Calice con coperchio in ceramica ingobbiata graffita, ca. 1900.

L'ingobbio o engobbio è una tecnica di copertura e decorazione per terracotta e ceramica.

Definizione

[modifica | modifica wikitesto]

Il termine ingobbio trae origine dal francese engober, ricoprire con uno strato di terra, ed è comunemente impiegato nel linguaggio tecnico moderno per indicare un rivestimento a base argillosa che ricopre il corpo ceramico. Sebbene le tecniche di lavorazione siano differenti, la composizione e le caratteristiche rimangono simili, quindi il termine "ingobbio" può essere applicato in riferimento alla produzione ceramica dal mondo antico ai nostri giorni.

Storia

[modifica | modifica wikitesto]

La necessità di coprire con una superficie non trasparente un corpo ceramico si è concretizzata nella tecnica dell'ingobbio (inglese: slip, francese: engobe, tedesco: Engobe) che consiste in una copertura ottenuta con un miscuglio di argilla. Su questa veniva dipinta la decorazione, fissata da un sottile strato di vetrina prima della cottura. Questo tipo di copertura, già in uso in parecchie civiltà antiche (aree mesopotamiche e del Vicino Oriente nel III millennio a.C.), si diffonde nelle manifatture italiane e, più generalmente europee, a partire dalla fine del XII-inizi del XIII secolo attraverso trasmissione delle tecniche dalle aree bizantine e del mondo arabo. Le prime attestazioni di ceramica ingobbiata emergono in Persia orientale durante il periodo samanide (IX-X secolo). La produzione persiana dura ancora dopo l'avvento della dinastia dei Selgiuchidi (metà XI secolo) spinta da influssi cinesi. Le ingobbiate in Italia giungono con contatti politici e commerciali anche grazie al ruolo assunto dalle Repubbliche marinare, quale ad esempio Venezia che importa la tecnica dalle aree bizantine, utilizzando simili basi tecniche e stilistiche.

L'ingobbio, come composizione chimica, è un composto simile alla barbottina, dalla quale è, però, dissimile alla vista per colorazione.

Caratteristiche tecniche

[modifica | modifica wikitesto]

L'ingobbio è quindi uno strato sottile a base di argilla, di composizione e proprietà fisico-chimiche variabili, che ricopre la superficie del manufatto allo scopo di migliorarne l'aspetto (livella le rugosità della superficie e la nasconde con diversi e più gradevoli colori), offrendo inoltre nuove possibilità per la decorazione, e la funzione, conferendo al pezzo un grado di impermeabilità superiore a quella del corpo ceramico sottostante.

Con riferimento al mondo antico i due tipi di ingobbio più comuni sono quello colorato nella gamma del rosso (terra sigillata, vernice rossa) e quello bianco o comunque molto chiaro.

Ingobbio rosso
è un rivestimento argilloso ocraceo, con minerali del ferro a componente argillosa più o meno limitata. I minerali del ferro sono costituiti essenzialmente da ematite e limonite, spesso presenti insieme negli aggregati ocracei: se prevale l'ematite il colore è nel campo del rosso, se prevale la limonite il colore è nel campo del giallo-arancione. Maggiore o minore intensità della tinta dipende dalla presenza più o meno importante di ossidi e idrossidi di ferro e subisce l'influenza dell'atmosfera prevalente nella fornace (soprattutto durante la fase di raffreddamento): un ambiente ossidante (ampia circolazione d'aria) produce colorazioni nel campo del rosso; la mancanza di ossigeno, abbinata ad una temperatura eccessiva, causa il viraggio da rosso a nero a causa della trasformazione da ossido ferrico (ematite, rossa) in ossido ferroso-ferrico (magnetite, nera) come nel caso della vernice nera.
Ingobbio bianco
è un rivestimento argilloso caolinico. Nel mondo antico è meno comune dell'ingobbio rosso, a causa della maggiore difficoltà di reperimento delle caoliniti rispetto all'ocra rossa e all'argilla ferruginosa. Nel mondo classico l'ingobbio bianco caratterizza la classe ceramica denominata a fondo bianco, sia coppe a fondo bianco sia vasi per unguenti e profumi ad uso funerario (lekythos). L'ingobbio bianco lo troviamo impiegato anche per ricoprire opere figurate a rilievo, come alcune delle statuette dette tanagrine. In età medievale e postmedievale tale rivestimento è utilizzato sia per creare una base chiara per decorazioni pittoriche o graffite, sia per creare decorazioni a pennello direttamente sul corpo ceramico.

Applicazione

[modifica | modifica wikitesto]

La miscela che il vasaio deve stendere sul manufatto deve rispondere a determinate caratteristiche:

Condizione preliminare all'applicazione è lo “stato di cuoio”, cioè il giusto grado di essiccamento del manufatto: una superficie troppo umida sarebbe quasi priva di porosità, impedendo l'assorbimento del composto. L'ingobbio va quindi utilizzato quando il pezzo da decorare non è ancora del tutto asciutto, proprio così come avviene per l'affresco.

Per precauzione (possibilità che si creino microfratture durante la cottura) il vasaio non ricopre tutta la superficie del vaso, ma lascia alcune zone scoperte (piede o parte sottostante il piede), affinché vapore acqueo e altri gas di reazione possano uscire liberamente.

L'applicazione può essere eseguita seguendo diverse tecniche:

Tecniche decorative

[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito della tecnica per incisione, si riconoscono varie tipologie di decori:

Le produzioni in ingobbiata

[modifica | modifica wikitesto]

Le ceramiche ingobbiate includono una serie di tipologie ceramiche classificate su base stilistica, geografica e culturale. Le distinzioni in base alle tecniche decorative utilizzate suddividono la ceramica in base agli abbinamenti dell'ingobbio:

Rivestimento Decorazione Denominazione

Ingobbio + vetrina

Pigmentazione della vetrina

Ceramica ingobbiata monocroma

Ingobbio + vetrina

Decorazione dipinta

Ceramica ingobbiata dipinta policroma

Ingobbio + vetrina

Decorazione Graffita

Ceramica graffita (può essere monocroma o policroma a seconda dell'aggiunta o meno anche di decorazioni pittoriche)

Al gruppo delle ceramiche graffite policrome, il più corposo, si riferisce la cosiddetta graffita arcaica, una classe molto diffusa nell'Italia settentrionale dove erano localizzati i centri produttivi principali. Questa classe si sviluppa durante il Basso Medioevo. Le caratteristiche sono l'incisione a punta dell'ingobbio e un secondo rivestimento di vetrina gialla o raramente verde. A questa tipologia afferiscono diverse classi, individuate in base alle decorazioni e alle zone di produzione.

I. Graffita arcaica tirrenica

II. Graffita “spirale-cerchio”

III. Graffita “tipo S. Bartolo”

IV. Graffita arcaica padana.

Calice con coperchio in ceramica ingobbiata graffita, ca. 1900.

Bibliografia

[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]