Pop punk | |
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Origini stilistiche | Punk rock Pop rock Bubblegum Power pop Surf rock Alternative rock |
Origini culturali | Fine anni settanta negli Stati Uniti e nel Regno Unito |
Strumenti tipici | voce, chitarra, basso, batteria |
Popolarità | Nato alla fine degli anni settanta troverà la massima popolarità dalla fine degli anni ottanta ad oggi, venendo lanciato con l'ondata punk revival e diventando il sottogenere del punk più noto più esposto al mainstream in assoluto[1] |
Sottogeneri | |
Pop punk revival | |
Generi derivati | |
Melodic hardcore punk - Emo-pop | |
Generi correlati | |
Power pop Skate punk - Punk revival - Ska punk - Emo - Indie rock - Indie pop | |
Categorie correlate | |
Gruppi musicali pop punk · Musicisti pop punk · Album pop punk · EP pop punk · Singoli pop punk · Album video pop punk |
Il pop punk (o punk pop) è un sottogenere del punk rock con particolari richiami alla musica pop.[1][2]
Il genere nacque negli Stati Uniti d'America e in Inghilterra dalla commistione tra la melodia della musica pop e alcune caratteristiche tipiche del fenomeno punk rock come le chitarre distorte e più immediate, riff semplici, orecchiabili e trascinanti. I primi gruppi che, a partire dal 1994, hanno portato il pop punk al successo mondiale furono i Green Day e i Weezer.[2]
Il genere si sviluppò verso la fine degli anni settanta tramite la prima ondata punk, negli Stati Uniti d'America e in contemporanea nel Regno Unito. Con il loro apprezzamento verso i Beach Boys e il bubblegum pop della fine degli anni sessanta, i Ramones gettarono le basi per quello che sarebbe poi stato conosciuto come pop punk. Alla fine degli anni settanta, gruppi del Regno Unito come i Buzzcocks o i The Undertones (successivamente influenzati fortemente dal glam rock) combinarono la velocità e la caoticità delle sonorità punk rock con la musica pop nei toni e nei temi[3] distaccandosi in parte dal punk nella sua rappresentazione classica. All'inizio degli anni ottanta, alcuni dei gruppi principali della scena hardcore punk californiana enfatizzarono un approccio maggiormente melodico rispetto a quello tradizionale del genere. Secondo il giornalista Ben Myers, i Bad Religion "fusero il loro suono seccante e politicizzato con le armonie più dolci"; i Descendents "scrissero canzoni spumeggianti e ispirate dai Beach Boys sulle ragazze, il cibo e sull'essere giovani".[4]
Il primo vero e proprio successo del genere ha però inizio verso la fine degli anni ottanta e primi anni novanta con l'avvento della nuova corrente detta punk revival. Nel revival, erano compresi gli stili di punk rock che riportarono il genere alle masse dopo un decennio nell'underground. I generi che più segnarono la ripresa della tendenza al punk rock furono proprio il pop punk moderno e il melodic hardcore punk, un hardcore punk reso più melodico, dal sound molto più orecchiabile e più adatto al successo. I gruppi a saper meglio sfruttare il potenziale commerciale di questi generi e a lanciare il "revival" furono i Green Day, Weezer[2], The Offspring, seguiti poi da NOFX (classificabili comunque nel melodic hardcore punk) e Rancid, che affermarono il genere a livello mondiale. La Epitaph Records, fondata dai componenti dei Bad Religion, fu una delle basi dei futuri gruppi pop punk. Iniziarono ad apparire gruppi che fondevano il punk con le melodie pop, come The Queers e Green Day, influenzati da formazioni come i Screeching Weasel, che hanno portato il pop punk al successo commerciale. I The Vandals e i Guttermouth hanno sviluppato una miscela di melodie pop con dei testi divertenti e offensivi.
Il pop punk degli anni 2000, come quello dei Blink-182, è talvolta criticato dai devoti del punk rock; come scritto dalla critica Christine Di Bella, "è il punk preso dal punto più accessibile, un punto dove si riconosce a malapena la sua origine, a parte la struttura a tre accordi".[5]. Proprio grazie ai Blink-182 e ad altri gruppi quali Sum 41, Good Charlotte e MxPx il genere continua a espandersi, trovando sempre più spazio nella scena mainstream[6]. Nel 2002 debutta la diciassettenne Avril Lavigne, esponente femminile pop punk di maggior successo della storia, con l'album Let Go che venderà 18 milioni di copie in tutto il mondo e sempre con i dischi successivi influenzerà tutto il decennio. Tra il 2003 e il 2007 il genere comincia a essere sempre più miscelato con sonorità pop e soprattutto emo; da questa unione nasce il sottogenere emo-pop, portato al successo da Matters, Paramore[6] e My Chemical Romance[7][8]. Band quali All Time Low, Mayday Parade, The Maine e Simple Plan[9] guidano in questi anni l'ondata più melodica del pop punk[6].
Negli anni successivi si riduce sempre più il seguito di pubblico e l'attenzione delle etichette riguardo al genere[10] in favore del sempre più popolare metalcore, con lo spostamento di icone della precedente ondata come Fall Out Boy e Paramore su sonorità più commerciali[6]; nel 2008, tuttavia, band che uniscono metalcore e pop punk come gli A Day to Remember riportano parzialmente il genere alle radio[6], e band come The Wonder Years, Man Overboard, The Story So Far e State Champs gettano le basi per un rinnovamento e revival del genere, supportato dalle etichette statunitensi Hopeless Records, Fearless Records e Rise Records[6]. Questa ondata di gruppi pop punk revival viene capitanata dai gallesi Neck Deep[11], fortemente influenzati da Sum 41, Fall Out Boy e New Found Glory[12].
Dal 2020 è in atto una rivalutazione del genere, che insieme all'emo[13][14] ricomincia a entrare nel mainstream, combinandosi anche ad altri generi come il rap, la trap (specialmente l'emo trap[15]) e l'hip hop[16][17][18], e a non essere più considerato un prodotto tipico di determinati schemi (il genere è stato tipicamente etichettato come un prodotto della cultura maschile e bianca[19][20]: un esempio di scardinamento di questa etichetta sono le Meet Me @ the Altar[21][22]). L'uso di TikTok ha contribuito ad alimentare il fenomeno facendo riscoprire anche il pop punk più tradizionale, dei primi anni Duemila, alla generazione Z[14][23].
Un personaggio chiave di questo processo è il batterista dei blink-182 Travis Barker, che collabora a, produce e pubblica pezzi dalla chiara impronta pop punk insieme ad altri artisti (Yungblud[24], Mod Sun[25], Willow[25], Avril Lavigne[26]): tra tutti quello che ha avuto più successo (anche di classifica) è l'album Tickets to My Downfall di Machine Gun Kelly[27]. Il fenomeno sta interessando occasionalmente anche artisti che non hanno stretta attinenza con il genere, come Olivia Rodrigo[28][21]. In Italia questa ondata più recente ha interessato il rapper GionnyScandal con il suo album Anti (in cui compare anche un featuring con Pierre Bouvier dei Simple Plan[29])[30][31], Gazzelle con il singolo Fottuta canzone[32] e, contaminando il pop punk con l'emo trap, il trio Theø, Fiks e Plant (conosciuto come La Sad)[33][34] e Naska[35][36].
Un genere affine al pop punk è il melodic hardcore punk, un ibrido tra pop punk e hardcore punk, che diede come risultato un genere più aggressivo ed energico del classico pop punk, ma che riscosse ugualmente un notevole successo commerciale. Tra i gruppi più famosi risultano NOFX, Lagwagon, The Offspring, Good Riddance, Pennywise, Bad Religion, Descendents e The Vandals.
Una fusione di pop punk, metalcore, melodic hardcore e post-hardcore è stato chiamato "easycore" o "popcore"; tra i gruppi più influenti ci sono i Chunk! No, Captain Chunk!, gli A Day to Remember e i Four Year Strong.[37]
Anche lo ska punk è spesso influenzato dallo stesso pop punk, con gruppi come Goldfinger, NOFX o Less Than Jake.
Un altro genere che in alcuni casi ha influenzato il pop punk è l'emo, un genere riconosciuto come una versione molto melodica del punk rock. Dall'unione di questi due generi si sviluppò nella seconda metà degli anni 2000 l'emo-pop. Nonostante l'emo venga riconosciuto come un genere affine al pop punk, in origine, nei primi anni ottanta, il termine era riferito ad alcune band post-hardcore al di fuori del mainstream e delle major discografiche e senza alcuna influenza pop, ma con sonorità sperimentali.
C'è poi il neon pop punk, una forma di pop punk tipica dei primi anni Duemila che accentua l'utilizzo di sintetizzatori.[38][39] Il termine deriva dall'atmosfera "brillante" data dai synths che vengono uniti a melodie che guardano al pop.[40] Si caratterizza inoltre per le tonalità "sfocate" che ne derivano.[38] Un esempio di album neon pop è quello di debutto dei Forever the Sickest Kids, Underdog Alma Mater (2008).[40] Oltre a loro, esponenti del neon pop punk sono stati i Breathe Carolina[41], i Metro Station, i Cobra Starship e i The Maine.[42]