Beato Secondo Pollo | |
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Presbitero | |
Nascita | Caresanablot, 2 gennaio 1908 |
Morte | Dragali, 26 dicembre 1941 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 23 maggio 1998 |
Ricorrenza | 26 dicembre[1] (localmente a Vercelli anche il 4 gennaio)[2] |
Secondo Pollo (Caresanablot, 2 gennaio 1908 – Dragali, 26 dicembre 1941) è stato un presbitero e militare italiano, appartenente al corpo degli alpini, medaglia d'argento al valor militare. È venerato come beato dalla Chiesa cattolica.
Entrato a 11 anni nel seminario diocesano di Vercelli, vi rimane fino al compimento degli studi liceali per poi iniziare quelli teologici a Roma, dove è tra gli alunni del Pontificio seminario lombardo. Ricevuti gli ordini minori ed il diaconato, nel 1931 si laurea in filosofia presso la Pontificia Accademia di San Tommaso e in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana.
Il 15 agosto è ordinato presbitero dall'allora arcivescovo di Vercelli Giacomo Montanelli. Viene incaricato dell'insegnamento nel seminario minore e successivamente, dal 1936 al 1940, insegna filosofia e teologia nel seminario maggiore di Vercelli; inoltre viene nominato Assistente diocesano dei giovani di Azione Cattolica.
Con l'inizio della guerra decide di seguire i giovani con i quali aveva operato e, pur con una rilevante menomazione all'occhio sinistro, chiede di diventare cappellano militare, venendo nominato tenente cappellano del 3º battaglione "Val Chisone" della Divisione Alpina Alpi Graie. Verso la fine del 1941 il battaglione viene inviato in Montenegro a Cervice. Il 26 dicembre, mentre soccorreva un ferito, viene colpito da un proiettile che gli recide l'arteria femorale; ciò gli provoca la morte per dissanguamento.
Sepolto nel cimitero di Scagliari presso Cattaro, solo nel 1961 la salma viene trasferita nel cimitero di Caresanablot, suo paese natale e nel 1968 nella Cattedrale di Sant'Eusebio a Vercelli, dove viene commemorato ogni anno nel giorno della morte.
Il generale Emilio Faldella, suo colonnello quando comandava il 3º Reggimento Alpini, scrive di lui:
«Svolgeva il suo ministero con intima soddisfazione, con amore e dedizione... Scopo della sua attività penso sia stata proprio la carità, cioè servizio di Dio e del prossimo, il bene delle anime. ... Don Pollo aveva una personalità che suscitava ammirazione eppure era sua caratteristica l'umiltà, sembrava volesse scomparire, eppure gli era impossibile eclissarsi. Intelligenza, cultura, l'eminente bontà lo mettevano in evidenza.[3]»
Il 23 maggio 1998, papa Giovanni Paolo II lo ha elevato agli onori degli altari a Vercelli proclamando beato il primo alpino, il quale con la sua morte lasciò:
«...ai cappellani militari del mondo intero un esempio di come si amano e si servono i propri fratelli sotto le armi, ed agli alpini un modello e un protettore dal cielo.[4]»
La sua festa è inserita nel calendario liturgico il 26 dicembre,[1] anniversario della morte, e anche il 4 gennaio.[2]