Puelche (dal mapudungun pwelche, ovvero gente dell'Est) è un etnonimo attribuito dagli invasori mapuche ai popoli che vivevano a est della Cordigliera delle Ande. Tra i popoli indicati con tale nome, il principale è quello dei gününa küne (o guennakin), che abitava le regioni settentrionali della Patagonia, in Argentina, e specialmente l'attuale Provincia di Río Negro e le parti meridionali delle province di Buenos Aires e La Pampa. Tuttavia nel 1774 il gesuita inglese Thomas Falkner utilizzò il termine per identificare quelli che egli stesso definì het, ovvero un insieme di popoli che vivevano più a nord, nella macroregione della Pampa argentina[1].
Tanto i gününa küne quanto gli het furono decimati dalle epidemie alla fine del XVIII secolo, e i pochi superstiti vennero assimilati dai mapuche e dai tehuelche. Gli ultimi locutori di gününa iajëch, il linguaggio usato dai gününa küne, scomparvero intorno al 1960. Alcuni dei loro discendenti vivono dediti all'allevamento, nella provincia centro-settentrionale di Chubut. Negli anni '50 Rodolfo Casamiquela raccolse un vocabolario, insieme a canti e frasi in questa lingua, ottenuto da alcuni vecchi puelche, che è alla base dell'attuale conoscenza della loro lingua[2][3].
È stato proposto che le lingue puelche appartengano alla più ampia famiglia linguistica delle lingue chon[4].
Chonan |
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