Hieronymus Bosch, Sette peccati capitali, Gola

Il peccato di gola nella teologia cristiana è uno dei sette Vizi capitali e si ha quando l'essere umano eccede la giusta misura nel dedicarsi ai piaceri del cibo e delle bevande[1]. L'ingordigia di cibi e bevande è condannata sia in quanto esempio di sfrenatezza e di lascivia al posto della modestia e del controllo di sé, sia come ingiustizia sociale in contrapposizione ai poveri che soffrono la fame e la povertà. In particolare nel Medioevo era particolarmente malvista in quanto la miseria e la fame erano molto diffuse, tanto che per la Chiesa cattolica è uno dei sette peccati capitali.

I simboli che rappresentano la gola sono il maiale e il colore arancione.[2]

Riferimenti culturali

Note

  1. ^ Tommaso d'Aquino, Summa teologica citato in gola, in Enciclopedia dantesca, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970.
  2. ^ I 7 Peccati Capitali, su riccardocavani.com.

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