Il patrimonio netto (anche capitale netto, in inglese: net worth; in contabilità, equity), in ragioneria, economia aziendale e diritto commerciale, esprime la consistenza del patrimonio di proprietà dell'impresa.

Rappresenta la misura dei mezzi propri investiti dall'imprenditore o dai soci nell'impresa, mentre il patrimonio lordo rappresenta il totale degli impieghi (o investimenti) effettuati anche con il concorso del capitale di credito.

Descrizione

Esso rappresenta, infatti, le cosiddette fonti di finanziamento interne (vedi bilancio d'esercizio), ossia quelle fonti provenienti direttamente o indirettamente dal soggetto o dai soggetti che costituiscono e promuovono l'impresa.

Dato il valore degli asset totali di una società, se vi si sottrae il valore totale del gravame su questi asset (cioè le liability), si ottiene il valore degli asset liberi da gravame, cioè l'equity, che si incrementa finanziandosi emettendo azioni nel mercato pubblico e regolamentato come la borsa (public equity) o in un mercato over the counter (private equity). Quest'ultimo concetto non è presente solo in corporate finance e contabilità finanziaria, ma anche nella common law (equity) con un altro significato.

In altri termini, ci si riferisce al capitale proveniente:

Il patrimonio netto è pertanto l'insieme dei mezzi propri (rappresentano capitale di pieno rischio, poiché si tratta di capitali sottoposti integralmente alle sorti dell'impresa e operanti come garanzia nei confronti dei terzi) determinato dalla somma del capitale conferito dal proprietario (o dai soci) in sede di costituzione dell'impresa o durante la vita della stessa con apporti successivi e dall'autofinanziamento.

In concreto, il patrimonio netto si scompone in più voci, dette parti ideali di patrimonio netto, per distinguere la parte derivante dall'apporto dei soci dalla parte derivante dall'autofinanziamento proprio. Tali parti ideali possono essere di segno positivo o negativo.

In ambito bancario, finanziario e assicurativo il patrimonio è vincolato a dei criteri di adeguatezza quantitativi e qualitativi [1], secondo i quali i fondi devono essere proporzionati ai rischi finanziari e operativi tipici[2]. In tale accezione, il patrimonio diviene anche presidio per stabilità del sistema finanziario (oltre alla già menzionata funzione di garanzia verso i creditori sociali). Rispetto al patrimonio netto contabile, il patrimonio considerato ai fini di vigilanza considera anche strumenti di debito "ibridi", qualora questi siano irredimibili e utilizzabili per assorbire le perdite di esercizio.

Struttura

In particolare, nelle imprese con veste di società è costituito dalle seguenti voci:

Bisogna notare che il capitale sociale, le riserve e gli utili da destinare sono parti ideali positive, mentre le perdite in sospeso sono parti ideali negative.

Si ha, dunque, la seguente relazione:

Patrimonio Netto = capitale sociale + riserve + utili conseguiti in attesa di destinazione - perdite in sospeso in attesa di copertura

Può essere considerato:

Note

  1. ^ Vedasi la disciplina del Patrimonio di Vigilanza (o fondi propri) .
  2. ^ Tali criteri sono stati introdotti dagli Accordi di Basilea in ambito bancario ed estesi al settore assicurativo (Solvency II).
  3. ^ Tale finanziamento soci, per essere incluso nel patrimonio, deve essere affiancato ad una delibera per l'aumento di capitale, altrimenti va considerato come un debito.

Voci correlate

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