Neutrino muonico | |
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Classificazione | Particella elementare |
Famiglia | Fermioni |
Gruppo | Leptoni |
Generazione | Seconda |
Interazioni | Gravità, debole |
Simbolo | νμ |
Antiparticella | Antineutrino muonico (νμ) |
Teorizzata | Metà degli anni '40 |
Scoperta | Leon Max Lederman, Melvin Schwartz, Jack Steinberger (1962) |
Proprietà fisiche | |
Massa | piccola ma non uguale a zero. Vedi massa del neutrino. |
Carica elettrica | 0 e |
Carica di colore | No |
Spin | 1⁄2 |
Il neutrino muonico (νμ) o neutrino mu, è il neutrino che insieme al muone forma la seconda generazione di leptoni, perciò il suo nome neutrino muonico. La sua esistenza venne ipotizzata all'inizio degli anni '40 da vari scienziati[1], ma fu scoperto solo nel 1962 da Leon Max Lederman, Melvin Schwartz e Jack Steinberger.[2] La loro scoperta venne premiata con il premio Nobel per la fisica nel 1988.
Nel 1962 Leon Max Lederman, Melvin Schwartz e Jack Steinberger stabilirono che esistono più tipi di neutrini rivelando per la prima volta l'interazione del neutrino muonico[2] (già ipotizzato e a cui era stato dato il nome di neutretto[3]). L'esperimento fu eseguito nel Laboratorio Nazionale di Brookhaven e venne premiata con il premio Nobel nel 1988.
L'esperimento OPERA è un esperimento di fisica delle alte energie progettato per studiare le oscillazioni dei neutrini muonici in neutrini tauonici. È una collaborazione tra il CERN di Ginevra e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
Nel 2010 i ricercatori di OPERA hanno osservato il primo evento candidato ad essere un'oscillazione da neutrino muonico a tauonico.[4] Nel 2015 i ricercatori hanno osservato il quinto evento di neutrino tau, raggiungendo una precisione statistica sufficiente per dichiarare la scoperta delle oscillazioni dei neutrini muonici in neutrini tauonici[5].
Lo stesso argomento in dettaglio: OPERA § Anomalia sulla velocità dei neutrini.
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Nel settembre 2011 i ricercatori dell'esperimento OPERA affermarono di aver trovato un'anomalia nella misura della velocità dei neutrini che sembrava essere maggiore di quella della luce,[6] ma successivi controlli, pubblicati nel marzo 2012, hanno portato i ricercatori ad affermare che tale anomalia è giustificata dalla presenza di due errori sistematici nell'apparato sperimentale.[7]