Alain Peyrefitte | |
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Alain Peyrefitte nel 1964 | |
Ministero della giustizia (Francia) | |
Durata mandato | 30 marzo 1977 – 22 maggio 1981 |
Presidente | Valéry Giscard d'Estaing |
Capo del governo | Raymond Barre |
Predecessore | Olivier Guichard |
Successore | Maurice Faure |
Dati generali | |
Partito politico | Unione dei Democratici per la Repubblica, Unione per la nuova Repubblica, Raggruppamento per la Repubblica e Sezione Francese dell'Internazionale Operaia |
Titolo di studio | dottorato di ricerca in scienza della storia |
Università | École normale supérieure, École nationale d'administration e Università di Parigi-Sorbona |
Alain Peyrefitte (Najac, 26 agosto 1925 – Parigi, 27 novembre 1999) è stato un politico, diplomatico e scrittore francese.
Figlio di due insegnanti elementari, crebbe nel Sud-ovest della Francia. Si trasferì a Parigi dopo la Liberazione per frequentare l'École normale supérieure e l'École nationale d'administration (ENA). Rinunciò a concludere gli studi umanistici alla Normale, per diplomarsi all'ENA creata nel 1945 (Peyrefitte, infatti, appartiene alla prima classe della prima promotion della storia di questa istituzione). Dopo aver lavorato dal 1947 al 1949 come ricercatore al Conseil national des recherches scientifiques (CNRS), entrò in diplomazia, assumendo l'inacrico di segretario di ambasciata a Bonn, indi fu console di Francia a Cracovia.
Aderì al gollismo, entando a far parte dell'entourage di Charles de Gaulle nelle settimane che precedettero il ritorno al potere del generale (nel 1958). Da quella data e fino alle dimissioni di de Gaulle da presidente della Repubblica, nell'aprile 1969, Peyrefitte fu tra i suoi più ascoltati confidenti. Il resoconto di oltre un decennio di colloqui settimanali con De Gaulle[1] è contenuto in una serie di quaderni per circa cinquemila pagine, una cui selezione è stata pubblicata nei volumi "C'était de Gaulle" (Era de Gaulle): la sola testimonianza diretta del pensiero di questo Statista.
Con l'avvento della Quinta Repubblica francese, Peyrefitte fu uno dei giovani più in vista del nuovo ordinamento politico; venne eletto deputato all'Assemblée Nationale nel 1958 e costantemente rielettovi[2] fino al 1995, quando passò al Senato, dove siederà fino alla sua scomparsa, nel 1999.
È consigliere generale della Senna e Marna dal 1964 al 1988 e sindaco di Provins dal 1966 al 1997.
Nel 1962 compie il grande salto, ottenendo a solo 36 anni la nomina a membro del governo. Inizia così una brillante carriera ministeriale:
Travolto dagli eventi del Maggio francese,[3] il 28 maggio 1968 Peyrefitte si dimise dal governo: avviò così un breve periodo di distacco dalla politica, dedicato soprattutto a plurimi viaggi in Cina e alla ricerca storica. Risale a questo periodo la sua opera più celebre: Quand la Chine s'éveillera... (Quando la Cina si desterà).
Dal 1972 al 1973 divenne segretario generale dell'Unione dei Democratici per la Repubblica (UDR), il partito gollista. Nel 1973 venne richiamato al governo da Georges Pompidou, divenuto presidente della Repubblica nel 1969.
Dopo una pausa, torna al governo nella seconda fase del settennato di Valéry Giscard d'Estaing:
Nei primi mesi del 1977 Peyrefitte venne richiamato dal presidente della Repubblica Valéry Giscard d'Estaing a presiedere un comitato di riflessione sulla violenza, sulla criminalità e sulla delinquenza. Il rapporto conclusivo riceve l'apprezzamento di Giscard, che nomina Peyrefitte Guardasigilli e ministro della Giustizia. Se la sua relazione era impostata a principi liberali (Peyrefitte preconizzava addirittura l'abolizione della pena di morte), la sua gestione del ministero della Giustizia sarà caratterizzata da una spinta repressiva.[4] Nel 1980 è emanata, infatti, la legge Sécurité et liberté, un provvedimento di grande fermezza che prevede strumenti di repressione di una particolare severità. È probabile che Peyrefitte abbia preso lo spunto dalla legge Reale del 1975 e dalle successive modificazioni apportate nel 1978. In quel periodo, in Francia si paventa une recrudescenza della criminalità e del terrorismo e dall'Italia arrivano segnali inquietanti. La legge sarà abolita dopo l'elezione di François Mitterrand alla presidenza della Repubblica nel maggio 1981.
Agli inizi del maggio 1981, Peyrefitte venne indicato come probabile Primo ministro[5] in caso di rielezione di Valéry Giscard d'Estaing; l'elezione di Mitterrand vanifica questa prospettiva.
Il 15 dicembre 1986 a Provins, città di cui è sindaco dal 1965, la sua auto di servizio esplode a causa di un attentato,[6] uccidendo un impiegato comunale. Gli ultimi anni di Peyrefitte saranno amareggiati da un grave lutto familiare e dalla malattia che lo porterà alla morte a 74 anni. Poco prima della sua scomparsa, pur segnato dal male rilascia una lunga intervista televisiva sugli ultimi anni della presidenza de Gaulle.
Venne eletto all'Académie française il 10 febbraio 1977, al posto che fu di Paul Morand.
Dal 1983 fino alla morte fu presidente del comitato editoriale di Le Figaro, del quale già era editorialista.
Lo scrittore Roger Peyrefitte sosteneva di essere un cugino di Alain Peyrefitte, circostanza sempre smentita da quest'ultimo.[7]
Nel 1963, in qualità di ministro dell'Informazione Alain Peyrefitte impose la Marcia trionfale dell'Aida di Giuseppe Verdi come la sigla di apertura del nuovo telegiornale. Ma fu necessario abbandonare l'ipotesi dell'omaggio al grande operista italiano quando si scopri che in questa iniziativa la Francia era stata preceduta dall'Egitto di Nasser.
«Per fare un buon impiegato d'archivio occorre una persona colta, brillante, dinamica e creativa; orbene, nessuna persona colta, brillante, dinamica e creativa vuole fare l'impiegato d'archivio»