Riproduzione del rifugio ove il sergente Shōichi Yokoi visse per 28 anni sull'isola di Guam

Con il termine soldati fantasma giapponesi o resistenti giapponesi (in inglese Japanese holdouts o Japanese stragglers) si indicano i membri dell'esercito e della marina nipponica che non obbedirono all'ordine di resa imposto dagli Alleati, formalmente entrato in vigore il 2 settembre 1945. Il termine giapponese per riferirsi a loro è zan-ryū Nippon hei (残留日本兵? lett. "soldati giapponesi lasciati indietro")[1].

I motivi per cui questi militari non obbedirono all'ordine di arrendersi agli Alleati sono vari: fedeli al rigido codice etico del Bushido, che considerava profondamente disonorevole la resa al nemico, molti soldati giapponesi ritennero impensabile che la loro nazione si fosse arresa, arrivando a considerare come propaganda le varie comunicazioni che annunciavano la fine della guerra[2]; altri, tagliati fuori dalle loro unità dopo le offensive degli Alleati, semplicemente non vennero mai a conoscenza della fine del conflitto, o, se ne vennero a conoscenza, scelsero di non rientrare in patria. Molti di loro continuarono ad attuare azioni di guerriglia contro l'esercito statunitense o contro altre forze locali (in particolare contro l'esercito e le forze di polizia delle Filippine), ma altri scelsero di restare nascosti in zone inaccessibili o in appositi rifugi.

Il 15 agosto 1945, quando l'imperatore Hirohito accettò formalmente la richiesta di resa avanzata dagli Alleati e ne diede comunicazione alla nazione, i servizi segreti statunitensi stimarono in 550.000 uomini l'ammontare delle truppe nipponiche ancora in armi poste al di fuori del territorio nazionale giapponese (Corea e Formosa incluse), con un ulteriore milione e 600.000 militari dislocati in Cina e Manciuria e ancora impegnati in scontri con le forze sovietiche e cinesi[3]. Fra la metà di settembre ed il dicembre 1945 la maggioranza di queste truppe si arrese pacificamente alle truppe alleate mandate a disarmarle, ma alcuni gruppi, soprattutto nelle Filippine, continuarono con le azioni di guerriglia ancora per molti mesi. La quasi totalità dei soldati fantasma fu catturata, uccisa in scontri a fuoco, morì per cause naturali, o si arrese nella seconda metà degli anni quaranta, ma singoli individui o piccoli gruppi isolati furono capaci di resistere per molti altri anni.

Casi accertati

1945-1949

Il capitano Sakae Ōba in un ritratto del 1937

1950-1959

1960-1969

1970-1979

Il tenente Hiroo Onoda nel 1944

1980-1989

Casi non confermati

A parte i precedenti ci fu una serie di avvistamenti e casi non confermati su militari giapponesi ancora nascosti su isole disabitate e in zone di giungla fitta. Nel gennaio del 1997 venne annunciato il ritrovamento del soldato Noubo Sangrayban, scoperto sull'isola di Mindoro da un'équipe di esploratori occidentali interessata alla vita degli indigeni Mangyan. In seguito, tuttavia, venne accertato che Sangrayban non era nemmeno giapponese[5]. Nel maggio 2005 venne comunicato il ritrovamento di altri due soldati, indicati con i nomi di Yoshio Yamakawa e Tsuzuki Nakauchi, ormai ultraottantenni, sull'isola di Mindanao; la notizia venne poi smentita dalle autorità giapponesi[5]. Altri avvistamenti non confermati vennero segnalati in Nuova Guinea nel 1949, a Rabaul nel 1975[8] e a Vella Lavella, nelle Isole Salomone, nel 1989.

Nel cinema

Note

  1. ^ Il termine si riferisce solo al personale militare, mentre i dispersi civili sono indicati con il termine zan-ryū sha (残留者?).
  2. ^ a b c d e Paolo Zavattoni, Ultimi ad arrendersi, in Focus Storia, n. 42, 2010, pp. 88-89.
  3. ^ Alberto Rosselli, I "samurai" che non vollero arrendersi, su storiain.net, 2 luglio 2014. URL consultato il 26 agosto 2021.
  4. ^ Jim Moran e Gordon L. Rottman, Le isole dell'inferno, Osprey Publishing, 2009, ISSN 1974-9414 (WC · ACNP).
  5. ^ a b c (EN) Chronology of Japanese Holdouts, su wanpela.com. URL consultato il 26 agosto 2021.
  6. ^ (EN) Japanese Holdouts: Registry - Tinian, su wanpela.com. URL consultato il 26 agosto 2021.
  7. ^ (EN) Japanese Holdouts: Registry - Thailand, su wanpela.com. URL consultato il 26 agosto 2021.
  8. ^ (EN) Rabaul 1975 - Suspected Holdout Sighting, su wanpela.com. URL consultato il 26 agosto 2021.

Voci correlate