Il peccato di gola nella teologia cristiana è uno dei sette Vizi capitali e si ha quando l'essere umano eccede la giusta misura nel dedicarsi ai piaceri del cibo e delle bevande[1]. L'ingordigia di cibi e bevande è condannata sia in quanto esempio di sfrenatezza e di lascivia al posto della modestia e del controllo di sé, sia come ingiustizia sociale in contrapposizione ai poveri che soffrono la fame e la povertà. In particolare nel Medioevo era particolarmente malvista in quanto la miseria e la fame erano molto diffuse, tanto che per la Chiesa cattolica è uno dei sette peccati capitali.
I simboli che rappresentano la gola sono il maiale e il colore arancione.[2]