Esordì con una serie di racconti e romanzi che si fecero notare per lo stile, l'erudizione, la concisione nella scrittura. Dichiaratamente antisemita, dopo l'armistizio della Francia del luglio 1940 decise di lasciare l'incarico diplomatico che ricopriva a Londra per rientrare nella Parigi occupata dall'esercito tedesco. Aderì al governo collaborazionista di Vichy e, reintegrato nei ranghi della diplomazia, fu nominato nel 1942 ambasciatore di Francia a Bucarest e nel 1944 a Berna. Rimosso dall'incarico dopo la Liberazione di Parigi nell'agosto 1944, decise di rimanere in Svizzera, dove visse fino al 1955. Negli anni Cinquanta fu il capofila del movimento letterario degli "ussari".
Il 24 ottobre 1968 fu eletto all'Académie française, succedendo a Maurice Garçon. Dopo il ritorno in Francia, aveva presentato la sua candidatura nel 1958, ma senza successo, soprattutto a causa dell'ostracismo di François Mauriac. L'anno successivo intervenne contro di lui Charles De Gaulle in persona, tornato al potere nel 1958, e fu quella l'unica volta in cui un presidente della Repubblica esercitò il diritto di veto accordato al capo dello Stato sull'elezione degli accademici. Solo nel 1968 l'opposizione di De Gaulle venne a cadere, e Morand poté fare il suo ingresso fra gli Immortali.
Paul Morand fu amico di Marcel Proust e lasciò ricordi di notevole valore sullo scrittore. Lasciò un'imponente corrispondenza con Jacques Chardonne, la cui prima parte è stata pubblicata nel 2013.
Sposò Hélène Chrissoveloni (1879-1975), ex moglie del principe Soutzo, anch'essa intima di Proust.
Tendres Stocks, (N.R.F.), 1921, 1924 (Teneri incontri, trad. di Maria Elisa Della Casa, prefazione di Marcel Proust, Firenze, Passigli, 1995)
Ouvert la nuit, 1922; Fermé la nuit, 1923 (con il titolo Le notti mondane, Roma, C. Colombo, 1962; Aperto la notte. Chiuso la notte, introduzione di Leopoldo Carra, Milano, Corbaccio, 1997)
Lewis et Irène, 1924 (Lewis e Irene, traduzione di Renato Zuccarelli, Torino, Libreria edit. di cultura italiana e straniera, 1929; trad. di Maurizio Ferrara, Palermo, Novecento, 1998)
Rien que la Terre, 1926 (Nient'altro che la terra: viaggio intorno al mondo, trad. di Francesco Bruno, Milano, Corbaccio, 2002)
Bouddha Vivant, 1927 (Il Budda vivente, Milano, Vitagliano, 1928; trad. di Leopoldo Carra, Milano, Corbaccio, 1994; Milano, TEA, 1997)
Le Voyage, 1927 (Viaggiare, trad. di Donata Feroldi, Milano, Archinto, I ed. 1994)
Champions du monde, 1930 (Campioni del mondo, trad. di Mario Ferrigni, Bagno a Ripoli, Passigli, 1997)
L'art de mourir, 1932 (L'arte di morire, a cura di Giuseppe Scaraffia, Palermo, Sellerio, 2008)
New York, 1930-31 (New York, trad. di Rosalia Trajna, Palermo, Novecento, 1994)
Monsieur Zéro, (N.R.F.), 1936 (Il signor zero, a cura di Michelangelo Antonioni, Milano, Roma, Jandi, 1944; Firenze, Passigli, 1996)
Bug O'Shea, 1936 (Bug O'Shea: il miracolo di un gangster, trad. di Donata Feroldi, Milano, Archinto, 1996)
La Route des Indes, 1936 (La via delle Indie, trad. di Marina Premoli, Palermo, Sellerio, 2000)
Apprendre à se reposer, 1937 (Elogio del riposo: come imparare a riposarsi, trad. di Donata Feroldi, Milano, Archinto, 1994)
Montociel, Rajah aux Grandes Indes, 1947 (Montociel raja delle Indie, Milano, Rizzoli, 1949)
Bains de mer, bains de rêve, 1960 (Al mare, Milano, Archinto, 1999)
Fouquet ou Le Soleil offusqué 1961 (Il sole offuscato. Fouquet e Luigi XIV, trad. di Maurizio Ferrara, prefazione di Daria Galateria, Milano, Corbaccio, 1996)
Venises, 1971 (Venezie, trad. di Maurizio Ferrara. introduzione di Leopoldo Carra. Vicenza, Neri Pozza, 1995)
L'Allure de Chanel, postumo, 1976 (Chanel, a cura di Maurizio Ferrara, Palermo: Novecento, I ed. 1995)
Lettres du voyageur, postumo, 1988 (Lettere di un viaggiatore, trad. di Filippo Betto, prefazione di Marco Vallora, Milano, Archinto, 1996)