Le teche dei bruchi di Psichidi possono essere fatte con diversi materiali. In foto: rametti, licheni, sassolini e semi di cicutaria
È una famiglia caratterizzata da un notevole dimorfismo sessuale; i maschi sono generalmente di colore nero, sono dotati di ali semidiafane ben sviluppate con un'apertura alare che varia dai 12 ai 36 mm e sono privi di apparato boccale (inclusi palpi e proboscide); in molte specie le femmine sono attere (o presentano solo ali vestigiali) e di aspetto quasi vermiforme, con un capo rudimentale[1][3][4].
I bruchi sono noti per l'abitudine di costruirsi una teca di seta ricoperta di detriti o residui vegetali (rametti, sassolini, sabbia, semi, e via dicendo), che viene ampliata man mano che crescono[1][3][4][5]; queste teche, che i bruchi si tirano dietro come il guscio di una chiocciola, sono spesso caratteristiche di una sola specie e possono quindi essere utili all'identificazione; sono lunghe da 1 cm a 15 cm in alcune specie tropicali[5]. I bruchi si nutrono di licheni oppure di foglie verdi delle piante ospiti (tipicamente alberi) e s'impupano direttamente nella loro teca, sigillandola e fissandola a qualche rametto[3][4]. La femmina rimane nella teca anche da adulta, ed emette dei feromoni per attirare i maschi, che la fecondano tramite un'apertura nel retro della teca e muoiono subito dopo (si segnalano anche casi di partenogenesi)[1][3][4][5]. Le uova vengono deposte all'interno della teca e, alla schiusa, le larve ne escono e ne costruiscono una propria[3][4].