Nato a Ferrara, figlio di Gaetano, un noto avvocato. Si laureò in giurisprudenza ed esercitò brevemente la professione presso lo studio legale paterno.
Era fratello dello scrittore Corrado Tumiati, del professore universitario e giurista Leopoldo Tumiati e del drammaturgo Domenico Tumiati (1874-1943).
Era zio del giornalista e scrittore Gaetano Tumiati e del giovane Francesco Tumiati eroe dell'antifascismo ferrarese.
Il suo debutto da attore generico avvenne attorno ai trent'anni, tuttavia, le sue doti interpretative lo fecero ben presto notare.
Del 1910 è il successo nel Cyrano de Bergerac. Allo scoppio della prima guerra mondiale, Tumiati si dedicò a spettacoli per intrattenere le truppe. Con il 1920 iniziò il periodo dei grandi lavori teatrali: tra gli altri, La dodicesima notte di William Shakespeare e Liliomdi Ferenc Molnár. Nel 1924, grazie all'appoggio della moglie Beryl Hight, pittrice e scenografa, fondò a Milano la "Sala Azzurra", uno dei primi teatri d'avanguardia. Nel 1936, Silvio D'Amico lo chiamò a far parte del corpo docente dell'Accademia nazionale d'arte drammatica; tuttavia, Tumiati se ne distaccò l'anno seguente.[1]
Trascorse gli ultimi dieci anni di vita in cecità, assistito dalla moglie Beryl Hight, che morì il 6 novembre del 1970, cinque mesi prima di lui,[2] che morì il 23 aprile 1971. È sepolto al cimitero Flaminio di Roma.
La rappresentazione di Santa Uliva di Anonimo Fiorentino del XIV secolo, regia di Gualtiero Tumiati e Beryl Hight Tumiati, prima al cortile della Sapienza di Roma il 31 agosto 1944.
^Daniele Ravenna, Domenico, Gualtiero, Leopoldo e Corrado. I fratelli Tumiati fra Ottocento e Novecento, Atti dell'Accademia delle Scienze di Ferrara, Anno Accademico 2020-2021, volume 98, p. 286.