Esempio di salterio diurno miniato del sec. XVII già presente nella Biblioteca Scarabelli di Caltanissetta[1], rubato nel 2010[2]

La liturgia delle Ore è la preghiera ufficiale della Chiesa cattolica. Consiste nel canto di salmi, cantici e inni, con l'aggiunta di preghiere e letture dalla sacra Scrittura. Essa, secondo la stessa Chiesa, è partecipazione sacramentale alla preghiera personale di Gesù Cristo: egli continua incessantemente a pregare e lodare il Padre nella preghiera della Chiesa. Per il Rito Romano sono disponibili due edizioni ufficiali in lingua italiana: quella maggiore composta da quattro volumi e l'estratto in volume unico "La preghiera del mattino e della sera". La liturgia delle Ore è regolamentata dai Principi e Norme per la Liturgia delle Ore (PNLO).

Articolazione

Le preghiere sono previste in diverse ore della giornata, articolata nelle ore canoniche. Le due ore principali sono:

Comprende anche altre ore minori:

È articolata in un ciclo di quattro settimane (il salterio), nel quale si recitano quasi tutti i salmi (letti, o cantati in forma di salmodia). Lo schema di Compieta è invece articolato su una sola settimana.

Struttura

Ave Maria in Heures de Charles d'Angoulême

La prima ora che si recita nella giornata (sia essa l'Ufficio delle letture o le Lodi mattutine) è preceduta dalla recita dell'Invitatorio, costituito da un salmo con la sua antifona, che è ripetuta tra le strofe.

A parte ciò, ogni ora si apre con un versetto (O Dio, vieni a salvarmi - Signore, vieni presto in mio aiuto, tratto dal salmo 69[3]), a cui segue il Gloria al Padre.

Viene poi un inno, tratto dalle composizioni poetiche di origine ecclesiale.

Si continua quindi con la recita dei salmi:

Ogni salmo o parte di salmo è introdotto da un'antifona, che ha la funzione di orientare la preghiera al contenuto del salmo; al termine del salmo, salvo ove diversamente indicato, si recita la dossologia Gloria al Padre. L'antifona si recita di nuovo dopo il Gloria al Padre o comunque alla fine dello stesso salmo.

Alla salmodia segue una lettura biblica breve a Lodi, Ora media, Vespri e Compieta o lunga all'Ufficio delle letture con il suo responsorio.

Nelle ore maggiori (Lodi e Vespri) appare poi un cantico tratto dal Vangelo:

Nell'ora di Compieta è inserito inoltre il Nunc dimittis o Cantico di Simeone. Il cantico è introdotto e seguito dalla sua antifona.

Le Lodi prevedono un gruppo di invocazioni e i Vespri le corrispettive intercessioni, a cui fa seguito il Padre nostro. Tutte le ore terminano con l'orazione finale e una formula conclusiva o con la benedizione.

Rito ambrosiano

La liturgia delle Ore secondo il Rito ambrosiano presenta analogie e differenze con quella di Rito romano.

Ufficio delle letture
Lodi mattutine
Ora media (Terza – Sesta – Nona)
Vespri
Compieta

Il rito ambrosiano, inoltre, prevede diverse eccezioni e particolarità per periodi particolari dell'anno (Avvento, Natale, Quaresima, Tempo di Pasqua, ecc.), tutte regolate dai "Principi e Norme per la Liturgia Ambrosiana delle Ore" (PNLAO).

Diffusione

Un'edizione francescana dell'attuale Liturgia delle Ore

La liturgia delle Ore nacque come preghiera della Chiesa, per diventare solo in un secondo tempo una recita personale di alcuni membri della Chiesa stessa.

Alla celebrazione della liturgia delle Ore nella sua forma integrale sono tenuti i presbiteri e i vescovi. Per quanto riguarda i diaconi si chiede unicamente la recita delle ore maggiori (Lodi mattutine, Vespri e Compieta) nel caso in cui siano diaconi permanenti, mentre è prescritta la recita dell'intera liturgia delle Ore, al pari dei presbiteri, se sono diaconi temporanei destinati all'ordinazione presbiterale.

La celebrazione comunitaria della liturgia delle Ore è anche un tratto caratteristico dei monasteri e dei capitoli di canonici.

Il Concilio Vaticano II ha invitato tutti i fedeli laici alla celebrazione almeno delle ore principali; d'altronde, la celebrazione comunitaria di alcune parti dell'ufficiatura quotidiana (i Vespri nei giorni festivi, l'Ufficio delle letture nei giorni della Settimana santa ecc.) non era mai scomparsa dalla vita liturgica anche nelle comunità più periferiche.

La liturgia delle Ore ha lo scopo di aiutare il cristiano a vivere in Cristo la giornata, santificandone i vari momenti. Viene recitata sia nei luoghi di culto, in maniera comunitaria, sia in maniera personale nella liturgia domestica.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Breviario romano.

La liturgia delle Ore trae la sua origine dal precetto di Gesù di pregare senza interruzione (Lc 18,1[6]; 21,36[7]; 22,40[8]; cfr. 1 Ts 5,17[9]; Ef 6,18[10]).

In ambito monastico nacque quindi l'usanza di riunirsi, in vari momenti della giornata, per pregare insieme. Con la riforma di san Benedetto viene codificata espressamente per i monaci la celebrazione in varie ore della giornata secondo il conteggio dei Romani.

Le ore diurne erano quindi Lodi (all'alba), Prima (circa alle 6), Terza (alle 9), Sesta (alle 12), Nona (alle 15) e Vespri (al tramonto). La preghiera prima di coricarsi era detta Compieta.

Di notte la tradizione delle Vigiliae (i turni di guardia delle sentinelle) dette vita ai tre notturni, riuniti poi in un'unica celebrazione detta mattutino. Alcuni ordini monastici celebrano ancora oggi l'Ufficio delle letture nel cuore della notte, interrompendo il sonno.

Dall'ambito monastico, l'usanza di celebrare la liturgia delle Ore (allora chiamata "Ufficio divino") passò a tutti i chierici. Nel medioevo, cominciò a essere usato il termine "breviario", per i libri che contenevano i testi dell'Ufficio, in quanto era originariamente un indice (abbreviazione) dei riferimenti ai brani liturgici da recitare.

La riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II, al fine di rendere più semplice la celebrazione per i presbiteri moderni e per i laici, ha eliminato l'ora di Prima; ha concesso la possibilità di recitare il Mattutino a qualsiasi ora cambiandone il nome in Ufficio delle Letture; ha dato la possibilità di recitare una sola delle altre ore (Terza, Sesta e Nona) chiamandola Ora media; ha ridotto la struttura: i 150 salmi, che prima erano recitati integralmente nel corso di una settimana, sono stati ordinati in un ciclo di quattro settimane. Oltre a queste modifiche, si sono esclusi alcuni salmi detti "imprecatori" e censurati molti versetti ritenuti poco adatti alla rinnovata recita dei laici, rompendo con la secolare integrità del Salterio.

Il nuovo testo, con obbligo di sostituzione del precedente Breviario Romano, è stato promulgato da papa Paolo VI con la costituzione apostolica Laudis canticum il 1º novembre 1970. Con il Motu Proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007, Papa Benedetto XVI concesse a tutti i chierici la libertà di recitare il breviario tradizionale che era in vigore nel 1962 in alternativa alla Liturgia delle Ore pubblicata dopo la riforma liturgica. Tale esercizio venne poi di nuovo limitato da Papa Francesco con il Motu Proprio Traditionis custodes del 16 luglio 2021.

Il libro d'ore

Lo stesso argomento in dettaglio: Libro d'ore.

Miniatura dal Libro delle Ore di Llanbeblig

Il "libro d'ore" comprende la raccolta delle ore liturgiche per i diversi periodi dell'anno. Per secoli è stato uno dei libri che non mancava presso tutte le famiglie o le comunità che potevano permettersi di avere dei libri. Anche dopo la diffusione della stampa i libri delle ore, anche di potenti personaggi laici, rimasero come espressione di prestigio e di amore per l'arte. Divenne anche ben presto un oggetto riccamente miniato. Tra i libri delle ore più celebri si ricordano quelli di Filippo II.
A fianco dell'edizione maggiore, con tutti i testi delle letture e dei salmi, già nel medioevo si era diffuso un indice di essi: il breviario. Con il Concilio di Trento il breviario divenne, invece, un oggetto di uso quotidiano inteso come testo, facilmente trasportabile, che però permetteva all'ecclesiastico di recitare l'Ufficio divino, senza dover ricorrere ad altri testi. Ogni ecclesiastico era obbligato ad averlo e a recitare le relative orazioni alle prescritte ore canoniche. Salvo poche eccezioni come i Vespri solenni, il libro delle ore non fu più pensato come una pratica collettiva, bensì come preghiera individuale.

Note

  1. ^ A. Vitellaro, Breve storia della biblioteca comunale Luciano Scarabelli di Caltanissetta (PDF), in Archivio Nisseno, n. 4, Caltanissetta, gennaio/giugno 2009, p. 35. URL consultato il 23 aprile 2015.
  2. ^ I libri scomparsi della biblioteca Scarabelli, su storiapatriacaltanissetta.it, Società Nissena di Storia Patria - Caltanissetta, 1º febbraio 2013. URL consultato il 23 aprile 2015.
  3. ^ Sal 69, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Sal 118, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Dn 3,52-56, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  6. ^ Lc 18,1, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ Lc 21,36, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  8. ^ Lc 22,40, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  9. ^ 1Tes 5,17, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  10. ^ Ef 6,18, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.

Bibliografia

Voci correlate

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