In matematica, una σ-algebra (pronunciata sigma-algebra) o tribù (termine introdotto dal gruppo Bourbaki) su di un insieme è una famiglia di sottoinsiemi di che ha delle proprietà di chiusura rispetto ad alcune operazioni insiemistiche, in particolare l'operazione di unione numerabile e di passaggio al complementare. La struttura di σ-algebra è particolarmente utile nella teoria della misura e in quella della probabilità ed è alla base di tutte le nozioni di misurabilità, sia di insiemi che di funzioni. Essa è un caso particolare di algebra di insiemi e, rispetto a quest'ultima, è utilizzata molto più ampiamente in analisi matematica (per via delle numerose proprietà che le misure definite su σ-algebre hanno rispetto alle operazioni di passaggio al limite).

Le σ-algebre che ricorrono più spesso in matematica sono la σ-algebra boreliana e la σ-algebra di Lebesgue. Anche storicamente queste due classi di σ-algebre hanno motivato lo sviluppo del concetto stesso di σ-algebra, nato a cavallo di XIX secolo e XX secolo col fine di formalizzare la teoria della misura. Esso, infatti, precisa l'idea euristica di evento o insieme misurabile. Molte importanti strutture astratte, al centro dei progressi della matematica dell'ultimo secolo, sono definibili mediante σ-algebre.[1]

Definizione e prime proprietà

Dato un insieme , si definisce σ-algebra su una famiglia di sottoinsiemi di tale che:[2]

appartiene a .

Se è una σ-algebra su , allora si dice spazio misurabile e gli elementi di sono detti insiemi misurabili in .[2]

Una σ-algebra, in particolare, è un'algebra di insiemi, poiché la terza condizione sopraindicata implica la stabilità per unione finita richiesta nella definizione di struttura di algebra. In tal caso si richiede la stabilità anche per unioni numerabili, da cui l'identificativo σ, un'abbreviazione per successione.

Dalla definizione segue che:[3]

Date due σ-algebre , su di uno stesso insieme , si dice che è meno fine di se è contenuta in , ovvero se ogni sottoinsieme appartenente ad appartiene anche a . La relazione essere meno fine di definisce un ordinamento parziale sull'insieme delle σ-algebre su di un dato insieme .

Dati due insiemi e , dove e sono le rispettive sigma-algebre, la sigma-algebra è costituita da sottoinsiemi del prodotto cartesiano , ed è la più piccola sigma-algebra che contiene .

Strutture definite utilizzando σ-algebre

La nozione di σ-algebra fornisce la possibilità di costruire strutture matematiche più complesse a partire da essa. Le seguenti strutture fondamentali, largamente studiate durante il XX secolo, stanno alla base della teoria della misura e dell'integrale di Lebesgue.

Spazio misurabile

Lo stesso argomento in dettaglio: Spazio misurabile.

Uno spazio misurabile è una coppia costituita da un insieme non vuoto ed una σ-algebra su . Gli elementi di sono detti insiemi misurabili di .[2] Gli spazi misurabili formano una categoria, i cui morfismi sono le funzioni misurabili. L'insieme è chiamato a volte spazio campionario, soprattutto nelle applicazioni inerenti alla statistica e la probabilità.

Spazio di misura

Lo stesso argomento in dettaglio: Spazio di misura.

Si definisce spazio di misura uno spazio misurabile dotato di una misura positiva definita sulla σ-algebra costituita da sottoinsiemi misurabili di .[4] Un tale spazio si rappresenta con una terna .

Se lo spazio di misura si dice finito. Se inoltre può scriversi come unione numerabile di insiemi:

di misura finita, cioè tali che , allora lo spazio misurabile si dice σ-finito.

Il "completamento" di uno spazio di misura si ottiene aggiungendo agli insiemi di misura nulla tutti i loro sottoinsiemi . Il completamento della σ-algebra di uno spazio di misura è cioè la più piccola σ-algebra che contiene e tutti i sottoinsiemi degli insiemi di che hanno misura nulla.

Funzioni misurabili

Lo stesso argomento in dettaglio: Funzione misurabile.

Siano e due spazi misurabili. Una funzione viene detta misurabile o -misurabile se per ogni cioè se per ogni insieme misurabile di la controimmagine è un insieme misurabile di :[2]

Utilizzando il linguaggio della teoria delle categorie si può definire una funzione misurabile come un morfismo di spazi misurabili.

Sistema dinamico

Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema dinamico.

Sia uno spazio misurabile, un semigruppo e, per ogni , sia un'applicazione misurabile con la proprietà che . In altri termini, è un'azione misurabile di su . La terna è detta sistema dinamico.

Principali risultati

Data una famiglia qualunque di σ-algebre, si verifica che la loro intersezione:

è ancora una σ-algebra. Essa è la più grande σ-algebra contenuta in tutte le algebre , ossia se per ogni , allora .

Pertanto, data una famiglia qualsiasi di sottoinsiemi di , si può considerare la σ-algebra generata da come l'intersezione di tutte le σ-algebre contenenti . Dunque, dalla definizione stessa di σ-algebra generata da segue che essa è la più piccola σ-algebra contenente . Questa osservazione è molto utilizzata per la costruzione di misure, in quanto consente di definire una σ-algebra semplicemente fornendo una famiglia di insiemi che la generano. La σ-algebra generata da un insieme è spesso denotata .

Nel caso di famiglie finite , tale σ-algebra si può enumerare esplicitamente ponendo:

e chiudendo la famiglia rispetto alle operazioni di unione e complementare.

Un π-sistema è una famiglia non vuota di sottoinsiemi di stabile per intersezione: se allora . Analogamente, una famiglia di sottoinsiemi di è detta un λ-sistema se:

In tale contesto, è possibile dimostrare in maniera elementare il teorema π-λ di Dynkin, che afferma che su un qualunque insieme non vuoto, se un π-sistema è contenuto in un λ-sistema , allora l'intera σ-algebra generata da è contenuta in . Ossia implica .

Tale teorema è molto spesso utilizzato in teoria della misura[5]. Ad esempio, ne segue che è sufficiente assegnare i valori di una misura su di un λ-sistema contenente un π-sistema per costruire lo spazio di misura . Infatti, proprio per il teorema π-λ di Dynkin, la misura è ben definita su tutto .

Esempi ed applicazioni

Note

  1. ^ Un breve resoconto dello sviluppo storico della teoria della misura e dell'integrazione si trova in Boyer, History of Mathematics, cap. 28. Per un'introduzione alle idee della teoria della misura si veda Billingsley, Probability and measure. Una presentazione generale, ma più astratta, è data anche in Cohn, Measure Theory. Un classico testo introduttivo è Halmos, Measure Theory.
  2. ^ a b c d W. Rudin, Pag. 8.
  3. ^ W. Rudin, Pag. 10.
  4. ^ W. Rudin, Pag. 16.
  5. ^ Alcune esempi sono dati in Vestrup, The Theory of Measures and Integration cap. 3 e cap. 11

Bibliografia

Voci correlate

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