L'ingegneria climatica, conosciuta anche come geoingegneria[1], è l'insieme delle tecnologie proposte per tentare di contrastare su scala planetaria le cause o gli effetti dei cambiamenti climatici (climate change) e in particolare del riscaldamento globale (global warming)[2][3][4][5].

Le tecnologie di ingegneria climatica si possono classificare in due grandi categorie: rimozione dell'anidride carbonica dall'atmosfera (CDR - carbon dioxide removal) e riduzione della radiazione solare incidente (SRM - solar radiation management). Esse hanno caratteristiche molto diverse per efficacia, velocità di implementazione, costi e profili di rischio per effetti non voluti poco noti o ignoti del tutto [2] [3] [4] [5]. Proprio a causa delle incertezze scientifiche inerenti a tale approccio, e per le inevitabili ripercussioni politiche, sociali, ed etiche, l'eventuale gestione planetaria di progetti operativi di ingegneria climatica è oggetto di ampio dibattito. L'ingegneria climatica può essere considerata come la terza e ultima strategia di emergenza per affrontare i cambiamenti climatici dopo gli sforzi di mitigazione e adattamento, considerati prioritari dall'attuale consenso degli esperti [2] [3] [5].

L'ingegneria climatica non va confusa con le tecnologie per la modifica locale del tempo meteorologico quali ad esempio l'inseminazione delle nubi per favorire le precipitazioni o varie tecniche per la dispersione della nebbia.

Strategie

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Le strategie per intervenire sul sistema climatico terrestre per contrastare il riscaldamento globale dovuto ai gas serra si possono distinguere in due tipologie assai diverse descritte nelle sottosezioni di seguito.

Rimozione della CO2 (CDR)

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Le tecnologie di rimozione della CO2 (Carbon Dioxide Removal) cercano di eliminare o ridurre la causa dei cambiamenti climatici individuata dagli studi climatologici degli ultimi decenni, e cioè i gas "climalteranti" che causano un eccessivo effetto serra, soprattutto l'anidride carbonica ma anche il metano e altri. Fra le strategie proposte si possono elencare:[6]

Un effetto aggiuntivo positivo dei metodi CDR consiste nella riduzione del fenomeno di acidificazione degli oceani causato dalla presenza di eccessiva CO2 in atmosfera.

Riduzione della radiazione solare (SRM)

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Le tecnologie di riduzione della radiazione solare (Solar Radiation Management) cercano di contrastare il riscaldamento globale mitigando l'incidenza e l'assorbimento dell'insolazione sulla superficie terrestre, causando un raffreddamento in grado di pareggiare l'effetto dei gas climalteranti. La riduzione dell'insolazione corrisponde a un aumento della radiazione solare riflessa cioè l'albedo terrestre, per cui si parla anche di modifica dell'albedo (Albedo Modification) per questo approccio. Nello specifico, sono state proposti metodi basati sull'aumento della riflettività sulla superficie, in atmosfera e nello spazio[7].

Dibattito

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Principi di Oxford

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Nel 2009 alcuni ricercatori britannici guidati da Steve Rayner hanno steso una lista di principi guida per la ricerca nell'ambito dell'ingegneria climatica che sono stati adottati dalla successiva conferenza di Asilomar sugli interventi climatici del 2010. Tali principi sono i seguenti:[8]

  1. La geoingegneria è un bene comune
  2. Partecipazione pubblica alle decisioni
  3. Ricerche aperte e risultati pubblici
  4. Valutazione indipendente degli impatti
  5. La governance deve precedere l'implementazione

Note

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  1. ^ geoingegneria - voce Enciclopedia on line Treccani
  2. ^ a b c Royal Society (2009)
  3. ^ a b c Kiel Earth Institute (2011)
  4. ^ a b IPCC (2011)
  5. ^ a b c CEC14
  6. ^ Royal Society (2009), Cap. 2 pp. 9-21.
  7. ^ Royal Society (2009), Cap. 3 pp. 23-36.
  8. ^ Oxford Principles (2009)

Bibliografia

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Rapporti

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Articoli referenziati

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Libri

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Siti web

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Working paper

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Articoli divulgativi e di opinione

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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