mura (Foce, Marassi, San Francesco d’Albaro, San Fruttuoso, San Martino d’Albaro e Staglieno) chiese al demanio militare l'autorizzazione a demolire le “Fronti Basse” per consentire l'espansione della città verso i comuni annessi. Tale autorizzazione fu concessa solo nel 1888: i lavori, iniziati due anni più tardi, furono completati nel 1892, in tempo per allestire sulla spianata ricavata dalle demolizioni l'Esposizione Colombiana, nel quarto centenario della scoperta dell'America.

Su quest'area, che agli inizi del Novecento fu utilizzata anche per esercitazioni militari, furono successivamente edificate la Stazione Brignole con la prospiciente piazza Verdi e piazza della Vittoria.[2]

Le porte della città nelle Fronti Basse

Nelle Fronti Basse si aprivano le due porte principali della città a Levante:

Una delle due porte fu disegnata dall'architetto Bartolomeo Bianco. Si presume fosse la Porta Pila per la sua maggiore monumentalità, ma alcuni non escludono si trattasse invece della Porta Romana.

Note

  1. ^ Fotografia d'epoca con panoramica sulle Fronti Basse (http://www.fortidigenova.com/fbasse.jpg)
  2. ^ Fondamenta delle Fronti Basse affiorate durante i lavori per la realizzazione del parcheggio sotterraneo di Piazza della Vittoria (http://www.fortidigenova.com/scavi.jpg)

Bibliografia