Giuseppe Chiari (Firenze, 26 settembre 1926 – Firenze, 9 maggio 2007) è stato un pittore e compositore italiano.
Fu musicista, pianista ed artista visivo e fece parte del movimento Fluxus.
Inizia a scrivere musica dal 1950 "una musica, quella del 1950, che anticipa di 20 anni il minimalismo"[1]. Sue composizioni del primo periodo sono gli Intervalli e gli Studi sulla singola frequenza. Tra le opere successive Gesti sul piano del 1962 e L'arte è facile del 1972.
All'interno del gruppo Fluxus sperimenta il concetto di Musica visiva combinando l'arte visiva e musicale in un continum dove la musica si caratterizza per la sua componente visiva. "Sul fronte delle arti visive l'astrattismo e il concettuale conquistano irreversibilmente l'incorporeità tipica dell'espressione musicale"[2].
È un esponente e principale promotore della corrente artistica fiorentina, operante dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi,[3] definita Musica d’Arte (Musica visiva e Fluxus) comprendente Giancarlo Cardini, Marcello Aitiani, Daniele Lombardi, Albert Mayr,[4] Pietro Grossi, Sylvano Bussotti,[5] e Sergio Maltagliati. Questi musicisti hanno sperimentato l'interazione tra suono, gesto e visione,[6] una sinesteticità dell'arte frutto delle avanguardie storiche, da Kandinskij al futurismo, da Scriabin a Schönberg, fino al Bauhaus.[7]
Numerose sono le mostre collettive a cui ha partecipato ricordiamo qui alcune come la X° Quadriennale di Roma[8] le Esposizione internazionale d'arte di Venezia del 1972, 1976, 1978[9], Documenta 5 a Kassel nel 1972, Biennale of Sydney del 1990.
Numerosissime sono le personali allestite sia prima sia dopo la morte del maestro, ricordiamo alcune delle più importanti: quella tenuta presso il "Careof DOCVA" Centro per la documentazione delle arti visive a Milano nel 2009 dal titolo Giuseppe Chiari, la mostra performance del 2011 tenuta all'Auditorium Parco della Musica di Roma a cura di Achille Bonito Oliva per il progetto FLUXUS BIENNIAL[10]; quella del 2013 al Museo d'arte contemporanea Villa Croce dal titolo A proposito di Giuseppe Chiari[11], quella tenuta nel 2014 a Palazzo Tagliaferro ad Andora dal titolo Giuseppe Chiari - Gli anni dell’avanguardia e oltre[12], quella tenuta nel 2015 al Museo Diotti dal titolo Giuseppe Chiari - Quit Classic Music[13], l'antologica tenuta al Miart di MIlano nel 2016[14].
Sue opere sono conservate in numerosi musei: Alla Collezione Gori di Santomato di Pistoia[15], nella collezione permanente di Palazzo Fabroni a Pistoia[16], l'opera Art is to say della collezione Palli al Museo Novecento di Firenze[17], varie opere al Museo sperimentale d'arte contemporanea dell'Aquila[18] e al MAMBO di Bologna.
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