La legge 17 agosto 1942, n. 1150 è una legge italiana in tema di urbanistica. Emanata durante il ventennio fascista, è tuttora in vigore.[1]

Evoluzione storica

[modifica | modifica wikitesto]

Emanata durante il governo Mussolini mirava a dettare una disciplina generale ed uniforme sul territorio nazionale, innovando i "piani regolatori edilizi". In particolare introduceva delle disposizioni di tipo procedurale per la redazione e l'approvazione dei piani urbanistici come i piani regolatori generali e i piani territoriali di coordinamento.

A partire dal secondo dopoguerra ha subito varie modificazioni nel corso del tempo, ad esempio gli articoli da 13 a 23 sono stati aboliti limitatamente però alle norme riguardanti l'espropriazione per pubblica utilità ai sensi del DPR 8 giugno 2001, n. 327; inoltre alcune parti sono state implicitamente sostituite o abrogate anche dal D.P.R. 15 gennaio 1972, n. 8 e dal DPR 6 giugno 2001, n. 380.

Contenuti

[modifica | modifica wikitesto]

Rispetto alla legge 25 giugno 1865, n. 2359, introdusse numerose novità al "piano regolatore" introdotto dalla norma del 1865, in particolare

Altre innovazioni sono l'introduzione della licenza edilizia, del piano particolareggiato quale strumento di attuazione del PRG, alcune disposizioni sull'espropriabilità dei terreni dei privati per finalità urbanistiche, l'attribuzione di competenza tecnica in materia di urbanistica al consiglio superiore dei lavori pubblici e l'introduzione del concetto della "zonizzazione" e delle aree di lottizzazione. La norma prevedeva inoltre l'adozione dei cosiddetti strumenti urbanistici ossia cominciava a stabilire le regole della pianificazione territoriale.

Note

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ La legge 1150 del 1942 di cosa tratta, su professionearchitetto.it, 23 luglio 2010.
  2. ^ Funzione trasferita ai sensi dell'art. 1 del DPR 15 gennaio 1972, n. 8, su edizionieuropee.it.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]