Portatrici carniche

Le portatrici carniche furono quelle donne che nel corso della prima guerra mondiale operarono, lungo il fronte della Carnia, trasportando con le loro gerle rifornimenti e munizioni fino alle prime linee italiane, dove combattevano i reparti alpini.

Caratteristiche

Erano dotate di un apposito bracciale rosso con stampato il numero del reparto dal quale dipendevano e percorrevano anche più di 1000 metri di dislivello portando sulle spalle gerle di 30–40 kg. Ogni viaggio veniva loro pagato una lira e cinquanta centesimi, pari a 3,50 euro. La loro età variava dai 15 ai 60 anni.

Tre di loro rimasero ferite: Maria Muser Olivotto, Maria Silverio Matiz entrambe di Timau e Rosalia Primus da Cleulis. Una di loro, Maria Plozner Mentil, cadde colpita da un cecchino il 15 febbraio 1916.

Come alcuni cognomi suggeriscono non tutte le portatrici erano di cultura friulana, essendo alcune provenienti da paesi friulani di minoranza tedescofona (Sappada, Timau) e slovena (Resia).

L'ultima portatrice carnica vivente è stata Gallizia Angela Rovedo fu Silvestro, nata a Bevorchians (Moggio Udinese) il 13 settembre 1903, operò sui monti della Vall'Aupa, fra il monte Cullar e la Crete dal Cronz; è morta a Bergamo il 23 novembre 2005 all'età di 102 anni.

Portatrici: numero per comune

Totale: 1454

Onorificenze

«Faccio un balzo a Timau, alle Alpi Carniche: là abbiamo ricordato le portatrici carniche. Erano lì quelle che sono rimaste, più che novantenni. Ho portato la Croce di Cavaliere a ciascuna. Mi tremava la mano nel momento in cui cercavo di sistemarla al petto di queste donne...»

Riconoscimenti

Note

  1. ^ Messaggio di fine anno agli italiani del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, su presidenti.quirinale.it, 31 dicembre 1997. URL consultato il 29 giugno 2020 (archiviato il 29 giugno 2020).

Bibliografia

Voci correlate