L'ipovisione è una condizione di acutezza visiva molto limitata che ha notevoli conseguenze sulla vita quotidiana. Può essere causata da vari fattori (siano essi congeniti o acquisiti). La vista si può ridurre fortemente in seguito a patologie che possono colpire diverse strutture oculari, che vanno dalla cornea alla retina, fino al nervo ottico.

L'ipovisione può essere associata a malattie che provocano una riduzione del campo visivo. Ad esempio, nel caso del glaucoma avanzato, che danneggia il nervo ottico, è come se si guardasse attraverso un tubo; oppure si può essere colpiti da patologie della macula, la zona centrale della retina (la più comune è la degenerazione maculare senile, che provoca la perdita della visione centrale). L'ipovisione grave può degenerare in cecità, che può essere parziale o totale.

Classificazione della cecità e dell'ipovisione

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Per indicare il deficit visivo che porta ad avere una visione ridotta esiste una classificazione specifica:

La fascia d'età è definita statisticamente in un range compreso, il più delle volte, tra i 65 e gli 84 anni.

Anomalie associate

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L'ipovedente presenta una ridotta acuità visiva e spaziale, associata generalmente ad una limitazione del campo visivo. Le patologie che possono portare a questo deficit sono molteplici:

Metodi correttivi

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Nei casi di ipovisione lieve è possibile il miglioramento della messa a fuoco da lontano applicando anteriormente all'occhio un foro stenopeico, che riduce però il campo visivo. I metodi correttivi utilizzati seguono due criteri principali:

Ridotta acuità visiva

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Vengono utilizzati ausili ingrandenti, capaci di aumentare le dimensioni dell'immagine. Per aumentare l'ingrandimento si agisce con tre metodologie diverse:

Ingrandimento della distanza relativa

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Qualsiasi oggetto osservato a minore distanza forma sulla retina un'immagine di dimensioni maggiori. Partendo da questo presupposto, gli ausili ottici utilizzati con questa metodologia sono generalmente lenti positive.

L'ingrandimento è dato dal rapporto tra le distanze di osservazione (con e senza ausilio). Ad esempio: la distanza di osservazione è pari a 30 cm, con l'ausilio a 3 cm: I=d/d' (con d espresso in metri). Dunque, la formula è la seguente: I=0,30/0,03=10X.

Il potere diottrico necessario per creare questo ingrandimento è dato dall'inverso della distanza espresso in metri: Per determinare l'ingrandimento necessario per ottenere l'acuità visiva richiesta, è possibile rapportare questa con l'abituale. Ad esempio: acuità visiva abituale 2/10, acuità visiva richiesta 4/10 I=4/2=2X.

Ingrandimento angolare

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L'ingrandimento angolare è dato dal rapporto tra i due angoli sottesi dall'oggetto osservato e dalla relativa immagine fornita dagli ausili ottici. I principali utilizzati sono:

Il telescopio galileiano è un sistema ottico semplice, composto da una lente anteriore, che funge da obiettivo e è positiva e da una lente posteriore, che funge da oculare negativo. La lunghezza focale dell'obiettivo deve essere pari a quella dell'oculare sommata alla distanza. Da questo si evince che il potere diottrico della lente negativa è decisamente superiore. I vantaggi sono nella praticità dell'ausilio utilizzato (con la limitazione ad un basso numero di ingrandimenti).

Il telescopio kepleriano si differenzia da quello galileiano per la presenza di due lenti entrambe positive, distanziate da una distanza pari alla somma delle due lunghezze focali. Con questo ausilio si aumenta notevolmente l'ingrandimento e la percezione periferica, anche se l'immagine viene capovolta. La lunghezza dell'ausilio risulta quindi maggiore rispetto al telescopio galileiano, per la presenza di un prisma raddrizzatore dell'immagine.

Il telescopio ad occhio d'ape è composto da tre telescopi affiancati. Con questo metodo si aumenta notevolmente l'ingrandimento.

I sistemi ipercorrettivi per lettura sono tecnicamente dei microscopi semplici, ovvero delle lenti positive che sfruttano l'ingrandimento angolare. Per approfondire seleziona sistemi ipercorrettivi per lettura

Ingrandimento di grandezza relativa

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Consiste nel sovradimensionare l'oggetto considerato. Gli ausili non sono ottici, ma utilizzano strumentazioni capaci di rendere ingrandita l'immagine attraverso un monitor.

Ridotto campo visivo

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Nei casi in cui si verifichi una riduzione dell'angolo del campo visivo bisogna considerare che gli ausili che consentono di aumentarlo tendono a ridurre l'acuità visiva. I sistemi impiegati sono essenzialmente i seguenti:

Il telescopio invertito generalmente utilizzato è quello galileiano visto in precedenza, avente modesto ingrandimento.

I prismi, solitamente a struttura di Fresnel si applicano su un occhiale, aventi le basi direzionate dallo stesso lato dell'anomalia, per stimolare zone retiniche ancora funzionali.

Gli specchi, o a riflessione totale o semitrasparenti vengono posizionati dal lato opposto dell'anomalia del campo visivo. Applicati anch'essi ad un occhiale.

Le lenti anamorfiche sono lenti oftalmiche cilindriche accoppiate, capaci di comprimere la dimensione orizzontale dell'oggetto esaminato, mantenendone inalterata l'altezza.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus

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