Un ritratto di Lucos Cozza, 1990

Lucos Cozza (Roma, 11 aprile 1921Roma, 27 giugno 2011) è stato un archeologo italiano.

Biografia

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Figlio del conte Lorenzo Cozza (scultore) [1] e e della ceramista Yris Randone, nonché nipote dell'archeologo Adolfo Cozza (Orvieto 1848 - Roma 1910)[2], Lucos Cozza è stato un illustre archeologo e topografo italiano esperto delle antichità di Roma e, più genericamente, del paesaggio dell'Italia antica. Socio effettivo della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, Honorary Fellow della British School at Rome, è stato decorato dal Capo dello Stato con la Medaglia d'argento ai benemeriti della cultura e dell'arte[3].

Nel 1957, con Ferdinando Castagnoli, diede inizio gli scavi che portarono alla scoperta nel 1959 del santuario delle tredici are di Lavinium. Tra i suoi più importanti contributi alla disciplina archeologica, sono da annoverare la pubblicazione della Pianta marmorea severiana di Roma (La pianta marmorea di Roma antica. Forma Urbis Romae, a cura di, con G. Carettoni, A.M. Colini e G. Gatti, Roma, X Ripartizione del Comune di Roma, 1960) e il suo monumentale lavoro di studio, restauro e conservazione delle Mura aureliane della città, la struttura più colossale mai costruita nell'Italia antica; impresa su cui Lucos Cozza spese gran parte della sua vita di studio. Dotato di un'innata abilità artistica, poté realizzare alcuni tra i più pregevoli disegni ricostruttivi di ville e monumenti antichi del XX secolo.

Nella commemorazione per il quotidiano La Repubblica è stato ricordato dai suoi colleghi Filippo Coarelli, Antonio Giuliano, Adriano La Regina, Mario Torelli e Fausto Zevi come una "umanissima figura, a cui l'archeologia italiana deve scoperte ed opere tra le maggiori del nostro tempo".

Pubblicazioni

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Note

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  1. ^ Daniela Moretti, COZZA, Lorenzo, in Dizionario biografico degli italiani, XXX, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1984. URL consultato il 29 ottobre 2015.
  2. ^ Daniela Moretti, COZZA, Adolfo, in Dizionario biografico degli italiani, XXX, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1984. URL consultato il 29 ottobre 2015.
  3. ^ Quirinale

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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