Michel-Jean Sedaine, incisione

Michel-Jean Sedaine (Parigi, 2 giugno 1719Parigi, 17 maggio 1797) è stato un drammaturgo francese.

Biografia

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Sedaine era figlio di un imprenditore edile, appaltatore dei Bâtiments du Roi – le imprese di costruzioni per conto del re - ma aveva fatto fallimento. Rimasto orfano a 13 anni, Michel-Jean aveva dovuto lasciare il collegio per contribuire alle necessità della famiglia come operaio tagliatore di pietre, ma continuò a studiare da autodidatta, scrivendo anche dei versi. Notato dall'architetto e imprenditore Jacques François Buron, fu impiegato nei suoi uffici e nel tempo libero, prese a frequentare il Théâtre de la foire e la Comédie Italienne.[1]

Un vecchio magistrato di nome Lecomte lo assunse con uno stipendio elevato come amministratore dei propri appartamenti e Sedaine, libero dal bisogno, cominciò a partire dal 1756 una brillante carriera di librettista che durerà quarant'anni. Frequentatore dei cafés letterari e di qualche salotto, si legò con D'Alembert, con Favart e soprattutto con Diderot, del quale condivideva il gusto dell'arte drammatica. Simpatizzante degli enciclopedisti e dei filosofi della riforma illuminista, si fece portavoce delle loro richieste e dei loro principi.

Roslin: Il marchese di Marigny

Come librettista, Sedaine provò tutti i generi: opéras-comiques storici (Richard cœur de Lion), leggeri (Le Diable à quatre, Rose et Colas), seri (Le Roi et le Fermier), sentimentali (Le Déserteur).

Per il teatro propriamente detto, compose solo due tragedie, di poco interesse, e due commedie rimeste celebri e rappresentate ancora oggi con successo: Le Philosophe sans le savoir (1765) e La Gageure imprévue (1768).

Grazie alla sua penna, Sedaine acquisì un onesto benessere e andò ad abitare in rue des Puits, nel quartiere del Marais. Con l'appoggio del marchese di Marigny, divenne segretario dell'Académie royale d'architecture nel 1768, cosa che gli permise di disporre di un vasto appartamento al Louvre e di beneficiare di una pensione di 1.800 lire. Protetto anche da Caterina II di Russia, godette delle sue liberalità con le quali acquistò una proprietà a Saint-Prix, presso Montmorency. Fu convocato da Maria Antonietta d'Austria a Versailles a leggerle delle opere - la regina amava recitare la parte della marchesa ne La Gageure imprévue - e, coronamento della sua carriera, entrò all'Académie française il 9 marzo 1786.

Si era sposato tardi, nel 1769, con Jeanne Suzanne Sériny, ed ebbero figli: di essi, Anastase Henri fu architetto, Agathe sposò il conte di Brisay. Adottò anche due sorelle orfane, Anne e Louise Guéret, che divennero pittrici, e protesse il giovane David, nipote di Buron, l'architetto che l'aveva aiutato agli inizi della sua carriera. Guardò favorevolmente alla Rivoluzione, senza essere però giacobino, e questo fatto causò la rottura dell'amicizia con David e la sua esclusione dall'Institut de France, quando questo fu creato nel 1795. Non prese parte attiva agli avvenimenti rivoluzionari ma cercò di proteggere alcune persone perseguitate. Morì sotto il Direttorio, nel 1797.

La fortuna critica

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Anonimo: Jean-François de La Harpe

Il simpatico carattere di Sedaine ha spesso influenzato favorevolmente la critica. Nel XIX secolo, una commedia come Le Philosophe sans le savoir fu posta al livello dei capolavori. È stato poi ridimensionata e se ora le opere di Sedaine conservano qualche notorietà, lo devono soprattutto al talento dei compositori che le misero in musica: François-André Danican, più noto con il nome di François-André Philidor - anche famoso giocatore di scacchi - Pierre-Alexandre Monsigny, André Grétry. Si riconosce a Sedaine la buona qualità dei suoi libretti e il merito di aver fissato il genere dell'opéra-comique.

Il suo stile spesso non è spesso corretto, anzi Jean-François de La Harpe nel suo Cours de littérature, è giunto a scrivere che «la sua ignoranza è estrema e se non ha che una debole idea della struttura drammatica, non ne ha nessuna della grammatica e però il suo talento non è disprezzabile; quest'uomo, che scrive così male, ha fatto, di tempo in tempo, dei pezzi che dei buoni artigiani non svaluterebbero affatto».

Molto diverso il giudizio di Diderot e dell'amico di questi, il tedesco Grimm: «Se sapesse scrivere, farebbe rivivere la commedia di Molière; nessun poeta ha mai unito a tanta finezza e naturalezza così tanta semplicità; egli disegna dei caratteri con vera forza comica e l'economia delle sue commedie è piena di quel giudizio che si accompagna sempre al vero genio. Tu tagliavi le pietre mentre i poeti tuo confratelli studiavano retorica; tu non hai imparato a tornire delle frasi, è vero, non sai fare che parole; ma che folla di parole vere, semplici, o emozionanti!»

Da parte sua, Sedaine dichiarò di tener poco conto dei suoi versi giovanili, pubblicati nel 1760: «Rimpiango di essermi dedicato a tali frivolezze, invece di non aver dato, al loro posto, una pièce teatrale».

Le opere

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Opere drammatiche

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Poesie

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Note

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  1. ^ Egli stesso ricorderà questo periodo in una delle sue prime poesie, l'Épître à mon habit (Epistola al mio abito, 1752): vi espone con disinvolta sensibilità il potere che un bel vestito ha in Francia e quanti cambiamenti può produrre a vantaggio della considerazione goduta di fronte agli altri:

    «Ah! Vestito mio, quanto vi ringrazio!
    Quanto valevo ieri, grazie al valore vostro!»

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Seggio 7 dell'Académie française Successore Claude-Henri Watelet 1786 - 1803 Jean-François Collin d'Harleville
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