Con port scanning, in informatica, si indica una tecnica progettata per sondare un server o un host al fine di stabilire quali porte siano in ascolto sulla macchina. Questa tecnica è spesso utilizzata dagli amministratori per verificare le politiche di sicurezza delle loro reti, e dagli hacker per identificare i servizi in esecuzione su un host e sfruttarne le vulnerabilità.

Un port scan o portscan è un processo che invia le richieste dei client a un intervallo di indirizzi di porte su un host, con l'obiettivo di trovare una porta aperta.[1]; elaborando le risposte è possibile stabilire (anche con precisione) quali servizi di rete siano attivi su quel computer: una porta si dice "in ascolto" ("listening") o "aperta" o attiva quando vi è un servizio, programma o processo che la usa. Viene utilizzato soprattutto per determinare quali siano i servizi disponibili su un computer, piuttosto che essere sfruttato per un attacco.

Con il termine portsweep si intende l'esecuzione di una scansione di più host per una specifica porta di ascolto. È in genere utilizzato per la ricerca di un determinato servizio, per esempio, un SQL-based worm può cercare host in ascolto sulla porta TCP 1433.[2]

Conoscenze di base TCP/IP

La progettazione ed il funzionamento di Internet si basa su una suite di protocolli internet, comunemente chiamato TCP/IP. In questo sistema gli hosts e i servizi di host utilizzano due componenti: un indirizzo e un numero di porta. Esistono 65536 numeri di porta distinti e utilizzabili. Molti servizi utilizzano una gamma limitata di numeri.

Alcuni port scan scansionano solo i numeri di porta più comuni, o porte più comuni associate a servizi vulnerabili, su un determinato host.

Il risultato della scansione di una porta rientra solitamente in una delle seguenti categorie:

Le porte aperte presentato due tipi di vulnerabilità alle quali gli amministratori devono prestare attenzione:

Di norma le porte filtrate tendono a non essere vulnerabili.

Premessa

Tutte le forme di port scanning si basano sul presupposto che l'host mirato è conforme a RFC 793 - Transmission Control Protocol . Nonostante sia presente quasi sempre, c'è anche la possibilità che un host remoto possa spedire strani pacchetti o addirittura generare falsi positivi quando lo stack TCP/IP dell'host non è RFC (RFC-compliant) oppure se è stato alterato. Ciò spesso accade per le tecniche di scansione meno comuni che dipendono dal sistema operativo, come il FIN scanning.

Tipologie

Idle scan

Lo stesso argomento in dettaglio: Idle scan.

TCP connect scan

I più semplici port scanning utilizzano funzioni di rete del sistema operativo e normalmente sono impiegati quando non è possibile effettuare una scansione SYN scan (descritto di seguito).

Nmap chiama questa modalità connect scan, dal nome della chiamata di sistema Unix connect(), utilizzata per aprire una connessione ad ogni porta interessante sulla macchina di destinazione. Se una porta è aperta, il sistema operativo completa il three-way handshake (connessione TCP affidabile tra due host), e il port scan chiude immediatamente la connessione per evitare l'esecuzione di un attacco Denial of Service.[3] In caso contrario viene restituito un codice di errore.

Questa modalità di scansione ha il vantaggio che l'utente non deve avere privilegi particolari. Tuttavia, utilizzando le funzioni di rete del sistema operativo, impedisce il controllo di basso livello, per cui questo tipo di scansione è poco comune.

Questo metodo è “rumoroso”, in particolare se si tratta di un “portsweep”: i servizi possono registrare l'indirizzo IP del mittente e gli Intrusion Detection System sono in grado far scattare un allarme.

SYN scan

SYN scan è un'altra forma di TCP scanning. Invece di utilizzare le funzioni di rete del sistema operativo, il port scan genera lui stesso pacchetti IP non validi, e monitora le risposte. Questo tipo di scansione è anche conosciuto come “half-open scanning”, perché in realtà non viene mai aperta completamente una connessione TCP. Il port scan genera un pacchetto SYN. Se la porta di destinazione è aperta, risponde con un pacchetto SYN-ACK. L'host scanner risponde con un pacchetto RST, così da chiudere la connessione prima che la three-way handshake sia completata. Se la porta è chiusa, ma non filtrata, l'obiettivo sarà di rispondere immediatamente con un pacchetto RST. In entrambi i casi la connessione non verrà mai completata e per questa ragione difficilmente comparirà nei file di log, anche se generalmente viene riconosciuta e registrata dagli IDS.

L'uso di reti “raw” ha diversi vantaggi, dando allo scan pieno controllo dei pacchetti inviati e dei timeout per le risposte, e viene fornito un rapporto dettagliato delle risposte. C'è un dibattito su quale scansione sia meno intrusiva sull'host di destinazione. SYN scan ha il vantaggio che i singoli servizi non ricevono effettivamente una connessione. Tuttavia, la RST durante la three-way handshake può causare problemi per alcune reti, in particolare nei dispositivi più semplici come le stampanti.

UDP scan

È possibile utilizzare anche l'UDP scan, nonostante siano presenti vari problemi tecnici. UDP è un protocollo senza connessione, per questo motivo non esiste un equivalente al pacchetto TCP SYN. Tuttavia, se un pacchetto UDP viene inviato ad una porta che non è aperta, il sistema risponderà con un pacchetto ICMP tipo 3 codice 3 (port unreachable) o tipo 3 codice 13 (administratively prohibited). La maggior parte dei port scan UDP usano questo tipo di scansione, e utilizzano l'assenza di una risposta per dedurre l'apertura di una porta. Tuttavia, se una porta è bloccata da un firewall, questo metodo segnalerà erroneamente che la porta è aperta.

Un approccio alternativo è quello di inviare pacchetti UDP per applicazioni specifiche, nella speranza di generare una risposta a livello di applicazione. Per esempio, inviando una query DNS alla porta 53 si tradurrà in una risposta, se è presente un server DNS. Questo metodo è molto più affidabile per individuare porte aperte. Tuttavia, è limitato alla scansione delle porte per le quali è disponibile un pacchetto sonda tramite un'applicazione specifica. Alcuni tools (e.g. nmap) hanno generalmente sonde per meno di 20 servizi UDP, mentre alcuni tools commerciali (e.b. nessus) ne hanno fino a 70. In alcuni casi, un servizio può essere in ascolto su una determinata porta, ma configurato a non rispondere a un determinato pacchetto sonda.[4]

ACK scan

L'ACK scan è una delle scansioni più insolite, in quanto non si determina esattamente se la porta è aperta o chiusa, ma se una determinata porta è filtrata o non filtrata. Ciò è particolarmente utile quando si tenta di sondare se in un host è presente un firewall e le sue regole. I pacchetti inviati per effettuare l'ACK scanning hanno solamente il flag ACK abilitato e si avranno risposte con pacchetti RST solamente se le porte sono aperte o chiuse. In caso contrario, cioè se non arriva alcuna risposta o vengono restituiti errori ICMP, le porte vengono classificate come filtrate.[5]

Window scan

Questo tipo di scansione viene utilizzato molto raramente, a causa della sua natura obsoleta, poiché la Window scanning è piuttosto inaffidabile nel determinare se una porta è aperta o chiusa. Genera un pacchetto uguale all'ACK scan, ma controlla se il campo TCP Window del pacchetto RST di ritorno è stato modificato. Se ritorna una grandezza positiva per il campo Window allora la porta è aperta, se ritorna una grandezza pari a zero si ha una porta chiusa. Quindi al contrario dell'ACK scan che ad ogni pacchetto RST restituito dall'host cataloga la porta come non filtrata, questo scan determina se la porta è aperta o chiusa in base se il valore RST è positivo o pari a zero. Purtroppo il Window scan non è spesso affidabile poiché utilizza un'implementazione presente solamente in alcuni sistemi.

FIN scan

Dal momento che SYN scan non è abbastanza efficiente, poiché i firewall, che vengono scansionati, bloccano pacchetti della forma del SYN scan, si può utilizzare FIN scan. I pacchetti FIN possono sorpassare i firewall senza apportare modifiche. Le porte chiuse rispondono a un pacchetto FIN con un pacchetto con RST attivo, mentre le porte aperte o filtrate ignorano direttamente il pacchetto FIN e non viene restituito alcun pacchetto in risposta. Purtroppo non è affidabile poiché sistemi come Windows, IRIX, Cisco e HP-UX rispondono sempre con un pacchetto con flag RST attivo.

Altri tipi di scansioni

Esistono alcuni tipi di scansioni più insoliti. Questi hanno forti limitazioni e non sono utilizzati frequentemente. Nonostante ciò Nmap supporta la maggior parte di questi.

Filtraggio delle porte tramite ISP

Molti Internet service providers limitano la capacità dei loro clienti per eseguire scansioni delle porte verso host al di fuori delle reti domestiche. Questo è di solito coperto in termini di servizio o di policy di utilizzo con il quale il cliente deve essere d'accordo.[6] Alcuni ISP implementano packet filters o proxy trasparenti che impediscono le richieste di servizio in uscita a determinate porte. Ad esempio, se un ISP fornisce un proxy HTTP trasparente sulla porta 80, con la scansione delle porte di qualsiasi indirizzo si avrà la porta 80 aperta, indipendentemente dalla configurazione attuale dell'host di destinazione.

Etica

Le informazioni raccolte da un port scan possiedono molti usi legittimi, tra cui l'inventario della rete e la verifica della sicurezza di una rete. Port scanning può, tuttavia, anche essere utilizzato per compromettere la sicurezza. Molte imprese si affidano alle scansioni delle porte per trovare le porte aperte e inviare modelli di dati specifici, nel tentativo di innescare una condizione nota come buffer overflow. Tale comportamento può compromettere la sicurezza della rete e dei computer, con conseguente perdita ed esposizione di informazioni sensibili e l'impossibilità di lavorare.[3]

Il livello di minaccia causato da un port scan può variare notevolmente a seconda del metodo utilizzato per la scansione, il tipo di porta scansionata, il suo numero e l'amministratore che controlla l'host. Ma un port scan è spesso visto come un primo passo per un possibile attacco, ed è quindi presa molto sul serio poiché può rivelare informazioni molto sensibili sull'host.[7] Nonostante ciò, la probabilità che a seguito di un port scan si verifichi un vero e proprio attacco è molto piccola. La probabilità di un attacco è più elevata quando il port scan è associato ad una scansione con un vulnerability scanner.

Implicazioni legali

A causa dell'architettura intrinsecamente aperta e decentralizzata di Internet, i legislatori hanno lottato sin dalla sua creazione per definirne i confini legali che permettano un efficace perseguimento dei crimini informatici. I casi che coinvolgono le attività di port scanning sono un esempio delle difficoltà incontrate nel giudicare tali violazioni. Anche se questi casi sono rari, la maggior parte delle volte il processo legale richiede che venga dimostrato l'intento di commettere un break-in o l'esistenza di accessi non autorizzati, piuttosto che l'esecuzione di un port scan.

Portscanner online

Note

  1. ^ Internet Security Glossary, su tools.ietf.org.
  2. ^ Worm, su support.microsoft.com.
  3. ^ a b c Erikson, Jon, (HACKING the art of exploitation (2nd ed.), San Francisco, NoStarch Press, 1977, p. 264, ISBN 1-59327-144-1.
  4. ^ Secrets of Network Cartography - UDP Scan (-sU), su networkuptime.com. URL consultato il 5 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2016).
  5. ^ Tecniche di Port Scanning, su nmap.org. URL consultato il 5 luglio 2016.
  6. ^ Customer Agreements, Policies & Service Disclosures, su xfinity.com. URL consultato il 5 luglio 2016.
  7. ^ Jamieson, Shaun, The Ethics and Legality of Port Scanning, SANS, 2001.
  8. ^ Hon. Abraham N. Tennenbaum, "Verdict in the case Avi Mizrahi vs. Israeli Police Department of Prosecution" (PDF), su law.co.il, 29 febbraio 2004 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2009).
  9. ^ Esa Halmari, "First ruling by the Supreme Court of Finland on attempted break-in", su insecure.org, 2003.
  10. ^ Poulsen, Kevin, "Port scans legal, judge says", su securityfocus.com, 18 dicembre 2000.
  11. ^ UK Parliament, "Police and Justice Bill - Bill 119", su publications.parliament.uk, 25 gennaio 2006.
  12. ^ Leyden, John, "UK gov sets rules for hacker tool ban", su theregister.co.uk, 2 gennaio 2008.
  13. ^ L_2013218IT.01000801.xml, su eur-lex.europa.eu. URL consultato il 3 ottobre 2018.

Bibliografia

Voci correlate

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