Nel 1896 fu iniziato in massoneria nella loggia aquilana, intitolata a Fabio Cannella, e nei primi anni del Novecento fu membro della loggia Cosmogenesi, nella stessa città.[2] Una delle ultime opere fu l'affresco dell'aula magna dell'Università di Napoli.
Dimorò all'Aquila per lungo tempo prima di rientrare, poco prima della morte, nella sua città natale. Nel 1873 da Teresa Tamposchi ebbe Giuseppina[3]. È stato sepolto nel cimitero monumentale di Poggioreale a Napoli, nel settore dedicato agli artisti.
Da profondo e puro socialista qual era, dipinse quadri ritraenti la civiltà contadina abruzzese di fine Ottocento e primi del Novecento, mettendo in rilievo la «condizione di povertà della regione» e la «capacità di resistenza e di sacrificio della popolazione»; oltre che la sua profonda passione, la pittura fu il megafono con il quale urlava al mondo le misere condizioni del suo popolo, megafono che idealmente consegnerà a Ignazio Silone, lo scrittore di Fontamara.
In particolare, tre sue opere ebbero una forte connotazione politica e per questo vengono considerate come facenti parte di una "trilogia sociale": Vanga e latte, L'erede e Bestie da soma. Si dedicò anche a rappresentare immagini sacre, in dipinti e affreschi.
A proposito del dipinto L'erede, così scrisse Giovanni Fattori a Primo Levi, a febbraio 1903: «Io debolmente manderò i miei soldati che combatterono p. l'indipendenza ricompensati con il pro patria[4] da lei conosciuto, di più ho frugato nelle piaghe sociali e ho trovato un povero birrociaio che li more il vecchio cavallo[5] - Miseria - il verismo li ha dato L'erede che è nella galleria M. - e mi dica un poco confronti questo capo d'opera di vero e di sentimento con le belle figure del Sartorio nude - più grandi del vero sconcie senza nulla dire, e nulla fare - qua si piange là si sbadiglia.»[6]
All'interno di Palazzo De Petra a Castel di Sangro c'è la pinacoteca Patiniana, una mostra permanente interamente dedicata alle opere del Patini e dei suoi allievi. Tra le opere di grande importanza storico-artistica spicca il maestoso Bestie da soma, conservato fino al 2009 presso il palazzo del Governo in L'Aquila e ivi traslato temporaneamente a seguito del terremoto del 6 aprile dello stesso anno. Nei locali della pinacoteca Patiniana si tengono anche mostre temporanee.
A Napoli, alla Galleria dell'Accademia di belle arti, si conservano tre opere di Teofilo Patiniː Edoardo III e i prigionieri di Calais, 1868, olio su tela, 60x35 cm, saggio di scuola e primo posto per il Pensionato di pittura a Firenze; Zingara, olio su tela, 1870, 53x88 cm, bozzetto del saggio per il Pensionato di Roma; L'erede, 1875, olio su tela, 300x206 cm., acquistato nel 1906[7]
L'Aquila (affresco), ispirato al ratto di Ganimede, presso la volta dell'aula di lettura della biblioteca provinciale Salvatore Tommasi (L'Aquila) nel palazzo del Convitto (1883 ca.)
Contadina abruzzese e sfondo di paesaggio (1884), collezione privata, L'Aquila
Bestie da soma (1886), Castel di Sangro, Pinacoteca, proveniente dall'ex palazzo della Prefettura dell'Aquila
Pulsazioni e palpiti (1891-99), pinacoteca Patiniana, Castel di Sangro
Pancia e cuore (1890 ca.), Pinacoteca, Castel di Sangro
A Patini è intitolato lo stadio di Castel di Sangro e dedicato un monumento in bronzo, realizzato dall'artista Antonio D'Acchille, situato all'incrocio di via XX Settembre e il corso Vittorio Emanuele con piazza Caduti del 1943, in cui il pittore è mostrato nell'atto di dipingere. Dalla tavolozza si dipanano intrecci e festoni, e una musa dall'aspetto muliebre abruzzese.
Nella sua provincia sono inoltre numerose scuole a portare il suo nome, tra cui l'istituto Comprensivo T. Patini dell'Aquila e il liceo scientifico di Castel di Sangro.
La massoneria locale gli ha intitolato le logge dell'Aquila e di Avezzano.
A L'Aquila era dedicata a Patini una monumentale statua di bronzo, costruita nel 1925 e posta nel piazzale antistante il teatro comunale, opera di Sebastiano Tarquini, allievo del Patini. Nel 1940 fu fusa per armi belliche.
Augusto Antonino Vicentini, Il quadro di S. Carlo Borromeo dipinto dal Cavalier Teofilo Patini, inaugurato il 4 novembre 1888 nel Duomo di Aquila, Discorso pubblicato dalla congregazione dei Milanesi, Aquila, Off. graf. Vecchioni, 1888, SBNIT\ICCU\AQ1\0071153.
Beniamino Costantini, L'arte nuova di Teofilo Patini, in Rivista abruzzese di scienze, lettere ed arti, vol. 25,fasc. 1-2, Teramo, A. De Carolis, 1910, SBNIT\ICCU\SBL\0110461.
Vincenzo Marchesani, Il dolore nell'arte di Teofilo Patini, Aquila, Tip. F. Cellamare, 1927, SBNIT\ICCU\CUB\0398470.
Virgilio Serafini, Il pittore dei poveri, Teofilo Patini, Teramo, Ars et labor, 1949, SBNIT\ICCU\NAP\0105501.
Raffaele Aurini, Dizionario bibliografico della Gente d'Abruzzo, vol. I, Teramo, Ars et Labor, 1952, ad vocem; e anche in Nuova edizione, a cura di Fausto Eugeni, Luigi Ponziani, Marcello Sgattoni, Colledara, Andromeda editrice, 2002, vol. IV, ad vocem;
Mostra retrospettiva delle opere di Teofilo Patini, Municipio dell'Aquila-Fondazione premio nazionale di pittura "F. P. Michetti"; a cura della Sopraintendenza ai Monumenti e Gallerie dell'Abruzzo e Molise, L'Aquila, Municipio dell'Aquila, 1954;
Cosimo Savastano, La Galleria dell'Accademia di Belle Arti in Napoli, a cura di Anna Caputi, Raffaello Causa, Raffaele Mormone, Napoli, Banco di Napoli, 1971, SBNIT\ICCU\NAP\0178087.
Cosimo Savastano, Teofilo Patini e la sua gente, L'Aquila, Japadre, 1982, SBNIT\ICCU\SBL\0394238.
Cosimo Savastano, Tre orfani di Teofilo Patini, Castel di Sangro, s. e., 1986, SBNIT\ICCU\AQ1\0056329.
Ferdinando Bologna (a cura di), Mostra di Teofilo Patini, L'Aquila-Napoli 1989-1990, L'Aquila, Comitato per le celebrazioni patiniane, 1989, SBNIT\ICCU\IEI\0025438.
Cosimo Savastano (a cura di), Patini, momenti d'arte e di vita, mostra omaggio a Teofilo Patini, Centro studi G. Salvemini, Centro studi Patini, Isernia-Castel di Sangro, Comitato per le celebrazioni patiniane, 1991, SBNIT\ICCU\AQ1\0062200.
Enrichetta Santilli, Il Santuario della Madonna della Libera in Pratola Peligna. Guida storico artistica, Pratola P., Pratola Peligna, E.Santilli, 1995, SBNIT\ICCU\AQ1\0018547.
Enrichetta Santilli, Calendario d'Arte della Madonna della Libera-Anno 2004, Pratola Peligna, Comitato della Madonna della Libera, 2003, pp. 1–12.
Achille della Ragione - Un grande pittore della realtà: Teofilo Patini - Napoli 2014